Getty Images
Il piano degli 'Zingari': manipolare l'Europa League
La rivelazione dal drammatico faccia a faccia tra Gervasoni e Almir Gegic, il numero 2 dell'organizzazione. L'intervento sarebbe stato attuato attraverso il capitano della Lazio, Stefano Mauri. Tutto sarebbe saltato dopo l'esplosione dell'inchiesta di Cremona.
I signori del calcioscommesse avevano un piano dettagliato per manipolare l'Uefa Europa League attraverso il controllo delle partite della Lazio ottenuto grazie alla complicità del capitano (indagato) Stefano Mauri e del suo giro. E quel piano non si compì solamente grazie all'esplosione dello scandalo di Cremona. E' questa l'ultima novità in arrivo dalla procura lombarda che negli ultimi due anni ha scoperchiato il grande pentolone del calcio malato.
La clamorosa rivelazione è stata fatta qualche giorno fa da Carlo Gervasoni durante il confronto all'americana con Almir Gegic, il numero due degli Zingari (braccio destro di Hristian Iliesvki, il leader della banda), ed è contenuta nell'ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari, Guido Salvini, ha disposto gli arresti domiciliari proprio per Gegic (un provvedimento umanitario, spiegano in tribunale, visto che la moglie è incinta e si è da poco trasferita a Cremona per stare vicina al compagno).
Nel provvedimento, tuttavia, il giudice è durissimo. E spiega come, in quel drammatico faccia a faccia durato otto ore, uno dei due indagati - Gervasoni - abbia detto la verità, mentre l'altro abbia solo "giocato di rimessa", assecondando una linea eterodiretta accordata da Dan (l'uomo di Singapore, il capo del calcioscommesse mondiale) con Ilievsky e lo stesso Gegic nei giorni caldi delle retate.
"L'esito di tale confronto - scrive dunque Salvini riferendosi al faccia a faccia Gervasoni-Gegic - deve essere giudicato ampiamente sfavorevole per la posizione di Gegic in quanto, come emerge dal verbale riassuntivo costituito da ben 27 pagine, Gervasoni ha confermato e spesso sviluppato con ulteriori dettagli gli episodi che hanno visto coinvolto Gegic, in particolare quelli di maggior rilievo per le indagini quali i contatti con Mauri, Milanetto e Zamperini (l'uomo di connessione tra i giocatori della Lazio e la banda degli zingari, ndr) in relazione alla manipolazione delle partite di serie A e i contatti con il gruppo di Singapore. Nel corso di tutto il confronto Gegic, giocando per così dire 'di rimessa', si è limitato a negare le circostanze che man mano ascoltava, attribuendo in alcuni momenti a Gervasoni una sorta di volontà persecutoria nei suoi confronti che non trova tuttavia alcuna spiegazione e che è comunque smentita, sul piano obiettivo, dai numerosissimi riscontri che il racconto dello stesso Gervasoni ha trovato a seguito delle confessioni di numerosi altri indagati e dell'esame delle conversazioni e dei tabulati elettronici".
Gervasoni, insomma, racconta la verità. Ma quale verità, esattamente? Quella che la Federcalcio con la sua "giustizia sportiva" a' la carte e il Coni con il suo "Tnas discount" negano da due anni a questa parte pur di non ammettere che il giocattolo è esploso tra le loro mani. E cioè racconta, per usare le parole di Salvini, i dettagli di un'indagine i cui "aspetti più sensibili ben oltrepassano il semplice "acquistò delle partite di serie B" e riguardano invece "la manipolazione dell'intera Serie A".
Solo a titolo esemplificativo, il gip, nella sua ordinanza, elenca una serie di "novità" rilevanti e riscontrate affidate da Gervasoni ai verbali dello Sco e della Mobile di Cremona. "Egli - scrive Salvini - ha parlato fra l'altro in modo dettagliato: (1) dei contatti precedenti a Lazio-Genoa attivati via skype da Gegic e Ilievsky, utilizzando uno specifico computer, con Zamperini al fine di raggiungere poi Mauri, degli incontri successivi con Gegic a Cernobbio e della somma di 20.000 euro ricevuta dallo stesso Gervasoni, e anche da Zamperini, per la loro intermediazione; (2) delle telefonate avvenute in sua presenza tra Gegic e Ilievsky con il "Boss" di Singapore riguardanti specificamente la manipolazione di partite; (3) della somma di 400.000 euro investita da Gegic per Lecce Lazio è della somma di circa 17.000 euro ricevuta dallo stesso Gervasoni in un bar di Legnano in relazione a tale partita; (4) dei contatti tra Gegic e Iacovelli in relazione alla partita Palermo-Bari".
Sulla Lazio, Gervasoni è sceso nei dettagli. Lazio-Genoa, ad esempio, sarebbe stata organizzata "grazie all'aiuto del computer sistemato nella stanza di albergo del portiere Cassano" (circostanza, scrive il giudice che ha trovato riscontro nella telefonata notturna intercorsa alle 2.26 del 14 maggio 2011 tra Zamperini e l'utenza della moglie di Gegic pur avendo Gegic cercato di sostenere di non conoscere Zamperini). E l'esito di quell'affare fu talmente soddisfacente che Gegic chiese, "in un incontro con Gervasoni e Ilievsky avvenuto a Legnano dopo la riuscita della manipolazione di Lecce-Lazio, di poter intervenire anche sulle partite delle Coppe europee cui la Lazio avrebbe partecipato".