Caro Lucio, che gli scudetti Juve fossero 30 doveva dirlo quand'era all'Inter
E' presto per dirlo. Soltanto al termine della stagione, sarà il campo a stabilire se Lucio alla Juve sia stato un affare per i bianconeri e per il brasiliano o per l'nter che ha risolto il contratto con il trentaquattrenne difensore, uno dei protagonisti assoluti della memorabile epopea mourinhiana.
Lucio non è stato un passante, incrociato per caso all'esterno della sede interista: con la maglia nerazzurra è risultato uno degli artefici di molti dei trionfi morattiani: 1 Champions League, 1 mondiale per cliub, 1 scudetto, 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa italiana.
Sulla professionalità, la bravura e la serietà del campione sudamericano non si discute, così come sulla sua trasparente smania di rivincita in maglia bianconera dopo il non idilliaco divorzio dall'Inter. Ma è sull'eleganza della prima sortita juventina che non possiamo essere d'accordo.
Lucio dichiara di sposare in toto il progetto della sua nuova società e ci mancherebbe altro. Ma che gli scudetti dei campioni d'Italia siano 30, doveva dirlo quand'era ancora all'Inter e ai tifosi dell'Inter. Magari la sera in cui il titolo della formazione di Conte è diventato ufficiale e Lucio pensava di giocare con i nerazzurri per altri due anni ancora, come stabiliva il suo contratto.
Adesso non vale.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com