Calciopoli, Premiopoli, Scommessopoli: tre scandali in cinque anni sono troppi e non può pagare solo Moggi
I neologismi coniati alla bisogna non brillano per fantasia, ma tant'è. Nel breve volgere di cinque anni, il calcio italiano è stato squassato da tre scandali: Calciopoli, Premiopoli, Scommessopoli. Il primo non è mai finito, il secondo e il terzo sono appena incominciati. Che Moggi venisse radiato era scritto nel 2006, dopo i pronunciamenti della giustizia sportiva, la quale ci ha messo un lustro e un inverecondo scaricabarile tra Federcalcio e Coni prima di pronunciarsi sulla proposta di radiazione che accompagnava la squalifica di cinque anni inflitta all'ex direttore generale juventino nonchè all'ex amministratore delegato Antonio Giraudo. Cinque anni, sessanta mesi, un'indecenza planetaria perchè nemmeno le tartarughe delle Galapagos ci avrebbero messo tanto. Ma non è mica finita: Moggi ricorrerà in appello poi all'Alta Corte del Coni e la partita è ancora lunga.
Intanto, un fatto è certo: Calciopoli doveva essere l'occasione per la palingenesi del calcio italiano, per fare pulizia totale, per spazzare via la zavorra di slealtà, di inosservanza delle regole, di furbetti e furboni moltiplicatisi in quantità industriale in maniera direttamente proporzionale a chi avrebbe dovuto vigilare e non ha vigilato. Invece, una somma ingiustizia è stata fatta. Primo: perchè ai fatti accertati nel 2006 si dovevano aggiungere quelli emersi durante il processo penale in corso a Napoli che hanno dimostrato come l'intero sistema fosse marcio e a pagare non dovesse essere soltanto la Juve. Secondo: perchè la giustizia sportiva non si è ancora pronunciata sulle nuove intercettazioni prodotte a Napoli dalla difesa di Moggi, nonostante ne sia in possesso da tempo immemorabile; terzo perchè non è possibile che dal 10 maggio 2010, il ricorso della Juve contro lo scudetto 2006 assegnato a tavolino all'Inter, giaccia in un cassetto di Via Allegri.
Ma è mai possibile che in un anno, un mese e sette giorni non ci sia stato il tempo di pronunciarsi, nell'interesse dei tifosi della Juve, dell'Inter e dell'intero calcio italiano? E già che ci siamo, vogliamo parlare di Premiopoli, l'inchiesta sui premi di valorizzazione dei giovani calciatori di cui non si sa più nulla e che questa settimana un servizio dell'Espresso riporta in prima pagina?
E Scommessopoli? Vogliamo parlare di Scommessopoli? Secondo voi, è normale che il Procuratore Federale si presenti a Cremona soltanto tredici giorni dopo lo scoppio del bubbone? Ed è normale che la Federazione pensi soprattutto alla compilazione dei calendari e non, invece, a fare chiarezza su questa ennesima porcheria nei tempi che saranno necessari? Ma la lezione di Calciopoli non è servita a nulla?
Il nostro calcio non avrà un futuro degno della sua storia e della sua tradizione sino a quando non liquiderà la nomenklatura che lo regge e governa da un'era mesozoica. Ma, siccome i primi che dovrebbero cambiarlo, questo sistema putrescente, sono gli stessi che votano sempre per gli stessi nomi e per le stesse facce, siamo condannati a stare in questa palude piena di mummie. E poi dicono che i tifosi si disamorano.