Caro Appiani ti scrivo…
Sono appena arrivato a Padova, qui vengo appena ho mezza giornata libera (oggi è il mio giorno di riposo), qui ho studiato e sono cresciuto, qui ho conosciuto mia moglie Anna Maria e cominciato la mia carriera. Mentre viaggiavo in autostrada da Milano, ho letto una delle tante mail che mi scrivete (scusate il ritardo ma lo prometto, risponderò sempre a tutti): era un ragazzo padovano, malato di nostalgia per il vecchio stadio Appiani, il mitico campo dove Nereo Rocco e la sua squadra di uomini veri combattevano lo strapotere delle grandi. Ho ripensato a quando da piccolo andavo a vedere il Padova di Albertini e Di Livio, a quando feci la mia prima radiocronaca in assoluto. Era un Padova-Palermo di serie B, Antenna Sicilia mi chiese dei collegamenti, balbettavo per l’emozione, la voce mi tremava. Così, prima di passare per casa a pranzare coi miei, ho deciso di fare un salto in via Carducci, il portone grande era aperto, lo stadio arrugginito ma sempre affascinante che zitto zitto si prendeva il sole. Ho scattato queste foto, ecco quel che resta di un teatro storico: è poco, ma spero di aver fatto qualcosa per l’amico della mail. E spero che nessuno possa mai abbattere il vecchio Appiani completamente, visto che qualcuno ciclicamente ci pensa. Lasciatelo da solo davanti al cielo.