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  • Carrera zar di Russia a CM: 'Primo in classifica come Conte e Allegri, il segreto l'ho imparato alla Juventus'

    Carrera zar di Russia a CM: 'Primo in classifica come Conte e Allegri, il segreto l'ho imparato alla Juventus'

    • Andrea Distaso
    Il calcio sa regalare storie incredibili a volte. Come quella di Massimo Carrera, passato in poche settimane dal ruolo di allenatore in seconda allo Spartak Mosca nello staff dell'ex romanista Alenichev alla guida in prima persona della formazione che contro ogni pronostico è in testa alla Premier League russa dopo 14 giornate, con 3 punti di vantaggio sullo Zenit San Pietroburgo. "Una situazione del tutto inaspettata, improvvisa, nuova per me che non avevo mai diretto una squadra prima d'ora. Sto provando a trasmettere tutta la mia passione per il calcio e l'arrivo immediato dei risultati mi sta dando una mano".

    Sarà che lo Spartak non vince da molti anni (l'ultimo campionato è datato 2001), ma per i tifosi Lei è già un idolo. Le hanno addirittura dedicato uno striscione in italiano nell'ultima partita col Tom Tomsk...
    "Penso che la gente che ama lo Spartak stia apprezzando lo spirito di sacrificio, la generosità e la grande determinazione messe in campo dalla squadra. Prima di insediarmi al posto di Alenichev, ho promesso che avrei messo tutto il mio carattere, la mia voglia di fare e i valori che mi hanno contraddistinto anche da calciatore e che avrei fatto di tutto per trasferire questi concetti ai miei calciatori. E così è stato".

    5 anni al fianco di Antonio Conte, alla Juve prima e in Nazionale poi. Com'è maturata la decisione di percorrere altre strade?
    "A dire il vero, è stata una scelta abbastanza obbligata, in quanto al Chelsea non si sono create le condizioni per seguire il mister anche in questa esperienza. Il primo contatto con lo Spartak è avvenuto durante l'Europeo in Francia, dove ho incontrato Alenichev in persona, che mi ha prospettato l'ambizioso progetto dello Spartak e ho accettato. E' stata preziosa anche l'intermediazione di Gianluca Riommi, che lavora da tempo come preparatore dei portieri e che ha avuto la possibilità di collaborare con Conte nel periodo di Arezzo".

    Carrera zar di Russia a CM: 'Primo in classifica come Conte e Allegri, il segreto l'ho imparato alla Juventus'

    Quali sono gli insegnamenti più importanti che Le ha trasmesso Conte? Quanto è stupito dall'impatto immediato che l'ex ct ha avuto anche al Chelsea?
    "Non sono per nulla sorpreso da quanto il mister stia facendo in Inghilterra, parliamo del numero uno in assoluto sia nella capacità di preparare tatticamente le partite e nel motivare i giocatori. Avendolo conosciuto bene e sapendo come lavora, lo considero il migliore fra gli allenatori in circolazione. Per quanto mi riguarda, nel mio Spartak ho provato a portare orgoglio, senso di appartenenza e sto provando a creare quello spirito di gruppo in cui la persona viene prima di tutto e in cui il "noi" ha più valore dell'"io".

    Principi di gioco molto ispirati anche alla Juventus di Lippi, di cui Lei ha fatto parte e con cui ha vinto l'ultima Champions League. Come si spiega le storiche difficoltà del club bianconero in campo internazionale?
    "La Champions è un torneo in cui i dettagli e anche la fortuna fanno molto la differenza. Non vedo grossi complessi di inferiorità o problemi di mentalità da parte della Juve. Anche quest'anno, Allegri è primo in campionato con 7 punti di vantaggio e ha passato il turno in coppa. Non gioca bene? Quello che contano alla fine sono i risultati, sfido a trovare un club felice di giocare un gran calcio e non portare a casa nulla. Questa è la filosofia con cui sono cresciuto, sia da calciatore che da allenatore".

    Nel suo passato da giocatore c'è anche l'Atalanta. Cosa dire dei ragazzini terribili di Gasperini, vera rivelazione della Serie A?
    "Sono bergamasco di adozione e quindi sono felicissimo del campionato che stanno disputando i nerazzurri. Una società seria, che ha sempre lavorato con i giovani e che ha trovato in Gasperini un allenatore estremamente preparato. Non credevo però che potesse ottenere risultati così positivi da subito. E' una squadra che ha bisogno di andare sempre a 100 all'ora, ma ha tutto per restare in alto fino alla fine".

    Torniamo al suo Spartak e più in generale al calcio russo. Come lo giudica dal punto di vista tecnico, rapportato alla Serie A?
    "E' un torneo di buon livello, molto meno tattico del nostro, in cui le squadre hanno sempre un atteggiamento propositivo, talvolta caotico, ma sempre alla ricerca della vittoria. E' un movimento in crescita".

    Tra meno di due anni, in Russia si giocherà il Mondiale? Come si vive a Mosca, dove lei vive, l'avvicinamento a questo appuntamento? Che idea si è fatto, invece, sulla nazionale, che stenta a competere alla pari con le grandi?
    "Ad essere sincero, non sto vivendo granché la città di Mosca, perchè attualmente risiedo nel centro sportivo dello Spartak. Ma i preparativi proseguono, l'organizzazione è ottima e sono sicuro che la prova del Mondiale sarà superata a pieni voti. Sulla nazionale preferirei non esprimermi, sono in Russia da soli 4 mesi e non ho informazioni a sufficienza per giudicare il lavoro che è stato svolto sino ad oggi".

    Nella sua squadra, si sta mettendo in evidenza un giocatore molto promettente come Kutepov, difensore centrale classe '93 già in orbita nazionale. Come lo descriverebbe, alla luce anche del suo passato importante nella sua stessa posizione?
    "E' un giocatore che apprezzo molto. E' un ragazzo serio, gran lavoratore, con mezzi tecnici importanti. Se manterrà la testa sulle spalle e proseguirà su questa strada, più diventare un calciatore di livello, pronto per palcoscenici internazionali".

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