Calciopoli, radiazioni:| Paparesta libera Moggi?
All’epoca era stato presentato come uno rapimento degno della cronaca nera Anni 80. Momenti drammatici al Granillo di Reggio Calabria, con Moggi che scende furibondo negli spogliatoi dopo gli errori commessi dall’arbitro di Reggina- Juventus e chiude a chiave Gianluca Paparesta nella stanza dove si cambiava con gli assistenti. Una punizione per aver sbagliato contro la Juventus. Una delle prove più clamorose dell’esistenza di una cupola con a capo l’ex dg bianconero per il quale era pure scattata un’indagine della Procura di Reggio Calabria proprio con l’ipotesi di "sequestro di persona". Un’indagine che era finita con un’archiviazione motivata con un elequente "il fatto non sussiste" e chiesta al Gip direttamente dal pm che aveva aperto il fascicolo.
LA CURIOSITÀ - È proprio questo dettaglio di una delle grandi bufale del processo sportivo di Calciopoli ha incuriosito l’Alta Corte nel dibattimento di giovedì a Roma, dove si discutevano le radiazioni di Moggi, Giraudo e Mazzini. L’avvocato Flavia Tortorella aveva spiegato con precisione la sentenza Sandulli con cui si erano chiusi i processi del 2006 e che al punto 3 conteneva e contiene il riferimento al “ rapimento di Paparesta”, uno di capi per cui Moggi è stato condannato. E questo ha attirato l’attenzione di uno dei giudici che ha chiesto all’avvocato Prioreschi se quell’archiviazione era stata decisa del Gip o proposta dal pm. Il fatto che sia stata proposta direttamente dal pm, infatti, acclara in modo ancora più efficace e trasparente che quell’episodio non si è mai verificato e che, quindi, all’interno della sentenza di condanna del 2006 c’è, acclarato, almeno un punto clamorosamente errato.
OLD STORY - Niente di nuovo per chi segue Calciopoli da tempo e sa perfettamente che la bufala Paparesta rimane negli annali come una delle fondamenta più traballanti di tutto il castello accusatorio. Ma nella curiosità di quel giudice si può leggere, forse, l’attenzione per quelle che sono le nuove risultanze di Calciopoli. Quelle nuove prove che la Figc, nei due precedenti gradi di giudizio, ha clamorosamente ignorato, in virtù di un procedimento perverso e nato apposta per radiare Moggi e C. senza possibili imbarazzi da parte di chi sembra voler ignorare quello che è accaduto dal 2006 in poi. E proprio su questo punto si gioca la partita all’Alta Corte. La stessa che, consultata in proposito prima che la Disciplinare e la Corte di Giustizia Federale appioppassero le radiazioni, aveva suggerito di «attualizzare» i procedimenti.