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Bologna, squadra in crisi e tifosi in rivolta: la presidenza Saputo è un fallimento?
DI CHI SONO LE COLPE? - La rabbia del popolo rossoblù è tangibile, e sui social è partita la contestazione nei confronti della squadra. L'obiettivo principale delle ire dei tifosi è Roberto Donadoni, accusato di essere il primo responsabile del pessimo rendimento di una squadra che non riesce in alcun modo a reagire. Molli, inconsistenti e rassegnati: così appaiono i giocatori del Bologna, e sommesso sembra anche il tecnico, che non sta riuscendo in alcun modo a risollevare un gruppo in balia degli eventi e sembra ormai destinato a dare l'addio al Bologna. Non solo Donadoni, anche Mattia Destro è finito al centro delle critiche; il classe '91, che era stato accolto da eroe al momento del suo arrivo in Emilia, è un corpo estraneo all'interno dello scacchiere tattico del Bologna, e sta continuando ad inanellare prestazioni inconsistenti e fortemente negative. La crisi dell'ex Roma, che è il giocatore più pagato e rappresentativo, rappresenta alla perfezione il momento della squadra, che a livello di gioco espresso è una delle peggiori d'Europa.
IMPERDONABILI...- Emblematica l'apertura del Resto del Carlino di Bologna, che questa mattina titola così la pessima prova dei rossoblù contro il Milan: ''Imperdonabili''. Una parola capace di rappresentare alla perfezione il pessimo momento della squadra e la rabbia del popolo bolognese, che è stato costretto ad assistere ad uno spettacolo indecente. Basti pensare che era dal lontano 94/95 che, da situazione di parità, una squadra in superiorità numerica di due uomini non perdeva. Una prestazione inaccettabile che dovrà, inevitabilmente, portare ad una forte inversione di tendenza. Anche, e soprattutto, in società.
ASPETTATIVE TRADITE - Joey Saputo, presidente del club, si era affacciato al mondo Bologna presentando un progetto che, almeno sulla carta, sembrava poter essere vincente, ma che in realtà si è rivelato essere fallimentare, almeno per il momento. Gli investimenti non sono mancati, questo è vero, ma la rosa non è stata rinforzata a dovere, e, anzi, nell'ultima sessione di mercato estivo l'organico è stato privato di uno dei suoi punti di riferimento: Amadou Diawara. Il talento classe '97, che la passata stagione era stato il migliore per rendimento, è stato ceduto a 15 milioni al Napoli; alla partenza del guineano, però, non hanno fatto seguito acquisti di spessore, in grado di migliorare la qualità della rosa. Certo, Saputo al momento della presentazione aveva affermato di voler affrontare una crescita graduale, ma dopo tre anni dall'ingresso in società, questi miglioramenti stentano ad arrivare. Il Bologna, infatti, è una squadra che continua a navigare nell'anonimato della classifica, e solo la presenza di tre club già virtualmente retrocessi permette agli emiliani di dormire sonni tranquilli. E quelle parole di Saputo, che aveva affermato di voler portare entro dieci anni il club a lottare per lo scudetto, oggi suonano più come una boutade che non come un reale progetto. E a Bologna sono costretti ad osservare una squadra che sembra stia affondando in modo perpetuo ed inesorabile... con quelle promesse sullo sfondo, che hanno lasciato spazio solo a tante delusioni e fallimenti.