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Cancelo fra Inter e Portogallo, luci e ombre: il sinistro non c'è, e i tunnel...
O CRUZAMENTO DE JOAO - Innanzitutto un crossatore sopraffino. Specializzato in un gesto però, e dunque, non ancora e non proprio un crossatore completo. Cancelo infatti eccelle in un particolare tipo di traversone, che tuttavia è anche il più importante per un terzino. Non prendo le mosse dall’assistenza a Perisic, quella che ha portato in vantaggio l’Inter contro i blucerchiati: lì ci sarebbe piuttosto da sottolineare la torsione e lo stacco del croato su un pallone così così. Riavvolgiamo il nastro invece fino al primo minuto di gioco, nel punto in cui il numero sette portoghese effettua il suo primo cross della partita. Di destro, forte, tagliato, sulla corsa in anticipo di Icardi. Questo pallone sfiorerà la testa dell’argentino in tuffo, traiettoria scomodissima per Viviano e per il marcatore al centro dell’ area (Silvestre). In questo metter palla tra linea di difesa e portiere (penso anche ai calci piazzati, al gol di Ranocchia contro il Benevento..) Cancelo è effettivamente uno dei migliori in Italia.
Sempre contro la Samp, almeno due volte, invece, il portoghese ha provato il tocco morbido per Icardi, sul secondo palo. Quasi un lancio in profondità più che un traversone. Qui non commento l’errore tecnico di poco conto, il pallone leggermente lungo. Vorrei più che altro segnalarvi la presenza di Rafinha al limite, tutto solo, e pronto a ricevere un rasoterra forte e orizzontale che non arriva. Icardi condiziona, d’accordo. Cancelo però dovrà iniziare a variare, in prossimità dell’area, selezionando di volta in volta la giocata più efficace. L’Inter valorizza ancora troppo poco i rimorchi della seconda punta.
E IL MANCINO? – E quanto al mancino, com’ è messo Cancelo? Nel ritorno contro la Roma lo abbiamo visto “trivelare” davanti a Kolarov, nella ripresa, sfuggendo così all’utilizzo del suo piede debole: il sinistro. Eppure Spalletti -molto di rado, a dire il vero- lo ha schierato addirittura sulla fascia sinistra. Mi viene in mente il secondo tempo col Napoli a San Siro, e prima ancora uno Spal-Inter. Proprio in questo secondo caso Cancelo risultò determinante con uno splendido cross di mancino, del tipo di quelli che fa a destra, forti e tagliati. Vicari andò così in difficoltà nella soluzione del problema traiettoria-Icardi Icardi-traiettoria, che alla fine fece autogol.
Ma un bel gesto non inganni più del dovuto. Col Napoli, spostato a sinistra, Cancelo non ha quasi mai utilizzato il mancino, se non per svirgolare clamorosamente un pallone in corsa, sulla trequarti, ricorderete. Anche a destra lo usa poco o niente, privilegiando piuttosto l’esterno del piede forte (peraltro educatissimo). Sotto ho riportato l’errore marchiano da cui è partito il contropiede dell’Olanda, lunedì sera. Quello concluso poi in rete da Depay, l’1-0. Siamo nella metà campo degli Arancioni: dopo una prima triangolazione orientata verso lo spigolo dell’area, pur essendosi offerte almeno due linee di passaggio facili, il terzino lusitano ha mancato un corridoio piuttosto ampio davanti a sé centrando in pieno il piede destro di Propper. Costretto a usare il mancino, Cancelo sgarra.
GIOCATA CHIAVE CONTRO LA SAMP - Citavo d’altra parte l’arma efficace dell’esterno destro di Cancelo, perché avevo in mente di parlarvi della giocata chiave con cui Spalletti ha scardinato il centrocampo di Giampaolo. Ecco un esempio tra i tanti. Quando il pallone, o in costruzione bassa, o su un cambio di gioco, arrivava a Cancelo, il terzino, inizialmente libero, era subito attaccato dalla mezzala blucerchiata, vale a dire da Praet. Se però Torreira, il centrocampista centrale del rombo, non riusciva ad accorciare in tempo dietro a Praet, e se Ramirez contemporaneamente non scalava sul centro-sinistra, o perché non si accorgeva del pericolo o per pigrizia, allora si formava un vuoto consistente tra la mezzala e il regista della Samp. Un vuoto che il terzino Murru non poteva certo colmare, a meno di trascurare Candreva lungo la fascia, scelta improbabile nonché dissennata. Per sfruttare questo vero e proprio “bug” del 4-3-1-2 di Giampaolo, Spalletti chiedeva ripetutamente a Gagliardini un movimento interno-esterno in diagonale, che finisse proprio nella zona sguarnita. Bisognava poi servirlo in quel punto, nei modi e nei tempi opportuni. E questo compito spettava a Cancelo, magari d’esterno.
INTER IN LOB – Va aggiunto che l’Inter, in fase di costruzione, non è migliorata solo nel fraseggio corto, con l’impiego di Cancelo sulla destra. Adesso ha anche un altro modo per eludere le pressioni forti, come ad esempio quella esercitata dalla Roma di Di Francesco a San Siro (vedi sotto). Il terzino portoghese infatti è in grado di saltare il centrocampo avversario tagliandolo in diagonale o verticale con precisi e mirati lob. In questo caso il giocatore pescato tra le linee (linee molto alte..) è Borja Valero. Contro la Samp, invece, nell’azione del quarto gol era Rafinha.
NEL TUNNEL DEI TUNNEL – Ci sono però ancora altri difetti di cui parlare a proposito del numero 7 nerazzurro. Nella gara di ritorno col Napoli abbiamo forse assistito al tunnel (mancato) più assurdo della storia del calcio. Cancelo, beninteso, è realmente predisposto a questo gesto tecnico irrisorio. Ne fa in continuazione, e tendenzialmente gli riescono. Ma se “errare è umano e perseverare è diabolico”, allora ignorare una ripartenza sullo 0-0 per fare un tunnel a Insigne, risalendo il campo come se non ci fossero porte da attaccare, cosa dovrà mai essere? Mah. Tra l’altro aveva appena vinto un contrasto durissimo con Jorginho, che non è mica leziosetto, Cancelo!
DIAGONALI – Infine un’ultima nota di demerito, o piuttosto la segnalazione di una ricaduta (visto che nella linea a quattro interista non capita più da un po’ di tempo). Così, giusto per bilanciare gli entusiasmi della scorsa settimana. Nella partita di lunedì sera, anche il secondo gol dell’Olanda, il colpo di testa di Babel, non depone a favore di Cancelo. Su un cross proveniente dalla destra, il terzino tarda a chiudere in diagonale. La distanza tra i due giocatori al momento del cross è tanta, troppa. E’ questo un vizietto che a inizio anno Spalletti cercò subito di raddrizzare e che, forse, pensava di aver estirpato già del tutto.