Cari giocatori della Juve, il -15 non è una scusa: perdevate anche prima. Chi non se la sente, vada via subito
Resta da capire però se li stia condizionando in positivo o, al contrario, in negativo. Quanto realmente persone, come appunto Angel Di Maria, si sentano coinvolti dagli avvenimenti extra campo e spinti a dare il meglio per il club al quale appartengono, o se, alla fin fine, gliene importi relativamente. Soprattutto quando sei alla Juve da appena 7 mesi e fra cinque quasi certamente te ne andrai. Stesso discorso per il suo connazionale Paredes, e molto probabilmente anche per Rabiot, nonostante sia a Torino da quasi 4 anni ma a giugno si svincolerà.
Cito questi tre giocatori perché sono a fine contratto, ma potrei estendere lo stesso ragionamento anche a Cuadrado e Alex Sandro (pure loro in scadenza), a Milik che è in prestito, così come a tutti gli altri componenti della rosa. Il discorso riguarda ciascuno di loro. Soprattutto dopo la deludente, inaspettata, catastrofica ed umiliante prestazione col Monza. Quasi la fotocopia della sconfitta subita all’andata dal medesimo avversario. Ed era il 18 settembre.
Andatevi a rileggere i commenti di quel post partita: toni e giudizi erano circa gli stessi di quelli utilizzati domenica scorsa. Al Brianteo la squadra giocò così male da sentirsi in dovere, a fine partita, di andare sotto la curva occupata dai propri tifosi a prendersi fischi e insulti. Stavolta non l’hanno fatto ma lo scempio è stato pressoché analogo, salvo una disordinata e sterile reazione nella seconda parte di gara. E a settembre c’erano solo gli echi dell’inchiesta Prisma, nessun punto era stato ancora manlevato dalla classifica e nemmeno se ne ventilava l’ipotesi.
Quando Allegri sostiene in conferenza che un primo tempo come quello di domenica la sua squadra non lo aveva mai giocato dice quindi una palese bugia: lo aveva già fatto a Monza. E non solo lì, ma anche a Genova, a Firenze, a Lecce, a Milano, nell’intero girone di Champions, pressoché ovunque, perché la sua squadra giocava male prima (spesso gli interi 90 minuti, non solo un tempo) e rigioca male adesso. Con o senza penalizzazione a carico. È stata una costante, seppur per un breve periodo schermata da una fortunosa serie di risultati positivi.
Prima come giustificazione c’erano le troppe assenze determinate dagli infortuni, adesso la penalizzazione di 15 punti in classifica. Una scoppola che di sicuro incide psicologicamente su testa e morale di ciascun componente della Juventus FC , ma non può essere utilizzato come alibi per continuare a macerarsi in un ‘assenza totale di gioco e di scarso impegno.
Non lo è per i giocatori svogliati e molli visti col Monza, non lo può essere nemmeno per l’allenatore, che ha il compito di preparare, organizzare e motivare al meglio la squadra e portare risultati. Tutti – rosa e panchina - lautamente pagati dalla società e quanto mai legittimata a chiedere loro il massimo. A maggior ragione in un momento come questo.
Mi approprio di un concetto espresso a fine gara proprio da Allegri: chi non se la sente a continuare, o non gliene importa nulla, rescinda e tolga il disturbo. Anche subito. Ed Elkann ci pensi bene se sia davvero opportuno estendere da 4 a 6 gli anni di contratto dell’attuale tecnico.