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  • Capolavoro Mourinho, Barça ko: Moratti, capito perchè Josè è unico?

    Capolavoro Mourinho, Barça ko: Moratti, capito perchè Josè è unico?

    No, questi non sono i giorni del Barça.

    Mercoledì la sconfitta a Stamford Bridge davanti al Chelsea di Roberto Di Matteo.

    Stasera, la resa al Camp Nou contro il Real Madrid che allunga le mani sulla Liga, sempre più sua: i punti di vantaggio sui catalani sono diventati  7 e le partite da giocare sono rimaste soltanto quattro.

    Tutto si può dire di Josè Mourinho, a seconda dei punti di vista : che è un genio o un simpatico guascone; che è simpatico o antipatico, furbo o scorbutico, duro con chi sta contro di lui o tenero con chi sta con lui. E potremmo tirare notte fonda. Ma su un piunto siamo tutti d'accordo: il signore di Setubal è davvero uno dei più bravi allenatori del mondo.  Ha vinto in Portogallo, in Inghilterra, in Italia e adesso si preparara a celebrare il suo primo titolo spagnolo, soffiandolo agli Avversari Infiniti.  

    Dai e dai, dopo due anni trascorsi dando capocciate contro il muro del tabù catalano che sembrava infrangibile, stavolta il muro l'ha costruito lui con un autentico capolavoro tattico. Per giunta, realizzato in casa degli eterni rivali i quali non perdevano davanti ai propri tifosi da 34 partite in campionato e da 54 gare consecutive, comprendendo le Coppe. 

    Primo tempo da manuale, con il gol di Kedira a rompere l'equilibrio.

    Secondo tempo in difesa del vantaggio, con un gigantesco bunker eretto davanti a Casillas, perforato una volta sola da Sanchez prima che l'altro Fenomeno in campo, alias Cristiano Ronaldo, fulminasse i campioni d'Europa del mondo con un contropiede di devastante bellezza.

    Il Barcellona ha perso la tradizionale baldanza quando ha capito che anche Messi, di tanto in tanto, può fermarsi, ingabbiato dai quattro avversari incollatigli addosso da Mourinho. Se poi Xavi non gira, son dolori. Hai voglia di mantenere il possesso palla, ma non sfondi più.

    Non ne aveva certo bisogno, Massimo Moratti, ma, ancora una volta stasera ha capiton che Mourinho è unico. Tant'è vero che, in meno di due anni, ha cambiato 5 allenatori nel vano tentativo di trovarne il clone.

    L'errore fatale è stato lasciarlo andar via, in quella sera di maggio in cui l'Inter si riprese la Coppa inseguita per 45 anni. Ma perse chi gliel'aveva data. E da allora non è stata più la stessa Inter.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com 

     

     

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