Caos Milazzo, dove i giocatori dormono allo stadio. Li salverà Cesare Previti?
La storia. La società mamertina si è affacciata per la prima volta al calcio professionistico appena due anni fa grazie a tre promozioni consecutive. Ottimo è stato l’esordio in Seconda Divisione con un 3° posto e i play off persi con l’Avellino grazie anche ai numerosi giocatori provenienti dal settore giovanile del Catania. La proprietà del Milazzo è infatti vicina alla famiglia Lo Monaco e nella scorsa stagione la società mantiene la categoria ottenndo la salvezza con una giornata di anticipo. Poi il 25 luglio le quote della società vengono ceduto al gruppo guidato da Giuseppe Peditto.
Ma qui iniziano i guai perché l’operazione desta parecchie perplessità e il dubbio che Lo Monaco si sia voluto disfare del Milazzo utilizzando dei prestanome si insinua nelle menti dei tifosi mamertini. Da agosto in poi si susseguono notizie quantomeno singolari per una società professionistica: la trasferta di Casale (quasi 3000 chilometri tra andata e ritorno) affrontata in pullman, i 33 giocatori tesserati alcuni dei quali con contratti pesanti, la fuga di allenatore, massaggiatore e magazziniere, la latitanza del presidente Peditto. I tifosi rumoreggiano e la squadra decide di non allenarsi. Manca il materiale tecnico, non arrivano né gli stipendi né i soldi degli alloggi, alcuni giocatori vengono sfrattati e dormono negli spogliatoi dello stadio. Eppoi il presidente trovato nascosto nel bagagliaio di un auto, consigli comunali straordinari, fidejussioni scadute. Qualcosa potrebbe cambiare nei prossimi giorni con il ritorno della vecchia società o il passaggio nuovi acquirenti tra cui è spuntato un gruppo romano vicino all'onorevole Cesare Previti, che però per il momento ha smentito categoricamente di essere interessato. Il materiale per un romanzo c’è tutto.