Calciopoli, l'ex arbitro De Santis: 'Tifavo Inter'
Calciopoli, la storia infinita. "La Figc e la Consob dicano che atteggiamento avranno in ordine al risarcimento dell'eventuale danno richiesto". Così l'ex proprietario del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara, in vista degli esposti che presenterà tramite Victoria, la società che controllava il club rossoblù, finita in amministrazione in seguito allo scandalo di Calciopoli che determinò la retrocessione del Bologna in Serie B nel 2005. In seguito alla sentenza della Corte di Cassazione dello scorso settembre che ha rimandato in Appello per le statuizioni civili, "Victoria agirà davanti alla Corte di Napoli e chiederà alla Figc e alla Consob che atteggiamento avranno in ordine al risarcimento di un eventuale danno richiesto da Victoria alla Juventus e alla Fiorentina". "Se la Figc non dovesse intervenire secondo quanto previsto dallo statuto si rischierebbe che due top-team della Seria A come Juventus e Fiorentina potrebbero essere iscritte al campionato del prossimo anno con un possibile falso in bilancio. Quanto alla Consob - aggiunge l'ex presidente del Bologna - dovrebbe rispondere al quesito dell'eventuale accantonamento della Juventus, visto che è quotata alla Borsa di Milano". Gazzoni auspica infine che la magistratura "faccia in fretta, visto che gli atti di Calciopoli sono già in possesso dei giudici e pertanto non è necessario rifare da capo un nuovo processo". Come già anticipato lo scorso ottobre, nell'azione al Tribunale di Napoli, si discutera' una richiesta danni di 32 milioni chiesti da Victoria, a cui si aggiungono altri 13 milioni di svalutazione e 19 milioni di interessi. Una seconda azione, poi, sarà nei confronti degli imputati di Calciopoli davanti al tribunale di Roma, ovvero Juventus, Fiorentina, Luciano Moggi, Antonio Giraudo, i fratelli Della Valle, l'ex ad Sandro Mencucci e l'ex arbitro Massimo De Santis. Complessivamente l'ex patron del Bologna chiede un risarcimento di quasi 114 milioni di euro.
PARLA DE SANTIS - Lo scorso 24 marzo la Corte di Cassazione ha stabilito che la 'cupola' che avrebbe deciso in modo fraudolento le sorti della serie A di calcio nella stagione 2004-2005 era in realtà una cupoletta, formata da una manciata di promotori (in primis gli ex dirigenti juventini Antonio Giraudo e Luciano Moggi) e da appena un paio di 'partecipi', gli ex arbitri Racalbuto e De Santis. Di fatto, però, lo scandalo che ha tenuto banco per ben nove anni (dal maggio del 2006) e che è tuttora argomento di conversazione e di litigi tra i tifosi italiani, ha un unico colpevole: il già citato Massimo De Santis, il solo che non abbia usufruito della prescrizione. L'ex arbitro ha rilasciato un'intervista al quotidiano Libero.
Pentito della sua scelta?
"No, perché è coerente con quello che è sempre stato il mio atteggiamento nel corso del processo. Poi, voglio dire, mi hanno condannato a un anno con pena sospesa. Per associazione a delinquere. Strano, no?".
Nel senso che è una pena lieve?
"Mi dica lei: più lieve di così? È come se mi avessero detto: ti dovremmo assolvere ma non possiamo, o non vogliamo, quindi ti affibbiamo il minimo che possiamo darti".
E adesso?
"Vado avanti: ormai la Cassazione non è più l' ultimo grado di giudizio, c' è la Corte di giustizia europea".
Che ricordo ha dei momenti immediatamente successivi allo scoppio dello scandalo?
"Un inferno. Per i primi tre o quattro mesi sono stato frastornato, quasi con il timore di uscire di casa. Anche perché per un pezzo non si è parlato d' altro. Erano i giorni dell'elezione di Napolitano alla presidenza della Repubblica e la notizia, sui giornali, veniva messa dopo Calciopoli. Ma ho reagito quasi subito".
È stato aiutato dalla fede, come Moggi?
"Sono molto credente e la cosa è stata un conforto".
Com' è nata Calciopoli? "Penso si sia originata in un ambito che vede collegati l' Inter, la Pirelli e la Telecom".
Cioè?
"Un arbitro di seconda fascia, Danilo Nucini, racconta all'allora presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti, che esisterebbe una "combriccola romana", pilotata da Moggi, che si avvale di alcuni direttori di gara - tra cui me - attraverso cui condiziona le partite, essenzialmente a favore della Juve. Di lì a poco comincio a essere spiato, con altre quattro persone, da Giuliano Tavaroli - ex carabiniere e all'epoca responsabile della security di Telecom e Pirelli - e dall'investigatore privato Emanuele Cipriani, che di Tavaroli è amico. Seguono i miei spostamenti e scrutano i miei conti. Senza trovare nulla".
Perché Tavaroli la fa spiare?
"Nel 2004 la Procura di Napoli si rivolge a Tavaroli per intercettare le utenze di Moggi, Bergamo e Pairetto nell'ambito di un'inchiesta che verteva in quel momento sul calcio-scommesse e che si sarebbe poi trasformata in Calciopoli. Tavaroli era quindi al corrente delle indagini che i pm napoletani Narducci e Beatrice stavano conducendo su quelle tre persone. E sempre Tavaroli, in seguito, ha detto ai magistrati che lui riferiva tutto ciò che veniva a sapere a Carlo Buora, amministratore delegato della Telecom e vicepresidente dell'Inter".
La sua richiesta all' Inter di 21 milioni di euro di risarcimento è stata rigettata.
"Sì, perché Cipriani, pagato con 50.000 euro, emise due fatture non a carico dell' Inter bensì della Pirelli, sponsor dei nerazzurri. E questo, secondo i giudici, non consente di essere certi di un diretto coinvolgimento dell'Inter".
Ha mai ricevuto una scheda svizzera da Moggi?
"No".
Prima di Lecce-Parma, partita decisiva per stabilire chi retrocederà in B nel campionato 2004-2005, lei parla con il designatore Bergamo e dice cose che suonano equivoche. "Volevo semplicemente dire che, se si fosse rivelata una partita vera e combattuta, allora avrei arbitrato sul serio, cioè mi sarei 'messo in mezzo' per evitare che eventuali tensioni in campo degenerassero".
Così, oltre al Lecce e al Parma, si salvò la Fiorentina di Della Valle.
"Il pareggio tra Lecce e Parma, di per sé, non garantiva affatto la salvezza della Fiorentina. Il Parma peraltro dovette fare lo spareggio col Bologna".
A causa di Calciopoli ha dovuto rinunciare ai Mondiali del 2006.
"È uno dei miei rimpianti più grandi".
Chi erano i fischietti più bravi, quando lei arbitrava?
"Io e Collina. Ma era una grande generazione di arbitri, quella. Oggi il migliore è Orsato".
Si è mai emozionato arbitrando un incontro importante?
"Emozionarmi nel senso della paura no, ma le sensazioni più belle lasciatemi dal calcio sono quelle provate entrando in stadi come San Siro o l' Anfield Road, con accanto alcuni tra i giocatori più forti di tutti i tempi".
Tifa per qualche squadra?
"Non più, ho smesso quando sono diventato un arbitro professionista. Ora mi piace guardare le belle partite, infatti seguo soprattutto il calcio estero, in particolare Inghilterra e Spagna".
E qual è la squadra per cui teneva?
"L'Inter".
Se incontrasse Moratti gli direbbe qualcosa?
"Moratti sa benissimo che rapporti avevamo e come mi comportavo quando mi veniva a trovare negli spogliatoi. Sono convinto che, nel profondo della sua coscienza, sia consapevole di come stiano realmente le cose".