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    Campio-nati il 10 aprile: auguri a Gonzalo Rodriguez e a Roberto Carlos, che ha otto figli da sei donne diverse

    Campio-nati il 10 aprile: auguri a Gonzalo Rodriguez e a Roberto Carlos, che ha otto figli da sei donne diverse

    CAMPIO-NATI il 10 APRILE. Buon compleanno a: 

    GONZALO RODRIGUEZ, 1984, difensore centrale argentino, ma con passaporto spagnolo, alla Fiorentina dal 2012, dopo 8 anni al Villarreal. All'inizio arrivò controvoglia "Era già stato fatto tutto per il mio ritorno al San Lorenzo: mancava soltanto l'ultimo sì del Villarreal. Il mio agente ha scoperto solo all'ultimo che il Villarreal aveva in mano una proposta più vantaggiosa da parte della Fiorentina. Se avessi voluto andare al San Lorenzo, avrei dovuto pagare di tasca mia la differenza. Mi hanno messo con le spalle al muro e non avevo altra scelta che accettare, altrimenti mi avrebbero tenuto in Spagna e fatto allenare da solo a fare giri di campo. Mi dispiace molto perché ci tenevo a tornare in Argentina". Adesso è un punto di forza irrinunciabile della squadra gigliata. Ne è anche il capitano. Difensore dai piedi buoni e col vizio del gol, di testa e su rigore. A Firenze è anche diventato papà, l'ottobre scorso, del piccolo Ian Luca. Andando controcorrente rispetto alla maggioranza dei suoi colleghi, la sua compagna non è una velina o una modella, ma una ragazza di Vaiano, Martina, che gestisce col fratello, una gelateria. Rientra invece nella tradizione che vede arrivare a Firenze giocatori che hanno subito gravi infortuni. Infatti Il 16 aprile 2006  si infortunò ai legamenti del ginocchio sinistro, e fu costretto a restare inattivo per otto settimane, Il 19 agosto 2006 subì un altro infortunio, la rottura del  del ginocchio destro, che lo obbligò a restare fuori per sette mesi, fino al 15 aprile 2007 . Il 14 giugno 2007 subì infine un terzo infortunio, al legamento del ginocchio: operato, rimase lontano dai campi per altri sei mesi. In questo caso, però, è andata bene alla Fiorentina: è un giocatore integro, che ha dato sicurezza e personalità  al reparto arretrato. Ama la musica, in particolare, Metallica e Pink Floyd, ma sul braccio ha tatuata la Madonna, quella che di cognome non fa Ciccone. 'Mi sono avvicinato alla fede durante il secondo infortunio, quando mi regalarono una croce per il rosario che mi ha dato molto conforto in quel momento difficile, così mi sono tatuato la Vergine Maria.”. E' musicista lui stesso “suonare amatorialmente la batteria e la chitarra servono tantissimo come forma di rilassamento e, certe volte, valvola di sfogo”. Eccolo mentre suona la chitarra prima della Partita del cuore 

    https://www.youtube.com/watch? v=buh7lT4wQJw&nohtml5=False 

    e protagonista di un video musicale 

    https://www.youtube.com/watch?v=CezURnmG698&nohtml5=False

    ROBERTO CARLOS, 1973 terzino sinistro, acquistato dall Inter nel 95-96 e dopo un solo anno rivenduto, con una minusvalenza di 3 miliardi, al Real Madrid, dove rimase, vincendo di tutto, fino al 2007.  Il tecnico Roy Hodgson, ritenendolo "indisciplinato tatticamente", gli preferì Alessandro Pistone (SIC!). “Dicono che sono stato poco all'Inter ed è vero. Ma io non volevo perdere il posto in Nazionale. Mancava poco alla Copa America e Roy Hodgson mi schierava continuamente come attaccante esterno; io non posso essere una punta, perchè sono alto 1,50". La Copa America era dietro l'angolo, io volevo esserci a tutti i costi e pensai che non sarei stato convocato se avessi continuato a essere impiegato come attaccante. Allora la Serie A era popolarissima in Brasile e tutti guardavano le partite del campionato italiano in televisione. Anche mia madre a un certo punto mi chiamò e mi disse: 'Perchè stai facendo l'attaccante? Tu in Nazionale sei un terzino sinistro'".  "Chiamai Moratti e lo implorai di convincere Hodgson a riportarmi in difesa. Lui mi disse che io spingevo troppo e di solito i terzini in Italia sono più difensivi di me. Allora gli chiesi di essere ceduto e il giorno dopo Capello chiamò Moratti, dicendogli che mi voleva al Real Madrid. E Moratti fu veramente gentile a capire che io potevo scrivere la storia del calcio soltanto giocando come terzino sinistro". Famoso per le sue discese sulla fascia e le micidiali punizioni. E' passata alla storia quella realizzata, da 35 metri, il 3 giugno 1997 in amichevole con la Francia. 

    Guarda video  https://www.youtube.com/watchv=3ECoR__tJNQ&nohtml5=False  

    "Mai capito come mi è uscita. Usavo scarpe strette, e di sicuro hanno aiutato. Il pallone era molto leggero, e ha aiutato. La mia coscia sinistra ha una circonferenza di 64 centimetri, e anche quello c'entra. Però il tiro con le tre dita l'ho provato mille volte. Non mi è mai più riuscito". Ha 8 figli da 6 madri diverse “una era messicana, una ungherese, le altre brasiliane. Quattro più due, sei". Infatti, ora che fa l'allenatore (in India al Delhi Dinamos)  è candidato a vincere l'INSEMINATORE D'ORO (battutaccia). “Una volta a Madrid stavo uscendo da un ristorante quando si avvicinò una signora: 'Ronaldo, Ronaldo, mi firmi un autografo?'. E io: 'Ok, mi dia il foglio. Con affetto, Ro-nal-do'. Quando lei capì, andò dalla Polizia a denunciarmi. Ho dovuto spiegare ai poliziotti che scherzavo". “Con Seedorf  abbiamo vissuto nella stessa casa per un anno e mezzo: ogni volta stava in bagno tre ore a sistemarsi quei capelli con una crema cattivissima. Insopportabile!!”

    MARIO STANIC, 1972, nato in Bosnia ma croato, Zeljeznicar, Dinamo Zagabria, Sporting Gijon, Benfica, Bruges, Parma, Chelsea. “Stanic è un giocatore di qualità straordinarie che incarna sogni di un qualsiasi allenatore del calcio moderno. Corre come un disperato sulla destra, contrasta, marca, ruba palla e poi dribbla, serve assist, tira, stacca di testa, fa gol. Forse nell' intervallo prepara anche il the, chissà. Non a caso nella vita ha fatto lo stopper e la punta, il trequartista e il terzino. Potente, veloce, tecnico: il famoso Universale deve essere qualcosa del genere.” (Emilio Marrese) Nel 91 scappò, corrompendo un miliziano di frontiera per 400 marchi da Sarajevo - lui che viveva da croato nel quartiere serbo - dopo un mese dallo scoppio del conflitto. "della guerra può parlarne solo chi l' ha vista, io sono fuggito".Il procuratore Naletilic lo sistemò al Croatia Zagabria (11 gol) e provò a darlo al Milan, con Savicevic, perché lo parcheggiasse da qualche parte. Niente da fare. Arrivò al Parma nel 1996, al posto di Zola, per 8 miliardi, dopo essere stato ad un passo dalla Fiorentina, che in pratica lo aveva in mano, ma decise  di mollare tutto dopo l' ennesimo gioco al rialzo del Bruges. Cecchi Gori prese  Kanchelskis per  sedici miliardi
     
    Il 10 aprile era nato anche: 

    HELENIO HERRERA, 1910, scomparso nel 1997. L'inventore del ruolo dell'allenatore moderno: la vera rivoluzione di Helenio Herrera consistette soprattutto nella costruzione totale della figura del tecnico, il quale divenne autenticamente mago,in possesso di poteri altissimi sul corpo e anche sull'anima dei suoi adepti, cioé dei suoi giocatori. Herrera diede davvero una carica magnetica a chi giocava con lui, e si fece riconoscere con molti milioni questa "innovazione", aprendo la strada dei grossi guadagni un po' a tutti gli allenatori di grido, quelli cioé delle squadre di Serie A. Praticamente, questo Herrera non subì concorrenze. Il suo personaggio fu sempre al di là del bene e del male, al di sopra di una certa mischia: era sfrontato in una maniera non irritante,ma annichilente.” (Giampaolo Ormezzano)  “Il discorso è piuttosto semplice e fila: come H.H. è il più bravo di tutti, ottiene i risultati migliori di tutti. Lo tacciano di magia e lui risponde: "lavoro sodo"; lo ritengono tonto in panchina e lui dalla panchina non cambia mai nulla di proposito: un calciatore sbaglia già troppo a far quello che deve fare, figuriamoci a fargli fare altro. Il suo metodo è logica e applicazione, criterio analitico e fiducia in se stesso. Nessuno al mondo crede in H.H. quanto lui. E' certo, innegabile, arcisicuro che H.H. voglia un bene dell'anima a H.H., e che lo stimi più di chiunque su questa terra.” (Gianni Brera) La sua grande Inter entrò nella leggenda per la raffinata quanto micidiale in¬terpretazione del Catenaccio di cui si vantava di essere l'inventore «Giocavo terzino sinistro nello Stade Francais: in una gara importante stavamo condu¬cendo uno a zero ma eravamo in difficoltà; allora io, che ero il capitano, decisi di modificare il modulo a WM con cui eravamo schierati: mi spostai dietro la difesa, da¬vanti al portiere, e dissi al media¬no di prendere in consegna la mia ala. Quando poi divenni allenato¬re della stessa squadra, mi ricordai di quella esperienza eadottai lo schema abitualmente in trasferta e per certi impegni importanti. I miei ragazzi lo chiamavano "le beton", il cemento, perché il libero garantiva una difesa impenetrabile». La notte di San Silvestro del 1965 l'Inter era in ritiro ad Appiano Gentile. Il Mago diede disposizioni inflessibili: solito menu, a letto alle dieci. I giocatori non contestarono il ritiro; chiesero però di aspettare la mezzanotte e di fare un brindisi all'anno nuovo tutti insieme. Herrera fu irremovibile, avrebbe dato lui stesso l'esempio. Picchi organizzò allora il brindisi clandestino sull'onda di un passaparola che coinvolse quasi tutta la squadra. In vista della mezzanotte andò in cucina, prese alcune bottiglie di spumante e le portò in sala riunioni. I giocatori accesero la TV per attendere il fatidico momento. Audio ben abbassato, massima vigilanza,calice pronto al brindisi, il video li portò sul casinò di Campione d'Italia. A un certo punto andò in onda una scena che sembrò la copia conforme di quella celebre di Totò, Peppino e la malafemmina. Come Totò e Peppino, con contorno di ballerine, appaiono a loro insaputa in video alle mogli abbandonate, così ai nerazzurri in ritiro apparve da Campione, seduto festosamente a un tavolo, un elegante Helenio Herrera con sorriso formato trentadue denti. Se n'era andato alla chetichella, il Mago, e s'era portato via la chiave. Suo acerrimo nemico interno era Mariolino Corso che immancabilmente sussurrava «Tasi, mona» ad ogni appunto tecnico di H.H.

    Buon compleanno anche a: 

    VINCENT KOMPANY, 1986, difensore centrale belga del Manchester City, ma pare che Guardiola lo abbia già messo nella lista dei partenti
    NAJIB AMMARI, 1992, trequartista algerino del Latina
    LUCA CECCHINI, 1993, difensore del Teramo, in prestito da Virtus Entella
    DAVIDE CINATTI, 1994, difensore centrale dell'Ascoli
    EDOARDO LANCINI, 1994, difensore centrale  del Brescia
    ALBERTO FILIPPINI, 1984, trequartista del Pordenone
    NICOLA PASINI, 1991, difensore centrale della Pistoiese
    ALESSANDRO ORCHI, 1993, difensore centrale del Catanzaro

    e agli ex portieri: 
    MARCELLO TREVISAN 1942, portiere per 3 anni secondo di ZOFF al Napoli
    ANTONIO PIGINO, 1951, portiere di Torino e Sambenedettese
    BENIAMINO ABATE, 1962, portiere e padre di Ignazio, terzino del Milan

    e, sempre tra gli ex: 

    NICOLA CICCOLO, 1940, attaccante di Messina, Inter, Lazio, Verona.Vicenza, Mantova. Come allenatore  ottenne la  promozione del Chievo in serie D ne 1974-75

    GIAMPAOLO CERAMICOLA, 1964, difensore, 131 partite nel Lecce
    NICOLA CACCIA, 1970, attaccante girovago. Capocannoniere della B nel 2000-01, 23 gol, col Piacenza. Attualmente è nello staff tecnico di Montella
    GABRIELE FABIO GRAZIANI, 1975, attaccante, figlio di Ciccio, attualmente Vice allenatore nel Mantova.

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