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  • Cannavaro a CM: 'Bocciato dal Milan, sono stato vicino alla Roma. Vi racconto lo scambio con Carini'

    Cannavaro a CM: 'Bocciato dal Milan, sono stato vicino alla Roma. Vi racconto lo scambio con Carini'

    • Francesco Guerrieri
    Il sorriso che ha Fabio Cannavaro quando entra nella redazione di Calciomercato.com è lo stesso che sfoggia quando gli chiediamo se si ricorda la formazione dell'Italia nella finale mondiale 2006: "No certo... Secondo voi non me la ricordo?!". Gli occhi brillano come mai era successo nell'ora e venti in cui ci ha raccontato aneddoti, curiosità e retroscena. 

    Eri uno dei giocatori più importanti del Parma più forte della storia. Quanti rimpianti ci sono per non aver vinto lo scudetto? 
    "Molti. E parlo di quando c'era Malesani, uno dei migliori allenatori che ho avuto. All'epoca ci trasmetteva concetti che oggi sono considerati moderni: l'attaccare alti, il possesso palla e l'idea di fare sempre un passo avanti e non indietro. Erano istruzioni talmente nuove che perdemmo tre mesi per capirle. Ricordo che una volta ci fu un duro confronto tra noi giocatori e Malesani, Fuser e Dino Baggio gli dissero di tutto".

    Ci racconti l'aneddoto di Thuram e dei suoi calzini?
    "Da buon francese si presentò con dei calzini bianchi e bassi; va bene una volta, due, tre... Ma dopo un po' andai io a comprargliene di nuovi, alti e scuri. Quando arrivavano gli stranieri succedeva spesso".

    Nell'estate 2001 si era parlato di un tuo trasferimento alla Roma.
    "Siamo stati vicini. Sensi era molto interessato, poi si rese conto che avrebbe dovuto spendere una cifra troppo importante così rinunciò sia a me che a Buffon, altro giocatore cercato in quella sessione di mercato".

    Parma, Inter, Juve e Real Madrid: qual è stato il trasferimento più difficile? 
    "Quello all'Inter, perché in quei giorni stavo per andare al Milan. Sacchi mi disse di parlare con i dirigenti rossoneri, ci fu qualche contatto ma alla fine non se ne fece nulla. A distanza di tempo, Braida mi chiese scusa dicendomi che non mi portò al Milan per la mia statura". 

    Cannavaro a CM: 'Bocciato dal Milan, sono stato vicino alla Roma. Vi racconto lo scambio con Carini'

    Sei stato protagonista di uno degli scambi più chiacchierati del calcio: te alla Juve e Carini all’Inter. 
    "Vorrei precisare che io all'Inter stavo benissimo, fosse stato per me non sarei andato via. Ma avevo 29 anni, ancora tre di contratto e guadagnavo tanto; inoltre venivo da un infortunio che mi aveva fatto giocare solo 26 partite e anche a basso livello. Nei tre mesi estivi lavorai duramente per tornare in forma, ma un giorno Oriali mi disse che mi stavano vendendo alla Juve in cambio di Carini. Io rimasi incredulo: 'Scambio con Carini?!' chiesi. Mi spiegò che era consapevole dell'errore, ma la società aveva bisogno di risparmiare sull'ingaggio".

    Hai fatto parte di quella Juventus che nel 2006 vinse lo scudetto poi tolto.
    "Io quell'anno ho vinto tutto, per me quel campionato è vinto. Le prestazioni in campo restano. In generale penso fosse sbagliato tutto il sistema, così com'è sbagliato il sistema delle plusvalenze; sono situazioni nelle quale bisognerebbe cercare di ridurre il margine d'errore. Oggi grazie a Calciopoli abbiamo una classe arbitrale che ci invidiano. Possono sbagliare, ma non si può dire che non siano seri". 

    In estate, dopo il Mondiale, il trasferimento al Real. Ci racconti lo spogliatoio con Roberto Carlos, Beckham, Raul, van Nisterlrooy? 
    "Un calcio diverso, più individuale. All'inizio feci fatica perché i campi sono più bagnati e i giocatori più tecnici: lì si gioca palla al piede, non nello spazio. Se gliela appoggiavo un po' più avanti a Sergio Ramos il pallone finiva in fallo laterale. A Madrid capii la gestione di un giocatore di 35 anni: il mio secondo anno, con Schuster in panchina, volevo giocarle tutte; lui però almeno una volta al mese mi lasciava a casa. In quei momenti mi arrabbiavo, poi iniziai a capire...".

    In quella squadra c’era anche Cassano, ti ricordi un aneddoto con lui? 
    "Ma Antonio è stato tutto un aneddoto, dal primo giorno all'ultimo. Era ben voluto dai compagni e aveva grande rispetto per i giocatori più anziani, quando gli parlavamo ascoltava molto. Ma ha sprecato una bella opportunità, era fatto così e non ci si poteva fare niente. Se io avessi avuto le sue qualità forse avrei vinto 3/4 Palloni d'Oro".

    Che emozione è stata la prima volta al Bernabeu? 
    "E' uno stadio che ti resta dentro. Come San Siro, il San Paolo... Rimasi impressionato dal manto erboso".

    @francGuerrieri 

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