Caso Pogba, svelata la deposizione: 'Mi hanno puntato le pistole addosso, avevo paura'
"Avevo paura. Entrambi mi hanno puntato le pistole addosso". E' l'agghiacciante testimonianza di Paul Pogba. Le Monde ricostruire la deposizione fatta il mese scorso dal centrocampista della Juventus agli inquirenti, nell'ambito delle indagini sul caso che vede coinvolti il Polpo e i suoi fratelli. I fatti risalgono al 19 marzo 2022, giornata che il francese aveva trascorso in gran parte con un amico d'infanzia, Boubacar C., a Roissy-en-Brie (Seine-et-Marne), la sua città natale, approfittando del ritiro della Nazionale: "Avevo paura. Entrambi mi hanno puntato le pistole addosso - dice Pogba -. Minacciato in questo modo, dissi loro che avrei pagato ma si misero a gridare: 'Stai zitto, guarda in basso'. Uno dei due incappucciati parlò all'orecchio di Roushdane; quando se ne andarono, Roushdane mi disse che dovevo pagarli, altrimenti eravamo tutti in pericolo". LA RICHIESTA - Verso mezzanotte, mentre si apprestava a tornare nel suo hotel parigino, Paul venne condotto da altri amici del quartiere, Adama C. e i fratelli Roushdane e Machikour K., in un appartamento a Chanteloup-en-Brie. Qui fu costretto a spegnere il telefono, che gli venne sequestrato; dopo pochi minuti fecero irruzione in casa due uomini incappucciati, con addosso giubbotti antiproiettile e pesantemente armati. Pogba venne quindi "invitato" da Roushdane C. a pagare 13 milioni di euro, di cui 3 in contanti, per la protezione che quei due uomini gli avrebbero fornito per anni.