Calhanoglu come Eriksen: criticato da alcuni, intuizione di Inzaghi. E chi all'Inter l'aveva bocciato...
Non ho l’arroganza di poter giudicare l’opinione di chi Hakan lo ha vissuto da tifoso fino all’anno scorso, se tanti rossoneri parlano così del turco probabilmente avranno le loro ragioni. Parlo per me e, dal mio punto di vista, trovo Calhanoglu importantissimo per l’Inter. Non credevo che il turco avrebbe impiegato così poco tempo per entrare nel vivo del gruppo.
Il Calha che sto vedendo in campo è un giocatore completo capace di svolgere in maniera efficace entrambe le fasi, copre in difesa recuperando tanti palloni e si fa trovare pronto per impostare e concludere la fase offensiva. Da inizio stagione anche in mezzo a qualche difficoltà Hakan è cresciuto tantissimo, in campo sembra essere sicuro dei propri mezzi e integrato perfettamente con i suoi compagni di squadra. Nelle ultime partite l’ex rossonero è stato costantemente uno dei migliori in campo. Contro l’Udinese ha convinto, contro il Milan è stato determinante mostrando anche un carattere forte che molti pensavano non avesse, contro lo Shakhtar e il Venezia è risultato decisivo con i suoi assist e con i suoi gol.
FIDUCIA - I numeri non dicono tutto, i suoi 4 gol e i suoi 4 assist sono solo un’indicazione del suo costante miglioramento. Inzaghi in tempi non sospetti disse che nemmeno lo stesso Calhanoglu aveva ancora un’idea realistica del suo potenziale. Il mister nerazzurro, una volta costretto a rinunciare a Eriksen, non ha avuto dubbi sull’indicare il turco come successore del danese.
Ovviamente alla critica di parte è sempre piaciuto buttare giù dalla torre gli acquisti nerazzurri senza nemmeno “aspettarli”. E’ successo con Eriksen, Hakimi e con Lukaku ancora prima che scendesse in campo! Noi dobbiamo guardare oltre senza dare troppa importanza alle bocciature premature e preventive, faremmo solo il loro gioco. A questa stregua avremmo dovuto scaricare in fretta quei giocatori che poi sono stati fondamentali per la conquista del nostro diciannovesimo scudetto.
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UNA STORIA GIA' VISTA - Abbiamo avuto il merito di rimanere lucidi aspettando il vero Hakan che, per fortuna, non si è fatto tanto attendere! Il centrocampista turco a inizio stagione ha fatto fatica nel nuovo ruolo affidatogli da Inzaghi. Calha, abituato a frequentare la trequarti avversaria, si è trovato spesso a dover ricoprire il ruolo di mediano in fase difensiva: non gli riusciva facile, non era nella sua natura quel tipo di lavoro e per abituarsi ci è voluta qualche partita. Mi sembra di rivivere la storia vista con Eriksen. Il danese per esplodere e diventare il faro del centrocampo di Conte ha dovuto aspettare che la squadra trovasse il suo equilibrio definitivo, trovato quello Eriksen si è consacrato. La storia di Calha mi sembra molto simile, quando l’Inter ha conquistato la sua stabilità Hakan, di conseguenza, è stato facilitato a trovare la sua dimensione ideale.
Calhanoglu ha trovato in poco tempo l’affiatamento con Barella e Brozovic e non è cosa da poco. I due nerazzurri campioni d’Italia, in simbiosi dentro e fuori dal campo, hanno guadagnato nel turco un appoggio convincente e la fiducia che ripongono in lui e nelle sue giocate in campo è ormai evidente. Il lavoro che Inzaghi sta facendo su Calhanoglu è importantissimo per il prosieguo del campionato interista. Si può sempre migliorare e nessuno pensa che l’Inter come Calhanoglu siano ormai due auto che viaggiano con il pilota automatico, ma la strada sembra essere quella giusta. L’Inter sta crescendo ma il cammino è ancora lungo e Hakan sembra voler camminare volentieri e velocemente.
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