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    Cardinale: 'Comprare il Milan è stato un affare. Più forti grazie ai cambi della scorsa estate, reazioni forti da parte dei tifosi'

    Cardinale: 'Comprare il Milan è stato un affare. Più forti grazie ai cambi della scorsa estate, reazioni forti da parte dei tifosi'

    Gerry Cardinale torna a parlare. Nelle ore in cui in casa Milan si rincorrono nuove voci su un imminente cambio di assetto manageriale, con l’ingresso di nuove figure dirigenziali per far crescere il club - dal possibile avvento del presidente del Tolosa Damien Comolli nel ruolo di amministratore delegato attualmente rivestito da Giorgio Furlani o quello di Jovan Kirovski come anello di congiunzione tra settore giovanile e seconda squadra su input di Zlatan Ibrahimovic, il numero uno del fondo RedBird si è concesso al podcast “The Deal” di Bloomberg per una lunga intervista in cui i temi trattati sono stati molteplici. A partire dalla sua scelta di interessarsi al mondo del calcio.

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    HO COLMATO UN VUOTO - “Acquistare il Milan è stata la cosa più dura che abbia mai affrontato, ma anche la migliore. Ma l’ironia è che è stato tutto imposto da me stesso. Avevo un bisogno imprenditoriale che dovevo soddisfare, ed era proprio il tipo di cose che facciamo sempre più spesso in RedBird. Mi piace fare la parte dell’imprenditore ombra e mi piace risolvere i problemi con il capitale. E si dà il caso che nella carriera delle persone ci sia un po’ di fortuna. Mi è capitato di trovare un punto di svolta nello sport che non avrei mai potuto prevedere nel 2000/2001. Se guardiamo indietro agli ultimi 20 anni, ci rendiamo conto che è stata davvero una grande fortuna. Ho davvero trovato un vuoto d’aria in cui sono decollato. Ora la sfida è navigare in questa situazione, perché ora tutti hanno scoperto lo sport".

    MONEYBALL- Fattore determinante per l’avventura di Redbird e di Cardinale nel mondo del calcio l’incontro con Billy Beane, l’inventore del modello Moneyball: “E’ stato lui ad incoraggiarmi a iniziare a considerare il calcio europeo. Mi sono detto: perché dovrei considerare il calcio europeo? Un ecosistema in cui ci sono governi sovrani e oligarchi russi non può essere un ecosistema da prendere in considerazione. Mi ha detto: “Non hai capito il punto”. Sosteneva che il mercato dei trasferimenti nelle retrocessioni, ovvero il pilastro fondamentale dell’economia del calcio europeo, fosse fatto su misura per Moneyball. Si costruisce, si compra a basso prezzo e si vende ad alto prezzo. Così abbiamo fatto una ricerca sul calcio europeo, abbiamo incontrato 150/200 squadre in tutti i paesi del continente e in Inghilterra”.

    MODELLO TOLOSA - Prima di affrontare il capitolo Milan, Gerry Cardinale spiega al podcast “The Deal” di Bloomberg il lavoro di “apprendistato” fatto dal suo gruppo di lavoro alla guida del Tolosa, formazione che milita nella Ligue 1 francese:  “La quotazione del Tolosa si aggirava intorno ai 60 milioni di euro. È stato retrocesso in seconda serie. L’abbiamo acquistato per 15 milioni di euro nel giro di tre mesi. Nel giro di tre mesi, con Billy, Luke Bornn e il nostro team, il nostro team di analisi dei dati, abbiamo venduto il nostro primo giocatore per circa 15 milioni di euro. E poi, dopo il primo anno, abbiamo ottenuto la promozione in Ligue 1. E ora il Tolosa naviga stabilmente a metà classifica e ha un monte stipendi molto ragionevole. Ciò farebbe pensare che dovremmo spendere molto di più per essere a metà classifica come siamo. Il calcio europeo si basa sul fatto di spendere quel dollaro incrementale di capitale meglio del prossimo. Poi abbiamo investito in Fenway Sports Group durante il COVID, perché credevo in questo tipo di proprietà intellettuale e abbiamo puntato sullo sport come detentore di diritti. Con il FSG ho avuto modo di conoscere i grandi con il Liverpool. Quindi quello è stato il passo successivo nel tutorial, ed è stato uno dei primi accordi che ho fatto nello sport”.

    IL MILAN UN AFFARE - Finalmente il discorso si sposta sull’acquisto del Milan da Elliott nel maggio 2022, poche settimane dopo la conquista del diciannovesimo scudetto della formazione rossonera. E si sofferma in particolare sui meriti avuti dal fondo anglo-americano di proprietà di Paul Singer nella ricostruzione di una società in profonda crisi finanziaria e dei motivi che hanno portato Cardinale a non rinunciare al suo know how per l’inizio di questa avventura. "Ogni volta che sollevavo il tema di AC Milan internamente o qui negli Stati Uniti, tutti dicevano: “Sei pazzo”. “Non pensare mai di investire in Italia”. Ma la risposta alla sua domanda è che, alla fine, ci siamo trovati a fare il giro del cerchio. Elliott era il proprietario del Milan. Il Milan era indebitato, in origine c’era un proprietario cinese, che ha fatto un buco nell’acqua ed Elliott è entrato, ha escusso il pegno ed è diventato proprietario. Ma devo dire che la cosa che mi ha fatto cambiare idea è stato l’incontro con Paul e Gordon Singer, suo figlio, che ha guidato gli investimenti e il team di Elliott. E non posso dire che bene di loro.

    Sono molto informato su come abbiano fatto un lavoro fenomenale nei quattro anni in cui hanno posseduto il Milan, dal 2018 a quando lo abbiamo acquistato nel 2022, per risanarlo. Possediamo il 100% del capitale con un vendor loan. E abbiamo comprato il Milan in modo molto interessante. Penso che abbiamo pagato un prezzo equo, specie in rapporto ad altri prezzi che vedete. L’abbiamo acquistato a un multiplo di quattro volte il fatturato e quando l’abbiamo comprato era appena sotto del flusso di cassa positivo o in pareggio. Ora il flusso di cassa è significativamente positivo”.

    APPROCCIO SOFT - Dall’aspetto economico, l’analisi di Gerry Cardinale si sposta sul lato sportivo e su quelle che sono le prospettive di crescita del Milan da quando ha deciso di assumere operativamente parlando il controllo di ogni aspetto. “Siamo arrivati alle semifinali di Champions League. Quando sono subentrato, è stata una sfida perché avevano appena vinto lo scudetto. Quindi, in realtà, ho adottato un approccio diverso da quello che faccio di solito: per il primo anno non ho fatto nulla. Davvero, mi sono limitato a guardare. Ma ti dirò che la cosa migliore che puoi fare è non entrare in campo con le armi spianate”, dichiara il patron rossonero. Che poi aggiunge: "La scorsa estate ho fatto cambiamenti al Milan e ciò ha provocato una reazione molto forte nei tifosi. Ora vedono che i cambiamenti hanno portato miglioramento e il potenziale della squadra che può andare lontano in Italia e in Europa".

    LO STADIO - Cardinale evidenzia poi quanto sia fondamentale il capitolo del nuovo stadio per rendere il Milan ancora più competitivo in futuro: “Sarà il primo costruito in Italia dal 2011. Sarà uno stadio sullo stile americano, con 70.000 posti a sedere. Porteremo la musica a Milano e costruiremo qualcosa. Un grande evento dal vivo, un campus di intrattenimento per Milano, davvero legato alla squadra, ma qualcosa di simile al Milan. È interessante, perché dovremo trovare un modo per cristallizzare il valore. Ma è qualcosa che probabilmente dovreste possedere per sempre, che è il massimo dell’iconicità e delle opportunità, come piattaforma. E costruiremo questo nuovo stadio. Quando avremo finito di costruire lo stadio, vi prometto che noi avremo una società che costruirà stadi”.

    MILAN GLOBALE - L’ultimo argomento toccato da Gerry Cardinale nella sua lunga chiacchierata per il podcast di Bloomberg “The Deal” è quello dei diritti televisivi del campionato italiano. Un altro tema molto scottante e divisivo ma di grande importanza per le prospettive di crescita dell’intero movimento calcistico: "Il Milan è davvero uno dei club più importanti. Credo che sia uno dei primi quattro marchi a livello globale nel calcio. E ora, con l’abbattimento delle barriere grazie allo streaming e la possibilità di trasmettere queste partite negli Stati Uniti in diretta, i ragazzi più giovani oggi conoscono tutti, non solo la Premier League: non posso che dirvi che ho ricevuto più commenti da persone, persone che conosco, persone che non conoscevo, quando abbiamo comprato il Milan da New York e dagli Stati Uniti che dall’Europa. Anche i diritti tv saranno un’evoluzione. Non c’è molta concorrenza per i diritti tv in Europa".

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