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    Caso doping, clamoroso: il Papu Gomez scarica tutta la colpa sulla moglie Linda

    Caso doping, clamoroso: il Papu Gomez scarica tutta la colpa sulla moglie Linda

    Si arricchisce di nuovi particolari il caso che, dallo scorso 18 ottobre, ha coinvolto Alejandro Gomez, squalificato per due anni dall’autorità antidoping spagnola (fino al 2025) per aver assunto terbutalina, sostanza vietata dalla Wada. Nei giorni successivi all’emissione della squalifica, il giocatore (appena arrivato al Monza) si era difeso dichiarando di averlo fatto in maniera involontaria, attraverso l’assunzione di uno sciroppo per la tosse conservato per i propri figli. Nelle ultime ore, come riportato da Relevo, è spuntata nuova una tesi difensiva.

    TUTTA COLPA DI LINDA - L'intenzione degli avvocati dell’argentino, infatti, è quella di scaricare tutte le responsabilità sulla moglie Linda Raff, colpevole di aver somministrato lo sciroppo per la tosse contenente la sostanza incriminata. Inoltre, è stata allegata alla difesa anche la prescrizione del farmaco, datata 9 mesi prima del fatto, a dimostrazione della conservazione del prodotto per i figli.

    I MOTIVI DELLA STRATEGIA - Il Papu Gomez si appellerebbe dunque all'articolo 10.5 del Codice mondiale antidoping, che permette di cancellare la squalifica in caso di mancanza di colpa o negligenza. Difficile, almeno allo stato attuale dei fatti, stabilire se questa particolare strategia difensiva verrà o meno considerata o accettata, poiché non si parla di alimenti o bevande ingeriti in maniera involontaria, ma di un medicinale.

    I MOTIVI DELLA SANZIONE -  La risposta del comitato sanzionatorio CELAD non potrebbe essere più categorica: non ha accettato, sino a ora, tale dimostrazione perché non si tratta di un alimento o di una bevanda, ma niente di meno che di un medicinale, che l'atleta non può consumare senza controllare. Inoltre, l'organismo aggiunge che il caso di Gomez rivela una palese mancanza di precauzioni normali, richieste ad un atleta professionista di primo livello. Questa mancanza merita la qualifica di colpa grave, indicata nell'articolo 10.6.2 del codice antidoping, e quindi una lunga squalifica.

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