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    Capello: 'Ho detto no a Inter e Nazionale. Zidane? Perez presidente ingombrante. Di Francesco è limitato'

    Capello: 'Ho detto no a Inter e Nazionale. Zidane? Perez presidente ingombrante. Di Francesco è limitato'

    Fabio Capello ha rilasciato un'intervista a Il Corriere dello Sport. Una lunga chiacchierata in cui l'ex tecnico di MilanRoma Juventus ha parlato della sua carriera e di temi d'attualità, dalla Serie A ai Mondiali in corso in Russia.

    SULL'ADDIO ALLA ROMA E IL 'MAI ALLA JUVE!' - "Lo dissi, lo dissi, ma uno o due anni prima. In seguito le cose cambiarono. Cinque anni ho resistito a Roma: l’ultima stagione fu davvero complicata, mi resi conto che non avevo più nulla da dare e da dire, tornavo a casa scontento e quando ti porti addosso il peso del lavoro e lo vivi con poca gioia devi avere la forza di staccare".

    SULL'ADDIO DI ZIDANE AL REAL - "Sorpreso? No. Florentino è un presidente ingombrante, uno che vuole entrare nel lavoro del tecnico e Zidane, come me, non è facile al compromesso. Florentino voleva le tre punte in campo e cambiare il portiere: già a febbraio, quando si è ritrovato a 12 punti dal Barcellona in campionato, Zidane ha cominciato a pensare all’addio. Sapeva che se non fosse arrivato fino in fondo in Champions il presidente l’avrebbe mandato via. Si è preso una grossa soddisfazione. Ma poi, come fai a mettere in discussione uno che ti ha portato due Champions di fila, tre con l’ultima?".

    SU BERLUSCONI E I CONSIGLI - "A me non li ha mai dati. Solo una volta mi chiese perché togliessi Savicevic. Gli risposi che Dejan non correva e che non mi piaceva giocare in dieci contro undici. Savicevic si è messo a correre ed è diventato il Genio".

    LUI, MOURINHO E ZIDANE E UN OBIETTIVO COMUNE: VINCERE - "Valdano disse: 'Tutto sta a vedere se si vuole il bel calcio o solo vincere: in quest’ultimo caso Capello è un’opzione molto buona. Ma è altrettanto chiara la sua mancanza di idee'. I filosofi mi fanno ridere, contano i numeri, il resto sono chiacchiere".

    SULL'INTER - "Siamo stati vicini quattro o cinque volte. Ma non abbiamo mai chiuso. Diciamo che una volta erano loro a frenare all'ultimo e la volta dopo frenavo". 

    SULLA PANCHINA DELLA NAZIONALE - "L'ho rifiutata una sola volta. Avevo in testa altre cose, altre curiosità".

    SU SARRI - "Il suo calcio è divertente. Non mi è piaciuto il suo disimpegno nelle coppe, non l’ho proprio capito. Ho trovato molto interessante il lavoro che ha fatto sulla difesa e le tre punte basse, Mertens centravanti una bella invenzione».

    SU ALLEGRI - "Sente sulla pelle la partita, la legge bene e sa cambiare le cose in corsa. Credo mi somigli più di altri. E poi fa i numeri. Anche Di Francesco è bravo, ma se posso permettermi gli suggerisco di non fermarsi a una sola idea tattica".

    SUL MONDIALE - "Si è visto un calcio lento, la condizione fisica generale non è ottimale. Con il possesso ricercato continuamente la palla torna spesso all’indietro. Non si va verso la porta avversaria e quindi il possesso palla diventa fuffa. E’ un modo di giocare rinunciatario. Si hanno poche idee, con i centrocampisti che danno palla all’indietro ogni volta che la recuperano. A deludermi più di tutti è stato il Brasile. Messi? Calma, è solo la prima. Messi arriva, e sono balle quelle che lo vogliono privo di personalità. Ho detto quello che ho visto: troppo possesso palla con i giocatori sbagliati, non tutti hanno i palleggiatori del Barcellona o i giocatori di Guardiola. Le cose migliori, per ora, si vedono con le ripartenze derivate da una palla inattiva mal sfruttata dall’avversario. Livello tecnico basso". 

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