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    Cannavaro a CM: 'Potevo allenare la Fiorentina, mi hanno bloccato in Cina. Vi racconto il mio quaderno degli appunti'

    Cannavaro a CM: 'Potevo allenare la Fiorentina, mi hanno bloccato in Cina. Vi racconto il mio quaderno degli appunti'

    • Francesco Guerrieri
    Nello sguardo di Fabio Cannavaro si percepisce l'entusiasmo di chi ha voglia di allenare. Osserva, studia, si aggiorna in attesa della chiamata giusta. L'avventura complicata di Benevento è stata messa alle spalle insieme a qualche rimpianto, Cannavaro ha voltato pagina e ospite della nostra redazione ha raccontato anche di quando è stato vicino ad allenare in Serie A.

    Chi è nel calcio attuale il difensore più forte al mondo? 
    "Van Dijk ha perso un po' di concentrazione, ma quando è in forma resta il migliore. Oggi si sente dire qualsiasi cosa su come difendere, ma alla fine la marcatura è una sola. E sempre quella".

    E un giovane della Serie A che ti piace più degli altri?
    "Scalvini dell'Atalanta. Pur essendo alto non ha paura di giocare uno contro uno".

    Quanto calcio guardi al giorno? 
    "Tantissimo. Dopo pranzo mi metto a lavorare un paio d'ore su qualche partita già vista, sui miei appunti analizzando qualche giovane. Non pensavo di appassionarmi così, ma non è una cosa che mi pesa. Spesso consulto ancora un quaderno dove scrivevo quando giocavo".

    E cosa ci scrivevi?
    "Segnavo le cose positive e negative degli allenatori. Per esempio: quando una squadra sta perdendo e l'allenatore è seduto in panchina ai giocatori viene trasmesso il gesto di resa. Tanti dicono che quando si diventa allenatori bisogna dimenticare l'esperienza da calciatori, io invece penso che sia un valore aggiunto. Almeno nel mio caso".

    Cannavaro a CM: 'Potevo allenare la Fiorentina, mi hanno bloccato in Cina. Vi racconto il mio quaderno degli appunti'

    Nello staff c'è anche tuo fratello Paolo, ha mai pensato di staccarsi per diventare anche lui allenatore?
    "Per me lo staff è fondamentale, ognuno di noi deve avere un ruolo ed essere parte integrante del gruppo. Ho provato a staccare Paolo, ma per adesso mi ha detto di no e preferisce restare con me. E io sono molto esigente eh, li faccio faticare tanto".

    In questi anni c’è mai stata la possibilità di allenare in Serie A?
    "Sì, la Fiorentina quando andò via Prandelli (marzo 2021, ndr). In quel periodo allenavo il Guangzhou, sul contratto avevo una clausola di 50 milioni e non c'è stato modo di trovare una soluzione. Ho avuto anche la possibilità di andare all'Inter Miami, avevo già parlato con Beckham ma non se ne fece nulla sempre per questa clausola".

    Cosa non ha funzionato nell’esperienza a Benevento? 
    "La Serie B è un campionato difficile, anche se meno tecnico e più fisico rispetto a quello cinese. Per fare il gioco che voglio io serve tecnica e un po' di cattiveria, ma sono convinto che quel Benevento con un attaccante in più non sarebbe retrocesso. A me era stata chiesta la salvezza, se avessimo avuto un'altra punta l'avremmo raggiunta".

    Chi è il calciatore ideale che vorresti allenare? 
    "Mi piace chi lavora in modo intenso dall'inizio alla fine. Nel calcio non ci si può permettere di rilassarsi. Una carriera dura in media 15 anni, chi inizia questo percorso deve capire che non esistono giorni di vacanza; se perdi 0-3 e vai in discoteca per me sei un deficiente, e se dovesse succedere apprezzerei la sincerità di un giocatore che viene da me e me lo dice. Così si può provare a ridurre l'errore".

    C'è stato un allenatore col quale non andavi d'accordo?
    "Posso dire quello che ha fatto più fatica: Passarella a Parma. Arrivò in un momento difficile e non capì i problemi della squadra. Avevamo bisogno di una persona allegra, lui era molto rigido e non ci fu empatia".

    @francGuerrieri 

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