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Caso Palamara, anche Lotito nel giro dei favori: dal presidente della Lazio i biglietti per le toghe
Incontri in piena notte, con le tenebre a oscurare volti e intenzioni, le ombre a celare i mercanti di nomine, i magistrati del potere romano. Giornate intere di trattative per le nomine dei vertici giudiziari, di Roma e non solo. Come riportato da Messaggero e Repubblica, l’inchiesta del Gico della Guardia di Finanza coinvolge Luca Palamara, pm di Roma, e con lui un gruppo composto da Luigi Spina, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli. Non solo: ai consessi notturni partecipava anche Claudio Lotito, il presidente della Lazio.
IL RUOLO DI LOTITO - Protagonista incongruo e particolare, il patron biancoceleste, amico del romanista Palamara, già cliente della giustizia penale e quindi in qualche modo, evidentemente, rassicurato dal partecipare a questi rendez-vous del potere. La sua utilità, come documentato dalle intercettazioni dell’inchiesta di Perugia, era quella di rimediare biglietti per le partite, in tribuna d’onore, a chi di dovere. Come ad esempio a Luigi Spina (consigliere di Palazzo dei Marescialli), in occasione della recentissima (lo scorso 15 maggio) finale di Coppa Italia tra Lazio e Atalanta all’Olimpico. Ieri Spina, interrogato dai pm, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Così come Lotito non ha rilasciato dichiarazioni al riguardo.
IL RUOLO DI LOTITO - Protagonista incongruo e particolare, il patron biancoceleste, amico del romanista Palamara, già cliente della giustizia penale e quindi in qualche modo, evidentemente, rassicurato dal partecipare a questi rendez-vous del potere. La sua utilità, come documentato dalle intercettazioni dell’inchiesta di Perugia, era quella di rimediare biglietti per le partite, in tribuna d’onore, a chi di dovere. Come ad esempio a Luigi Spina (consigliere di Palazzo dei Marescialli), in occasione della recentissima (lo scorso 15 maggio) finale di Coppa Italia tra Lazio e Atalanta all’Olimpico. Ieri Spina, interrogato dai pm, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Così come Lotito non ha rilasciato dichiarazioni al riguardo.
LA RETE - Una rete, quella intrecciata da Palamara, che coinvolgeva chiunque potesse tornare utile alla scalata al potere, anche avvicinando pedine per poi arrivare ad altre. E' il caso di Cesare Sirignano, magistrato della Direzionae Nazionale Antimafia, compagno di Ilaria Sasso Dal Verme, che alla commissione incarichi direttivi del Csm si occupa di formulare le proposte all’assemblea con i curriculum dei candidati. Un ruolo fondamentale, per questo Sirignano sarebbe stato corteggiato e coinvolto nel gioco delle nomine. Un castello di carte che sta velocemente crollando su se stesso.