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    Cara e vecchia Europa, sei da buttare!

    Cara e vecchia Europa, sei da buttare!

    • Marco Bernardini
    La “signora” è da buttare! Ma la Juventus, questa volta, non centra. Anche perché trattasi di uno dei rari gioielli che ancora ci appartengono degni di esportazione. La “signora” in questione è l’Europa. Il Continente che rappresentò il “faro” del mondo sia culturalmente che socialmente ed economicamente e che oggi non riesce manco a gestire strategicamente in maniera accettabile un gioco semplice e divertente come quello del pallone. I fatti di Marsiglia e quelli di Nizza sono stati variamente analizzati e commentati con la risultante di veder (giustamente) messi in croce gli hooligans appartenenti a nazionalità assortite come quelli inglesi, russi e francesi. Certamente sono stati loro il “braccio armato” della delinquenza comune travestita da tifoseria più o meno ultras. Ma fermare l’analisi a questo punto senza proporci altri interrogativi dimostrerebbe estrema superficialità. La cause stanno, come sempre, a monte. E dietro l’immagine fotografica delle città devastate esiste quella, molto più preoccupante, di un’Europa alla deriva.

    Senza farla troppo lunga. E’ di oggi la notizia che la maggioranza degli hooligans scesi in Francia al seguito della loro nazionale appartengono a quella selvaggia tribù di pseudo tifosi colpiti nella loro patria dal “daspo”. La stessa cosa, è stato accertato, vale per il gregge di russi appartenenti ad un’associazione dal nome inquietante le cui gesta sono conosciutissime da quella che, ai tempi dell’Urss, era una polizia di quelle da augurarsi di non dover mai a che fare. Tritolo e benzina allo stato puro, che, una volta mixati e venuti a contatto con la miccia francese, non potevano far altro che esplodere. La domanda è. Si parla tanto di prevenzione e di lavoro interdisciplinare tra i governi e le forze di polizia dei vari Paesi europei. Evidentemente si parla a vanvera. Togliere un “daspo” alla vigilia di un evento come l’Europeo o lasciare partire dalla Russia gli squadroni armati dei nuovi violenti (tutti conosciuti benissimo) significa fregarsene, non comunicare o essere degli incapaci. Salvo arrivare alla decisione di oggi dove a Lione il prefetto ha vietato la vendita di bevande alcooliche tre ore prima Belgio-Italia: due nazioni praticamente sorelle per via delle generazioni dei nostri migranti minatori.

    Del resto questa è soltanto la punta dell’iceberg. Il male si trova nella profondità di un’Europa litigiosa, insofferente, malandrina, speculatrice, sospettosa, intollerante e malfidata. Quella che, vigliaccamente, si palleggia i disperati della terra come in un vergognoso ping-pong umano. In una parola un’Europa malata. Molto malata di un cancro nato e cresciuto nei palazzi del potere e poi, fatalmente, andato in metastasi sino ad aggredire l’intera società civile che di …civile ha più ben poco. Piccoli esempi quotidiani. Entro in un bar tabaccheria. Sono solo. Il proprietario è al telefono a parlare dei fatti suoi. Aspetto con pazienza cinque minuti e poi chiedo se, per favore, posso avere un pacchetto di sigarette. Manco smette di telefonare e mi urla: se hai furia te ne puoi andare! Ovvio che me ne vado. Si tratta del bar di una città di mare dove, una volta, il turista veniva coccolato o almeno trattato con educazione. Oppure, ieri mattina. Vado per fare benzina al “self”. Infilo venti euro nell’apposito scomparto. Accanto a me un signore (sic!) ne mette dieci. La mia pompa non parte. Vado dal gestore per chiedere spiegazioni. Era accaduto che il tipo dei dieci euro aveva schiacciato quasi in contemporanea il pulsante dell’erogazione “convogliando” il totale suo e mio ad un’unica fonte di erogazione sapendo cosa sarebbe accaduto. A lui trenta di diesel a me zero di verde. Ecco perché il birbaccione è saltato in macchina così in fretta quasi volesse scappare. E di episodi minimalisti del genere potrei raccontarne uno al giorno. Più che incazzato provo pena. Per i nostri figli ai quali consegniamo un’Europa da buttare. A raccoglierla dalla “differenziata” ci penseranno cinesi e indiani.

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