fabio.manfreda
Campio-nati, 1 aprile: dal nonno di Seedorf al 'cin cin' di Zaccheroni. Antognoni, chiamato Enel, rifiutò la Juve
GIANCARLO ANTOGNONI, 1954, una delle ultime, vere, bandiere che hanno trascorso tutta la carriera in un'unica squadra. Nel suo caso la Fiorentina, 1972 al 1987. "L’Avvocato dopo il Mundial dell’82 ci provò in ogni maniera a convincermi. Agnelli mi ha salutato a fine carriera dicendomi: “Peccato Antognoni, lei è uno dei pochi che ha rifiutato di venire da noi”. Ho fatto la scelta giusta, non ho dubbi”. Da ragazzino, però, era milanista e il suo idolo Rivera. Anche a Nereo Rocco, che lo allenò ventenne, ricordava Rivera, “ma preferirei non arrossisse tutte le volte che gli rivolgo la parola”. Dopo il suo esordio, il 15 ottobre 1972, a Verona (il suo allenatore era Liedholm, che di lui disse: ”Di giocatori così ne nasce uno ogni 15 anni”) Gianni Brera lo definì “il ragazzo che gioca guardando le stelle”. I tifosi lo chiamavano anche ENEL, perché portava la luce in campo. Campione anche nella sfortuna. Lo scontro col portiere genoano Martina, il 22 ottobre 1981. Rimase esanime a terra, coi compagni che si mettevano le mani nei capelli. Intervennero immediatamente Raveggi, storico massaggiatore e, soprattutto, il professor Gatto, medico del Genoa, che con il suo massaggio cardiaco salvò la vita di Giancarlo. Una mezz'ora di attesa fino a che una voce dall'altoparlante avverte tutti i tifosi che il cuore di Antognoni ha ricomincito a battere e che, il giocatore, era fuori pericolo. Rientrò il 21 marzo 1982, in tempo per lo sprint finale per lo scudetto con la Juve, conclusosi con il celebre adesivo “Meglio secondi che ladri”. Al Mondiale spagnolo si infortunò proprio nella semifinale con la Polonia ed è costretto a saltare la finalissima dell'11 luglio «È l’unico vero rimpianto della mia carriera. Sono diventato campione del mondo, ma il non essere sceso in campo quella sera e non comparire nella foto, è come se mi avessero rubato metà del sogno. Al resto ci hanno pensato i ladri: sono entrati in casa e hanno portato via tutte le medaglie d’oro delle partite che avevo disputato ad Argentina ’78 e a Spagna ’82». Nella partita col Brasile, tra l'altro, aveva segnato il gol del 4-2, annullato, ingiustamente per i più. Il 12 febbraio 1984, in uno scontro col sampdoriano Pellegrini (evidentemente le squadre genovesi non gli portavano bene) si frattura tibia e perone. Campionato finito. Rientrerà quasi 5 anni dopo
ROBERTO PRUZZO 1955, "O Rey di Crocefieschi" prolifico centravanti di Genoa, Roma, Fiorentina. Nell'ultima stagione in maglia viola realizzò il suo unico gol ,di testa su cross di Roberto Baggio il 30 giugno 1989 proprio nello spareggio UEFA contro la Roma, in quella che fu anche l'ultima partita della sua carriera. Pruzzo lo definisce "un gol da orgasmo". "Perché la mia carriera stava finendo - racconta - e io volevo dimostrare che ancora valevo qualcosa –. Il 15 febbraio 1986, in Roma Avellino 5-1, realizzò una storica cinquina. Ha poi fatto l'allenatore ed ha il curioso primato di essere stato il primo della lunghissima serie di trainer licenziati da Zamparini, nel 2002 Restò in carica solo 24 ore, perché il giorno dopo il suo ingaggio da parte del Palermo ci fu insediamento alla presidenza dell'attuale proprietario,, proveniente dal Venezia, il quale si portò dietro dai lagunari Ezio Glerean
ARRIGO SACCHI, 1946, compie dunque 70 anni. Si è autoregalato una Ghibli Maserati. “Ero al Parma, neopromosso in B, in Coppa Italia ci tocca il Milan. Era appena arrivato Berlusconi, aveva appena preso cinque nazionali. Nel girone vinciamo 1-0 a San Siro. Passiamo il turno e negli ottavi ci tocca ancora il Milan, ancora a San Siro, vinciamo ancora 1-0. Con l’impegno e il lavoro avevamo trasformato un sorteggio sfortunato in un grande colpo di fortuna". "Appena arrivato mi invitarono alla Bocconi. Uno studente mi chiese: come pensa, lei che non è stato un grande calciatore, di poter insegnare qualcosa ai campioni del Milan? Risposi: per fare il fantino non è necessario essere stato un cavallo”. Nel settembre 2007, il Times lo ha nominato miglior allenatore italiano di tutti i tempi e 11º in assoluto a livello mondiale.
Segue un altro ex allenatore del Milan, che di anni ne compie 40 CLARENCE SEEDORF, 1976, olandese del Suriname. Suo nonno era figlio di uno schiavo e prese il cognome dal padrone tedesco che lo aveva liberato. Sono giocatori professionisti anche tre suoi fratelli, il cugino e il nipote. Quasi un'intera squadra di calcio in famiglia. È l'unico calciatore ad aver vinto la Champions League con tre squadre diverse: Ajax, Real Madrid e Milan in due occasioni, per un totale di quattro edizioni vinte E' stato anche proprietario di un team di MotoGP e, dal 2009 al 2013 della squadra di calcio del Monza
Altro ex allenatore rossonero, è un vero e proprio Festival, è ALBERTO ZACCHERONI,detto ZAC, 1953, vincitore dello scudetto 1998-99- 10 anni prima, nel 1989 “mi sono trovato di fronte alla scelta se tentare la carriera di allenatore a tempo pieno o continuare a fare l’albergatore a Cesenatico e rimanere come tecnico in Romagna”. Invece andò a Venezia, Bologna, Cosenza, Udinese, Milan, Lazio, Inter, Torino, Juventus e addirittura in Giappone, alla guida della Nazionale, fino al 2014. E'stato il primo tecnico italiano ad aver conquistato un trofeo internazionale (Coppa d'Asia 2011) con una nazionale straniera. Dal 19 gennaio 2016 allena in Cina il Beijing Guo'an. In Giappone ha avuto qualche problema linguistico. Durante un brindisi disse “cin cin”, che però in giapponese vuol dire “piccolo pene”. Un’altra volta in un allenamento prepartita: «Dicevo ai giocatori di marcare un avversario magro e per mimarlo ho mostrato il dito mignolo. Per loro quel gesto significa “amante”: sono diventati tutti rossi» Non piaceva troppo a Berlusconi, che lo riteneva un pericoloso sovversivo, addirittura isccritto a Rifondazione Comunista. Circostanza smentita da ZAC “Sono di sinistra, ma molto moderato”
Sono nati il Primo aprile anche
CRISTIANO DONI 1973, una lunga carriera, quasi tutta nell'Atalanta, rovinata nel finale dalle scommese. Il 9 agosto 2011 viene squalificato per 3 anni e 6 mesi per illecito sportivo. Nel 2012 gli vengono aggiunti altri due anni
MARCO ROSSI, 1978, 286 partite nel Genoa, amatissimo dai tifosi rossoblu (il Genoa ha ritirato la maglia. Molto meno amato a Firenze, in quanto nel gennaio 2002, insieme a Nuno Gomes, chiese la rescissione del contratto dalla Fiorentina, in piena crisi societaria, per il mancato pagamento di 25.000 euro in premi partita. Il gesto, che equivale praticamente alla richiesta di messa in mora della società viola, fu vissuto come la rottura di un patto d'onore anche dai suoi compagni
Buon compleanno pure a
DUVAN ZAPATA 1991, colombiano, attaccante, all'Udinese in prestito dal Napoli. E cugino diCristian Zapata, difensore del Milan.
MILTON QUEIROZ DE PAIXAO, meglio noto come TITA, 1958, attaccante brasiliano che giocò, segnando pure 9 reti nel Pescara di Galeone nel 1988-89. Adesso allena il Macaè nella serie B brasiliana
E non possiamo non menzionare, infine
ANTONINO BARILLA',1988, centrocampista del Trapani
GIANLUCA MUSACCI, 1987, centrocampista del Catania
RICCARDO GAIOLA 1996 centrocampista del Prato
PAOLO CONTI, 1950, ex portiere di Roma, Verona, Bari, Sampdoria e Fiorentina ROBERT ANDERSON CAVALHEIRO 1983 terzino sinistro brasiliano, ex Verona, Reggiana, Venezia, Pro Vercelli