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Caso Cassano: la bacchettata nascosta di Moratti a Stramaccioni e ai dirigenti
Delle parole di ieri di Massimo Moratti resta soprattutto quel "Cassano è un artista", una frase che sta facendo discutere gli appassionati di calcio, interisti e non. Ma oltre a questa considerazione, sono altre le parole del presidente nerazzurro sulle quali occorre fare una riflessione. Parole ben più pesanti, e importanti, rispetto a quelle di cui sopra. Sono parole, quelle del patron nerazzurro, che se non segnano una prima incrinatura con Andrea Stramaccioni, sicuramente lanciano un monito e un avvertimento. All'allenatore, ma non solo a lui: anche i dirigenti sono sul 'banco degli imputati'.
Riepiloghiamo. Sabato, in conferenza stampa, Stramaccioni si era espresso in questi termini sul caso Cassano: "Quello che è successo tra me e lui rientra in una normale logica di spogliatoio e dentro lo spogliatoio avrebbe dovuto rimanere. Mi dispiace che la cosa sia trapelata all'esterno per colpa di qualcuno che vuole male all'Inter". In sintesi: sono cose che in uno spogliatoio succedono, è grave che la cosa sia uscita all'esterno.
Ieri, Moratti ha dato la sua chiave di lettura dell'episodio: "Una multa? Non lo so, ho lasciato che sia chi conosce la vicenda a fare le proposte. Vedo che sono molto scandalizzati tutti, ma è peggio che la cosa succeda, non tanto che poi esca o non esca. Perché poi quello con 40 persone presenti in tutti gli spogliatoi è chiaro che possa anche accadere. È un peccato, ma è chiaro che possa accadere. Soprattutto queste cose non devono succedere". Moratti, che il calcio lo conosce, lancia un chiaro messaggio al suo giovane allenatore, ai dirigenti e a tutto l'ambiente (compreso, naturalmente, lo stesso Cassano): è peggio che la cosa succeda, non tanto che poi esca o non esca. E non deve più succedere.
Da parte di Moratti, un avviso ai naviganti. Un avviso gentile, seminascosto dietro quel "Cassano è un artista", ma pur sempre un avviso: è il momento decisivo della stagione, anche per il futuro prossimo dell'Inter, e d'ora in poi è vietato sbagliare.