Calcioscommesse: Masiello vuole patteggiare
Su un piatto della bilancia i 230 mila euro intascati per truccare Bari-Lecce, le combine di Genoa-Bari, Udinese-Bari (campionato 2009/2010) e di Cesena-Bari e Bologna-Bari dell’anno successivo. Sull’altro la pena di un anno e dieci mesi di reclusione, che l’ex capitano biancorosso Andrea Masiello ha chiesto ieri di poter patteggiare. Potrebbe dunque chiudersi così il primo capitolo processuale dell’inchiesta barese sul calcioscommesse.
Masiello, finito in manette il mese scorso con i presunti soci Giovanni Carella e Fabio Giacobbe, ha depositato ieri la richiesta di patteggiamento. Tramite gli avvocati Francesco Rotunno e Salvatore Pino, Masiello ha anche chiesto la revoca dei domiciliari: in attesa della sentenza (che comunque non sconterebbe, vista la sospensione condizionale) vorrebbe infatti tornare libero. La palla, adesso, passa all’accusa, che tramite il procuratore Antonio Laudati e il sostituto Ciro Angelillis dovrà esprimere un parere sulla proposta. In caso affermativo, toccherà al gip Giovanni Abbattista valutare anche la congruità della pena. Ventidue mesi, dunque, per gettare alle spalle quelle brutte storie di soldi presi in cambio di partite truccate, di trattative con gli «zingari» presenti nei ritiri e gli scommettitori esigenti, di mediazioni continue con compagni di squadre a volte riluttanti a volte acquiescenti. Un anno e dieci mesi per chiudere i conti con la giustizia (almeno a Bari) e gettarsi alle spalle l’autorete nel derby contro il Lecce.
Una pena che tiene conto, probabilmente, dell’atteggiamento collaborativo che l’indagato ha avuto almeno da un certo punto in avanti. Quando cioè, dopo l’arresto in carcere (le accuse sono associazione a delinquere e frode sportiva), ha finalmente deciso di raccontare tutto. Nei suoi verbali secretati, messi giù in decine di ore di interrogatorio con Angelillis e i Carabinieri, l’ex difensore biancorosso ha infatti fornito dettagli importanti, riconoscendo tra l’altro le persone da cui avrebbe incassato i 230 mila euro per la sconfitta del Bari nel derby pugliese che ha regalato la salvezza al Lecce.
Masiello è indagato anche a Cremona. E dovrà rispondere pure alla giustizia sportiva. Anche se, come ha chiarito proprio da Bari l’altro giorno, il procuratore federale Stefano Palazzi è disponibile a concedere sconti di pena a chi ha collaborato con gli investigatori. A 26 anni, l’ex capitano biancorosso nutre forse la speranza di poter tornare a giocare. E intanto, se Masiello aspira a tornare in libertà, restano in carcere i capi ultras biancorossi Roberto Sblendorio e Raffale Loiacono. Ieri si è tenuto l’interrogatorio di garanzia dei due rappresentanti del tifo organizzato, arrestati giovedì scorso dai Carabinieri: entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sblendorio e Loiacono, insieme ad Alberto Savarese (che è ai domiciliari e sarà ascoltato giovedì) sono accusati di violenza privata aggravata ai danni dei calciatori del Bari: avrebbero chiesto loro di perdere le partite Cesena-Bari e Bari-Sampdoria così da poter fare soldi con le scommesse. E forse stavano ipotizzando una spedizione punitiva ai danni dell’ex portiere Jean Francois Gillet, accusato di averli messi nei guai con la giustizia.