Capolavoro Delio Rossi: dopo 32 anni Palermo in finale di Coppa Italia e il Milan campione s'inchina
di Xavier Jacobelli
Direttore www.quotidiano.net
Dopo trentadue anni, il Palermo si qualifica alla terza finale di Coppa Italia della sua storia (Roma, 29 maggio) e firma un'impresa memorabile, eliminando in semifinale il Milan neocampione d'Italia con una prestazione capolavoro. Un capolavoro firmato Delio Rossi, 51 anni, maestro di calcio e, indubbiamente, uno dei migliori esponenti della scuola tecnica tricolore.
Due anni dopo avere vinto la Coppa Italia con la Lazio, battendo in finale la Samp, Rossi si è confermato un'autentica bestia nera dei rossoneri che, in gare di campionato, hanno rimediato 4 sconfitte consecutive al Barbera, cui si aggiunge la quinta di stasera in Coppa.
La soddisfazione dell'allenatore rosanero è resa ancora più esaltante dalla prestazione della squadra, che, a San Siro come al Barbera, ha affrontato i rossoneri senza accusare nessun tirmore reverenziale e rifilando loro 4 gol nell'arco di 180 minuti. Un autentico exploit: nel 2011 il Milan aveva perso soltanto 2 partite (1 in campionato, con il Palermo e una in Champions League) e la difesa di Allegri è la migliore della serie A, avendo subito soltanto 6 gol nelle 17 gare del giorne di ritorno.
Il calcio è buffo, ma sa anche essere giusto. Il 28 febbraio scorso, dopo lo 0-7 in casa contro l'Udinese, Zamparini aveva esonerato Rossi, richiamandolo un mese più tardi e chiedendo umilmente scusa per l'errore commesso. La parentesi Cosmi era stata disastrosa, considerato che Rossi è stato il miglior allenatore nella storia palermitana: lo dicono i risultati e lo dice la qualità del gioco espresso dalla sua squadra anche contro il Milan.
Il 3 aprile Delio è tornato e ha mandato in delirio una città intera che merita questa soddisfazione. Zamparini ha fatto fuori 30 allenatori in carriera, ma capisce di calcio: Pastore, Ilicic, Bacinovic, Goian, Hernandez, Sirigu, Bovo, Balzaretti, Cassani e tutti gli altri rosanero sono la dimostrazione che anche al Sud il grande calcio è possibile (e, assieme ai siciliani, lo conferma il Napoli); che nulla è impossibile quando ci sono organizzazione, efficienza, serietà, capitali da investire con oculatezza, risposta popolare entusiasmante.
La gioia incontenibile dei 33 mila del Barbera, percorsi da un brivido sul doppio palo di Ibrahimovic e sul gol in extremis dello svedese (e meno male che Zlatan era acciaccato), è la gioia di una tifoseria affamata di calcio ad altissimo livello e premiata dai propri eroi.
Il 29 maggio a Roma, se affronterà l'Inter, il Palermo sarà già in Europa. Se gli toccherà la Roma, avrà comunque una chance di entrarvi comunque qualora i giallorossi arrivassero fra i primi sei. Staremo a vedere. I meriti dei siciliani sono superiori ai demeriti del Milan, che pure teneva moltissimo alla Coppa Italia, inutilmente inseguita da 8 anni e mai in accoppiata con lo scudetto e si spiegano anche con il ritardato inserimento di Ibra che in poco più di venti minuti ha dato la scossa alla squadra. Ma non c'era più tempo.
Dopo l'espulsione di Bovo, Rossi ha avuto la forza di togliere Pastore (non l'ha presa bene, ma capirà), per inserire Munoz. Mossa azzeccata. Mossa vincente. Alla fine, Anche il Milan campione si è inchinato al Palermo super. Giusto così.