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    Calciopoli, Giraudo al Tar il 12 marzo: cosa può succedere nella giustizia sportiva con un verdetto positivo

    Calciopoli, Giraudo al Tar il 12 marzo: cosa può succedere nella giustizia sportiva con un verdetto positivo

    Dai fatti di Calciopoli sono passati quasi 20 anni ma la vicenda non è ancora chiusa. L'ex dirigente della Juve, Antonio Giraudo, giudicato colpevole nell’inchiesta, continua infatti la sua battaglia legale. La prossima data X sarà quella del 12 marzo quando il Tar del Lazio si pronuncerà sulla richiesta dei suoi legali di rimettere alla Corte di Giustizia Europea la questione di incompatibilità della legge 280/2003, quella che disciplina la giustizia sportiva secondo il criterio della specificità dello sport, rispetto ai principi di diritto comunitario. 

    SVOLTA? - Come riporta LaPresse, qualora dovesse essere favorevole a Giraudo, il verdetto rischia di scuotere alcuni pilastri su cui si basa oggi la giustizia sportiva in Italia, a partire dalla clausola compromissoria. Se, dopo l'ok dal Tar, la Corte di Giustizia Europea dovesse poi riconoscere che la legge 280 del 2003 non garantisce al singolo individuo la tutela giurisdizionale effettiva, il sistema potrebbe richiedere delle sostanziali riforme. In tal caso dunque “lo Stato italiano si dovrebbe adeguare e dovrebbe rivedere la legge sull’ordinamento sportivo inserendo delle garanzie e quindi la possibilità di ricorrere a un giudice", ha spiegato a LaPresse l’avvocato Rosboch

    I FATTI - Giraudo è stato radiato dalla Figc nel 2011, ma a settembre 2021 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha considerato ammissibile, pur senza entrare nel merito, il ricorso presentato nel marzo 2020, riconoscendogli la violazione dei diritti della difesa.

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