Andrea
Caos Seregno, Fumagalli: 'Con Corda era Gomorra! L'allenamento? Calcio fiorentino. E quei compagni picchiati...'
COSA E’ SUCCESSO - “Stava per incominciare l’allenamento e mi si sono avvicinate alcune persone che conoscevo perché bazzicavano attorno alla squadra. “Ti veniamo a prendere a casa, forse non hai capito”. “Non rivedrai più la tua famiglia, stasera saluta Jacopo”. Quando hanno fatto il nome di mio figlio, non ho più capito niente. Se ho avuto paura? Non soltanto io. Mia moglie, con due figli in casa, non era più serena. Non era calcio, era Gomorra. E’ stato devastante. Mai vissute cose così. Mai, in vent’anni che faccio questo lavoro. Anzi, questo sport, perché il calcio per me non è mai stato un lavoro. Ho giocato in piazze caldissime, ma mai e poi mai ho visto queste cose”.
COMPAGNI PICCHIATI? - “Sì, tra il primo e il secondo tempo di una partita una persona, di cui non faccio il nome, ha messo le mani addosso a due ragazzi. Non so perché l’ha fatto”.
IL CLIMA - “Prima, anche a livello di testa, non c’eravamo. E se non ci sei fai entratacce, rispondi male all’arbitro, che poi ti punisce... Non potevamo neppure salutare gli avversari prima delle partite. Se lo facevi eri visto male, non eri considerato pronto alla guerra. La guerra: ma che roba è? Una cosa è la cattiveria agonistica, un’altra la violenza”.
LASCIARE IL SEREGNO? - “Ci ho pensato, ma per fortuna il presidente ci ha liberato da questo incubo. La sera tornavo a casa e stavo male. Per me il calcio è passione, divertimento, amore. La fiammella si stava spegnendo, adesso è stata riaccesa. Ci sono più serenità, più armonia, più compattezza. Se vogliamo possiamo anche fare la battuta, nello spogliatoio, si può ridere. Ho riconquistato il mio calcio. Prima c’era Gomorra”.