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    Capello: 'Mourinho alla Roma un po' come me, il suo Batistuta sarà Zaniolo'

    Capello: 'Mourinho alla Roma un po' come me, il suo Batistuta sarà Zaniolo'

    Fabio Capello benedice l'approdo di Mourinho alla Roma. L'ex allenatore giallorosso ha dichiarato in delle interviste alla Gazzetta dello Sport e a La Repubblica: "Non è una scelta: è una bordata. È un colpo di grandissimo effetto che a Roma ha scatenato subito l’entusiasmo. Non ci sono più scusanti. La Roma ha un signor allenatore, un numero uno, un professionista che ha vinto e ha esperienza. Mi piaceva anche il tecnico attuale Fonseca, persona perbene, un signore, ma troppi infortuni. Significa che la società vuole un tecnico di primissimo livello, molto determinato e che bada alla sostanza. Come me nel 1999? I tempi sono cambiati. La comunicazione, che a Roma ha un certo peso, è ancora più avvolgente. Quando arrivai io, c’erano le radio a orientare gli umori. Oggi ci sono anche i social. Proteggere la squadra è più complicato. Sul piano tecnico, la mia mission e quella di Mourinho possono avere alcuni punti in comune: esperienza, determinazione, idee chiare". 

    "Mourinho mette a disposizione della Roma il suo eccellente background. Avrà il rispetto da parte dei giocatori. E loro lo seguiranno: come fai a non metterti dalla parte di Mourinho? Secondo me la squadra è buona, con due o tre pedine può essere competitiva. Se non avrà le coppe internazionali, paradossalmente questo sarà un aspetto positivo. Mourinho potrà allenare meglio e incidere di più. Può ripetersi quello che è avvenuto all’Inter in questa stagione: fuori dall’Europa, si è dedicata al campionato. Un problema importante che Mourinho dovrà risolvere è quello degli infortuni. Alla Roma hanno pensato che la soluzione fosse quella di cambiare medici e fisioterapisti, ma io ritengo che dipenda dalla preparazione, dall’alimentazione e dallo stile di vita dei calciatori". 

    "Roma brucia tutto. È la città più bella del mondo, ma anche quella in cui nel calcio è estremamente difficile lavorare. Non c’è molta pazienza, contrariamente a quanto si creda in giro. Non si valuta molte volte la ragione di una sconfitta. La chiave di tutto è avere uno staff solido e crearsi un gruppo di giocatori schierato compatto dalla parte dell’allenatore. Un gruppo unito contro tutto e tutti. Io feci così. Poi, ovvio, è fondamentale la società: l’allenatore va sempre sostenuto e bisogna impedire che dietro le quinte qualcuno approfitti delle difficoltà per alimentare il dissenso". 

    "Batistuta? Servono giocatori così per vincere. Penso a Zaniolo, è un giocatore fortissimo e io sono un suo grande estimatore. Può essere l'uomo in grado di far fare il salto di qualità alla Roma, ma deve ricordarsi che dipende sempre prima di tutto da lui". 

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