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  • Calcioscommesse:| Genoa-Samp, trucco da 350.000 €

    Calcioscommesse:| Genoa-Samp, trucco da 350.000 €

    La «verità devastante» sul derby Genoa-Samp dell'8 maggio 2011 sta in una telefonata che il capo ultrà del Grifone Massimo Leopizzi fa a un amico il 28 maggio scorso, poche ore dopo gli ultimi arresti del calcioscommesse. Leopizzi confida all'amico di aver saputo che i giocatori della Sampdoria hanno raccolto 350 mila euro e li hanno offerti a quelli del Genoa per taroccare la stracittadina. La fonte del capo tifoso sarebbe un giocatore stesso del Genoa.

     

    Interrogato giovedì a Cremona, Leopizzi ha però minimizzato su quella telefonata: «Ho raccontato solo una sensazione, la stessa che quella domenica a Marassi avevano avuto 20 mila persone». Gli inquirenti non ne sono del tutto convinti, troppo ricca di dettagli sarebbe la conversazione incriminata; ma a occuparsene saranno a breve i magistrati di Genova, a cui Cremona trasmetterà gli atti sul derby. Massimo Leopizzi ha spiegato anche il senso del vertice al ristorante «Il coccio» a cui parteciparono oltre a lui alcuni giocatori genoani e il trafficante Safet Altic: «Non c'entrano le scommesse, avevamo solo convocato Criscito per fargli il culo, perché non aveva esultato dopo il gol alla Sampdoria». Nega poi un suo coinvolgimento nei disordini avvenuti durante Genoa-Siena, quando gli ultrà liguri fecero interrompere il gioco e costrinsero i loro beniamini a togliersi la maglia: «Quel giorno non ero nemmeno allo stadio; ma durante l'interruzione mi chiamò al telefono Sculli per dirmi che era preoccupato per una eventuale penalizzazione».

    Giovedì intanto i federali di Palazzi hanno fatto il giro di audizioni programmato. Miccoli, Almiron, ma soprattutto molti del Bologna sono stati ascoltati in base alle carte sui presunti tarocchi del Bari. Su Bologna-Bari (0-4) anche Gianni Morandi ha messo la firma per scagionare i giocatori emiliani. In particolare Daniele Portanova, che ieri ha confermato la versione riferita al Tribunale di Bari nell'interrogatorio del 5 marzo: l'incontro con i «parenti-amici» di Masiello il giorno stesso della festa salvezza del Bologna e il no alla combine. Portanova ha ricostruito quel 18 maggio del 2011 producendo materiale per rafforzare la sua tesi: uno stato di ebbrezza collettiva ripreso dai molti filmati (ieri prodotti in Procura Figc) e certificato dalle firme dei tanti testimoni che hanno assistito alle scene di festa, Gianni Morandi in primis. Tutti i giocatori avevano bevuto parecchio e Portanova, annebbiato dai fumi dell'alcol, era poi andato all'incontro incriminato insieme a figlioletto e moglie, che lo trascinò via non appena fiutato puzza di bruciato. «Vi pare possibile programmare un grave illecito dopo 12-13 caipirinha?» ha chiesto Portanova ai federali.

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