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Campio-nati il 21 aprile: auguri a Toninho Cerezo, 'Er Moviola' Andrade, Matteoli, Valdifiori, Braida e... Fica
TONINHO CEREZO, 1955, uno dei grandissimi del calcio mondiale. Univa talento brasiliano e concretezza europea, senza dimenticare l'aspetto ludico del pallone: "Il calcio è felicità, gioia di vivere. Il calcio è riso con i fagioli". Era detto "Tira e molla" per l'andatura dinoccolata, ma anche "Er tappetaro". Figlio di un clown circense, è sempre stato un antidivo. A Roma non era difficile trovarlo in metropolitana. Appartiene alla categoria dei giocatori longevi: ha giocato, a buoni livelli, fino al 1997, a 42 anni, poi ha fatto l'allenatore in Brasile, Giappone, Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Arrivato a Roma, dopo lo scudetto, nell'estate 1993, coi giallorossi vinse 2 Coppe Italia, ma provò anche 2 cocentissime delusioni: la finale di Coppa dei Campioni persa ai rigori col Liverpool e la beffa delo scudetto 1985-86, gettato al vento con la sconfitta casalinga alla penultima giornata col già retrocesso Lecce. Dopo quest'ultima, già trentunenne passò alla Sampdoria. In 6 anni vinse altre 2 Coppe Italia, ma anche lo scudetto del 90-91 (per festeggiare si tinse di biondo i suoi mitici baffi) e una Coppa delle Coppe, perdendo alre 2 finali europee (Coppa delle Coppe 1989 e Coppa dei Campioni 1992). Col San Paolo ha vinto una Coppa Libertadores e 2 Coppe Intercontinentali, la seconda contro il Milan nel 1993. E' stato citato anche in una scena del film Vacanze di Natale 1983. Negli ultimi anni il suo nome è circolato parecchio nella stampa gossippara, in seguito alla vicenda del figlio Leandro, diventato donna e conosciuto come Lea T. Quest'ultima, in una puntata de "Le invasioni barbariche" ha letto una lettera inviatale da Cerezo: "Non possiamo essere bravi in tutto, e tu, Lea T. Cerezo sai fare molto più che semplici palleggi. Hai avuto il coraggio, con eleganza di tentare di rompere i paradigmi e di mostrare al mondo che dobbiamo accettare le differenze, essere tolleranti con la diversità. Capire e non giudicare ciò che non conosciamo. Il cammino può essere lungo ma sicuramente non sarà lo stesso senza di te. Bambino o bambina, Leandro o Lea, non importa più. Sarò sempre tuo padre e tu, orgogliosamente, una parte di me".
E dopo un campione carioca rimasto nei cuori dei tifosi italiani, auguriamo buon compleanno a un altro brasiliano che in Italia è entrato invece nella categoria "Bidoni".
ANDRADE, 1957, centrocampista. In Brasile aveva vinto 5 campionati brasiliani (4 con il Flamengo e 1 con il Vasco de Gama), oltre ad una Coppa Libertadores e una Coppa Intercontinentale. Quando arrivò alla Roma nell'estate 1988, fu accolto come l'erede di Falcao e soprannominato "Maraja". Giocò solo 9 partite e diventò "Er Moviola". Siccome i bidoni, come le digrazie, non vengono mai soli, arrivò con lui anche Renato Portaluppi. Ovviamente fu lenta anche la trattativa per il suo acquisto, che durò 3 mesi. "Ho scelto la Roma, con la quale ero in trattative da tre mesi, perché voglio ripetere le imprese di Falcao". "Arrivai alla Roma quando Liedholm era stato, da poco, esonerato. Lo richiamammo subito. Un giorno gli chiesi: Mister, ma questo Andrade mi sembra un po' lento. Lui disse: No, non è vero, Ciccio. Corre. Piano, ma corre" (Emiliano Mascetti, Dirigente Roma 1988/89). Si narra che durante un incontro di Coppa Uefa a Dresda, con la neve e il campo ghiacciato, Liedholm lo fece entrare e lo sostituì dopo pochi minuti, dopo averlo visto scivolare e cadere rovinosamente a terra.
GIANFRANCO MATTEOLI, 1959, ex centrocampista di Como (partita di campionato Primavera contro la Juventus, la gara più sentita. Gianfranco sta giocando benissimo quando alla fine del primo tempo l’allenatore Pezzotti gli dice: "Tu fuori". "Lì per lì mi arrabbiai di brutto – racconta Gianfranco – poi dopo mezz’ora si avvicinò Bagnoli, allenatore della prima squadra e mi disse che ero convocato con i grandi". Il giorno dopo debuttò a 18 anni (compiuti un mese prima) in B contro la Spal 0-0). Reggiana, Sampdoria, Inter, Cagliari, Perugia. Coi nerazzurri vinse lo scudetto dei record nel 1988-89. Era un regista abile nel controllo del pallone e di passo breve, metronomo e cadenzatore dei tempi di gioco. Fu proprio Trapattoni a ridefinirne il ruolo, arretrandolo ulteriormente verso la linea di centrocampo, sino alla posizione antica di centromediano metodista. Anche perché nella metà campo alta, giostrava un certo Lothar Matthaus. 27 novembre 1988 andò in gol contro il Cesena dopo soli 9 secondi e 9 decimi, stabilendo un primato destinato a durare un lustro. Nel Cagliari fu protagonista della fantastica cacavalcata che lo portò sino in semifinale della Coppa UEFA 93-94. Eliminò anche la Juve e perse in semifinale con l'Inter, che poi vinse la finale. Matteoli così ricorda uno dei momenti più esaltanti, il turno vittorioso con i belgi del Malines, allora squadra di vertice europeo: "Che gioia quei successi. Mai come a Malines però. Lo stadio era tutto per noi, i nostri compaesani fecero un tifo d’inferno e la nostra vittoria per 3-1 fu il ringraziamento dovuto per quella gente meravigliosa". Una delle reti portò la sua firma. Attualmente è consulente tecnico del Como. Tra l'ottobre e il dicembre 2001 fu allenatore del Cagliari, allora impegnato nel campionato di serie B, in coppia con Giulio Nuciari.
E, guarda caso, il 21 aprile è (carrambata!) il compleanno anche di GIULIO NUCIARI, 1960, ex portiere di Ternana, Milan, Monza e Sampdoria. Attulmente è nello staff tecnico di Mancini all'Inter. E' il simbolo degli eterni numeri 12. Detiene infatti il record di panchine in serie A per un portiere: ben 333.
A proposito di portieri, buon compleanno a SEBASTIAN CEJAS, 1975, ex portiere argentino di Roma, Siena, Ascoli, Fiorentina, Empoli e Pisa. Specialista in rigori. Non soltanto perché in carriera ne ha parati 8, ma soprattutto perché li tirava. Già prima di arrivare in Italia ne aveva realizzati 7 su 9. Uno dei due errori fu però particolarmente dannoso, nel febbraio 2001, partita del Newell's Old Boys contro il Chacarita. Sebastian nel finale di partita si reca sul dischetto per calciare l'ennesimo rigore. Ma qualcosa va storto, il collega avversaro Vivaldo si butta dalla parte giusta e para, quindi esce in fretta dall'area di rigore permettendo alla sua squadra di insaccare nella porta sguarnita firmando l'1-0. In Italia nell'aprile 2003 segna su rigore del 2-1 in Ascoli-Catania (serie B) togliendo il pallone dalle mani di Fontana che ne aveva sbagliato un altro in precedenza. Nella Fiorentina realizzò uno dei rigori finali contro la Roma in Coppa Italia, non riuscendo però ad evitarne l'eliminazione. Arrivò in Italia, alla Roma, nel 2001 dopo esseri liberato dal Newell's che non gli pagava lo stipendio. La Fifa poi diede torto alla Roma e stabilì che la società italiana dovesse 750 mila dollari a quella argentina.
Buon compleanno anche a:
MIRKO VALDIFIORI, 1986, centrocampista del Napoli (ex Cesena, Pavia, Legnano, Empoli).
THIAGO CIONEK, 1986 difensore polacco-brasiliano, ma gioca con nazionale polacca, del Palermo (ex Padova e Modena).
MARCO DONADEL, 1983, centrocampista del Montreal Impact (ex Milan, Lecce, Parma, Sampdoria, Fiorentina, Napoli e Verona).
MATTEO SERAFINI, 1978, attaccante del Venezia.
GIACOMO ZAPPACOSTA, 1988, centrocampista della Lupa Roma.
VINCENZO GATTO, 1992, centrocampista della Cavese.
MARCO TAINO, 1993, terzino sinistro della Pro Patria.
NICOLA CICCONE, 1996, attaccante ella Cremonese. MATTEO PESSINA, 1997, centrocampista del Catania, in prestito dal Milan.
ARIEDO BRAIDA, 1946, direttore sportivo per il mercato estero del Barcellona dal 12 febbraio 2012. In precedenza era stato ds di Monza, Udinese, Milan e, per tre mesi(Dal 1 luglio 27 settembre 2014) direttore generale della Sampdoria. Come calciatore, attaccante, aveva militato, tra il 1962 e il 1981, in Udinese, Pisa, Brescia, Mantova, Varese, Cesena, Palermo, Monza, Parma e Sant'Angelo.
E,infine, ad un giocatore che non gioca in Italia, ma che, se lo facesse, sarebbe sicuramente molto popolare: FERNANDO FICA, 1983, centrocampista cileno del Magallanes.