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Cambia la norma sulla recompra: via libera anche nei prestiti con diritto, assist al Monza per Pinamonti?
Una norma che genera dubbi e riflessioni da qualche anno a questa parte e che potrebbe subire presto una nuova modifica su invito dei club di Serie A. Parliamo di quella che regola il diritto di riacquisto, che potrebbe vedere presto ampliato il suo raggio d'azione. In occasione dell'ultimo consiglio federale, il presidente della Lega Lorenzo Casini ha presentato in forma scritta al suo omologo in FIGC Gabriele Gravina la richiesta di mettere mano alla normativa e di consentire a due club di concordare una cifra per la recompra di un calciatore anche in caso di operazioni chiuse con formule alternative come il prestito con obbligo di riscatto, o di diritto condizionato.
BASTA PLUSVALENZE FACILI - Nel 2019 la Federazione era intervenuta in merito all'articolo 102 delle Noif, per limitare un fenomeno che aveva portato diverse società a chiudere molti affari con l'inserimento del diritto di riacquisto al fine di poter iscrivere da subito a bilancio un'eventuale plusvalenza. Per scongiurare l'abuso di questi artifizi contabili, Gravina ha imposto da tre anni a questa parte che "il diritto di opzione può essere esercitato o rinunciato solo ed esclusivamente nel primo giorno del periodo di trasferimenti estivo della seconda stagione sportiva successiva a quella in cui è avvenuta la cessione definitiva. Gli effetti contabili delle eventuali plusvalenze derivanti da quanto precede decorrono dal momento della rinuncia del diritto di opzione". Sarà un caso, o forse no, ma negli ultimi anni è calato drasticamente il numero di affari conclusi includendo la possibilità che il club che cedeva un giocatore chiedesse l'inserimento della recompra. Tutto finito, dunque? Macchè. Nel frattempo la capacità di spesa delle società italiane è un problema di sempre maggiore attualità in tempo di mercato e la penuria di talenti nostrani è un altro male che affligge ormai da qualche anno il movimento.
IL SOSPETTO - Lo stesso Gravina ha motivato così la sua disponibilità a recepire le indicazioni della Serie A e ad acconsentire all'allargamento della recompra, come già avviene all'estero: "Abbiamo scoperto che non ci sono molte risorse finanziarie disponibili e molte società stanno investendo su prestiti, ma alcune vorrebbero garantire ai giovani di giocare in altre realtà e allo stesso tempo avere un sistema di garanzia per evitare casi eclatanti". Se a livello economico è scongiurato il pericolo che in futuro possano ripetersi strane operazioni che consentano ad entrambi i club coinvolti di guadagnarci, da un punto di vista tecnico il sospetto dei maliziosi è che più di qualche trattativa possa essere indirizzata in favore di questo o di quell'altro interlocutore proprio sulla base della disponibilità ad accettare che un giocatore appena acquistato possa fare il percorso inverso già nella stagione successiva.
Una casistica che calzerebbe a pennello, per esempio, nella vicenda relativa al futuro di Andrea Pinamonti, bomber di proprietà dell'Inter reduce da un grande campionato con la maglia dell'Empoli. L'Atalanta ha già un accordo di massima col giocatore ma non offre la cifra richiesta da Marotta per cedere il ragazzo a titolo definitivo - 20 milioni di euro - e teme l'inserimento di un alleato importante per il dirigente interista come il neopromosso Monza dell'amico Adriano Galliani. Che considera fuori portata la valutazione del classe '99 ma che, aprendo alla recompra, potrebbe spuntare uno sconto decisivo per balzare in pole position. Ipotesi, supposizioni e dettagli che rischiano di giocare un ruolo decisivo in uno degli affari dell'estate.
BASTA PLUSVALENZE FACILI - Nel 2019 la Federazione era intervenuta in merito all'articolo 102 delle Noif, per limitare un fenomeno che aveva portato diverse società a chiudere molti affari con l'inserimento del diritto di riacquisto al fine di poter iscrivere da subito a bilancio un'eventuale plusvalenza. Per scongiurare l'abuso di questi artifizi contabili, Gravina ha imposto da tre anni a questa parte che "il diritto di opzione può essere esercitato o rinunciato solo ed esclusivamente nel primo giorno del periodo di trasferimenti estivo della seconda stagione sportiva successiva a quella in cui è avvenuta la cessione definitiva. Gli effetti contabili delle eventuali plusvalenze derivanti da quanto precede decorrono dal momento della rinuncia del diritto di opzione". Sarà un caso, o forse no, ma negli ultimi anni è calato drasticamente il numero di affari conclusi includendo la possibilità che il club che cedeva un giocatore chiedesse l'inserimento della recompra. Tutto finito, dunque? Macchè. Nel frattempo la capacità di spesa delle società italiane è un problema di sempre maggiore attualità in tempo di mercato e la penuria di talenti nostrani è un altro male che affligge ormai da qualche anno il movimento.
IL SOSPETTO - Lo stesso Gravina ha motivato così la sua disponibilità a recepire le indicazioni della Serie A e ad acconsentire all'allargamento della recompra, come già avviene all'estero: "Abbiamo scoperto che non ci sono molte risorse finanziarie disponibili e molte società stanno investendo su prestiti, ma alcune vorrebbero garantire ai giovani di giocare in altre realtà e allo stesso tempo avere un sistema di garanzia per evitare casi eclatanti". Se a livello economico è scongiurato il pericolo che in futuro possano ripetersi strane operazioni che consentano ad entrambi i club coinvolti di guadagnarci, da un punto di vista tecnico il sospetto dei maliziosi è che più di qualche trattativa possa essere indirizzata in favore di questo o di quell'altro interlocutore proprio sulla base della disponibilità ad accettare che un giocatore appena acquistato possa fare il percorso inverso già nella stagione successiva.
Una casistica che calzerebbe a pennello, per esempio, nella vicenda relativa al futuro di Andrea Pinamonti, bomber di proprietà dell'Inter reduce da un grande campionato con la maglia dell'Empoli. L'Atalanta ha già un accordo di massima col giocatore ma non offre la cifra richiesta da Marotta per cedere il ragazzo a titolo definitivo - 20 milioni di euro - e teme l'inserimento di un alleato importante per il dirigente interista come il neopromosso Monza dell'amico Adriano Galliani. Che considera fuori portata la valutazione del classe '99 ma che, aprendo alla recompra, potrebbe spuntare uno sconto decisivo per balzare in pole position. Ipotesi, supposizioni e dettagli che rischiano di giocare un ruolo decisivo in uno degli affari dell'estate.