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Lazio, Luis Alberto è un caso: infortuni e polemiche, il rinnovo è un problema
TUTTO NASCE - Tutto nasce da un infortunio. Felipe Anderson si fa male due ritiri fa, siamo nell'estate 2017. Felipe Anderson viene affiancato ad Immobile, è in grande spolvero, brillante come poche volte. Si fa male, Luis Alberto, che Inzaghi stava re-inventando regista, viene avanzato al suo posto. Da quell'infortunio la favola, perfetta, sfavillante: il ragazzo che "voleva abbandonare il calcio" a suon di gol e assist conquista tutti, rischia perfino di essere convocato ai Mondiali 2018 di Russia dalla Spagna, che di talento in mediana ne ha da vendere.
TUTTO FINISCE? - Poi l'estate, la mancata convocazione alla deludente spedizione mondiale spagnola, le voci di mercato. Da Siviglia arriva la chiamata, Luis Alberto può tornare in patria, riportando a casa la sua famiglia. Ma la Lazio ha altri piani: i gioielli restano, bisogna provare l'assalto Champions, c'è una promessa tra Lotito e Inzaghi. Per superare il deludente epilogo stagionale, con la bruciante, ultima sconfitta scaccia-Champions in casa, bisogna trattenere i big. La Lazio fa uno sforzo, la generosa (4 milioni solo al giocatore) offerta spagnola viene rispedita al mittente, come quelle per Milinkovic Savic e gli approcci per Immobile. Vengono promessi rinnovi ai più importanti talenti della rosa: Milinkovic e Immobile li firmeranno, per Luis Alberto rimangono solo parole al vento. Il rinnovo non arriva, l'avvio di stagione è deludente: un infortunio spezza-condizione, il campo non risponde, gli assist latitano, la partenza poco promettente diventa crisi, polemica, accusa.
CONDIZIONE CLINICA - Inzaghi deve fronteggiare due maxi-problemi: i suoi big, trattenuti a stento, non rendono più. Usa la carota, schiera Milinkovic e Luis Alberto anche quando non li difende più nessuno. Tare parla di "questione di testa" per Luis Alberto, di condizione fisica per Milinkovic. Il serbo resta in campo, Luis Alberto sparisce dai radar. Qualcuno comincia a dubitare: qualcuno mormora la parola "pubalgia", che Luis Alberto non riesca a giocare, stroncato da uno dei mali più fastidiosi e persistenti per un calciatore. La società smentisce a gran voce: sta bene, è disponibile. Ad ogni modo comincia a rimanere in panchina, nonostante il ritorno alla bionda chioma che aveva fatto la sua fortuna. A Marsiglia, partita delicatissima d'Europa League, neppure viene convocato. Non parte, resta a Roma. Va in clinica però, per vederci chiaro, dopo giorni e giorni in cui, addirittura, nelle radio romane e nei bar di Roma serpeggiava ironia sulla sua reale condizione. Qualcuno lo chiama "malato immaginario", anche alcuni giornali. Oltre al danno delle gerarchie cambiate, la beffa.
GERARCHIE - Tare tuona a Sky Sport: "Ha bisogno di sentirsi intoccabile, ma in un club come la Lazio non è possibile sbagliare cinque gare di fila e pensare di rimanere titolare. Le gerarchie le decide il campo, si chiama meritocrazia". Inzaghi esegue: Luis Alberto è fuori. Dietro di lui Caicedo viene rivalutato, comincia a mietere prestazioni convincenti, Correa scalpita, cavallo pazzo di tecnica, doppi passi, inesperienza. Diamante grezzo che aspetta di brillare, mentre il 10, opaco, si spegne in panca. La maledizione della 10, mormorano i più informati, a Formello non è una novità. Chiunque indossi quella maglia fa male, è una calamità. Amati prima, detestati poi, chiedere a Mauro Zarate. Inzaghi passa alle due punte, la società si dice pronta a passare sul mercato, ma Luis Alberto?
SOCIAL E TERAPIA - Lo spagnolo è stranamente attivissimo sui social, fa vedere con cura tutte le sue terapie di riabilitazione, il lavoro che sta facendo. Se non è malato, se non sta male, però si cura benissimo. Nel frattempo salta anche il revival horror contro l'Inter, che da vendetta diventa ennesima disfatta. Si guarda tutta la partita dalla panchina, nemmeno si scalda, come Berisha. Solo che il kosovaro, anche per Inzaghi, non è disponibile. Viene il dubbio che non lo sia nemmeno Luis Alberto. Anche perché si sta curando, e a Formello: in Spagna c'è una terapia che va molto di moda, si basa sull'elettrolisi, è nata per curare le tendinopatie croniche. Due minuti di corrente, impercettibile, per stimolare la produzione di idrossido di sodio, per riaccendere la risposta rigenerativa-riparativa tissutale. Luis Alberto si starebbe sottoponendo a sedute quotidiane.
Anche perché la partita con la Spal incombe, la Lazio in crisi di scontri diretti ha bisogno di big che si carichino la squadra sulle spalle, gennaio preme, e qualcuno mormora che lo spagnolo rischierebbe di finire sul mercato. Nessuno vuole un caso, a Formello di casi ne hanno visti fin troppi. A gennaio Tare tradizionalmente non smonta la squadra, non vende big, è poco interventista. Sembra abbia promesso rinforzi ad Inzaghi, ma difficilmente cederà. Anche se qualcuno, dalla Spagna, potrebbe alzare di nuovo il telefono. Ma forse qualcuno dovrebbe alzare la cornetta pure in Italia: se davvero Luis Alberto dovesse avere la pubalgia, come mai a Roma lo giuravano e spergiuravano sano e in perfette condizioni? Forse qualcuno dovrebbe alzare il telefono, il volume della radio e dei social, per chiedergli scusa. Nel frattempo il mistero rimane, il caso pure. Caso, o caos Luis Alberto?