Capolavoro Juve, pubblico fantastico: Marotta, prendi Drogba. Luiz Adriano segna il gol della vergogna Shakhtar
E' una notte magica, una di quelle che la Juve consegna alla sua storia e alla storia del calcio italiano, onorato dal 3-0 dei bianconeri ai campioni d'Europa in carica.
Un'impresa strepitosa che esalta chi l'ha firmata in un'occasione decisiva. I bianconeri non potevano, non dovevano sbagliare e sono stati all'altezza della loro forza e del loro blasone.
Ora, la qualificazione agli ottavi di finale è lontana soltantonun punto, da conquistare in casa dello Shakhtar, già qualificato, ma protagonista in Danimarca di un indecente comportamento antisportivo.
E' accaduto quando Luiz Adriano non ha restituito il pallone ai danesi dopo che l'arbitro francese Gautier l'aveva scodellato a metà campo e gli ucraini avrebbero dovuto passarlo agli avversari. Tant'è vero che Willian l'ha calciato verso il portiere Hansen, ma Luiz Adriano ha fatto il furbo, coprendosi di vergogna: è scattato, ha anticipato il danese e ha segnato il gol dello scandalo che stanotte ha già fatto il giro del mondo sul web.
L'hanno definito fail fair play, mancato gioco pulito. Troppo buoni. Vedremo se lo Shakhtar avrà il coraggio di punire Luiz Adriano come merita la sua antisportività.
Davvero una condotta ributtante, quella dell'attaccante dello Shakhtar, il quale ha avuto pure l'improntitudine di far finta di nulla di fronte alle sacrosante proteste del Nordsjaelland.
E' auspicabile che a Donetsk, la Juve dia una lezione anche a questo fenomeno anti-fair play e ha ragione Alessio, quando sottolinea che la sua squadra non va mai in campo per pareggiare, come dimostranoni risultati ottenuti nei quasi diciassette mesi di Antonio Conte.
I bianconeri hanno giocato la partita perfetta, controllando il Chelsea e demolendolo con un gioco aggressivo e micidiale. Quagliarella, Vidal e Giovinco hanno steso i Blues. La terza rete, la prima dell'ex attaccante del Parma in Champions League, è un'autentica liberazione per l'autore, negli ultimi tempi bersaglio di troppe critiche ingiuste e ingenerose.
Nella notte in cui la capolista della serie A ha capito che in Europa può andare lontano, c'è stato un altro grande protagonista: il formidabile pubblico dello Juventus Stadium.
Conte aveva chiesto una bolgia prima del calcio d'inizio e bolgia è stata. Il sostegno dei tifosi è stato incessante, fragoroso, ammirevole e ha letteralmente sospinto la Juve dal primo all'ultimo minuto di gioco. La spettacolare performance della gente bianconera costituisce il miglior riconoscimento agli sforzi della società che, superando gli ostacoli durissimi della burocrazia e delle mene politiche locali, ha realizzato il proprio impianto dopo 13 anni di sforzi.
Meditino su quanto e che cosa significhi avere il proprio stadio e quale sia l'importanza del fattore campo, i dirigenti delle altre società italiane, la Lega di A e la Federcalcio che dormono sulla questione vitale per la sopravvivenza el nostro calcio: il ddl sugli stadi vagola in Parlamento da quattro anni e mezzo e non c'è nessuno, dei vertici pallonari che eserciti uno straccio di pressione sulla Casta perchè si decida a risolvere il problema.
Adesso, Milan e Toro aspettano di misurarsi con la Juve prima della trasferta in Ucraina. A Conte manca sempre l'attaccante da 15-20 gol che concretizzi sistematicamente il volime di gioco della sua squadra. L'uomo ideale si chiama Didier Drogba: ha 34 anni, ha segnato 10 gol nel Chelsea prima di trasferirsi in Cina, allo Shangai Shenhua. L'ivoriano smania dalla voglia di tornare in Europa: chiede almeno un ingaggio di 6,5 milioni di euro per giocare la seconda parte della stagione a Torino. Si può trattare. Si deve trattare. Se Marotta riesce a prenderlo, la Juve ha il diritto di non porsi più limiti.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com