Calciomercato 'Tra trasferimenti e costi di cartellini, occhio al contributo di solidarietà'
Calciomercato.com ha chiesto all’Agente FIFA Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei corsi organizzati a Reggio Emilia per aspiranti agenti dei calciatori (info su www.footballworkshop.it), delucidazioni in merito al c.d. contributo di solidarietà, indennità che deve essere pagata nell’ambito dei trasferimenti internazionali da parte della società di destinazione. Trattasi anche di argomento-scoglio all’esame per agenti dei calciatori.
Cataliotti in questa sessione di mercato si parlerà spesso di trasferimenti internazionali, di costi di cartellini, di indennità di formazione, ecc. Ma del c.d. contributo di solidarietà non si parla quasi mai. Ci può spiegare quando è dovuto?
Nel solo ambito dei trasferimenti internazionali quando un calciatore professionista viene trasferito prima della scadenza del suo contratto di prestazione sportiva, la/le società che hanno contribuito alla sua formazione calcistica avranno diritto di ricevere una parte dell’indennità che viene corrisposta alla società precedente del calciatore (c.d. contributo di solidarietà).
A quanto ammonta questo contributo?
In pratica, sul compenso che la società acquirente paga alla cedente va calcolato il 5%, che dovrà essere detratto e versato dalla società di destinazione a tutte le società che hanno provveduto alla formazione del calciatore dall’età di 12 anni fino al 23° anno di età sulla base di determinati parametri indicati dall’Allegato 5 del Regolamento FIFA in materia di status e trasferimento dei calciatori. Un esempio: se il cartellino di un calciatore costa 1 milione di euro, 50 mila euro dovranno essere suddivisi e versati alle società che hanno formato il calciatore.
Entro quanti giorni deve avvenire il versamento del contributo di solidarietà?
Deve avvenire entro e non oltre 30 giorni dal tesseramento del calciatore ovvero, nel caso di pagamenti rateali, entro 30 giorni dalla data dei singoli pagamenti.
A chi spetta calcolare l’ammontare del contributo di solidarietà?
Spetta alla società di destinazione, ma il calciatore deve offrire alla società stessa la propria collaborazione nell’assolvimento di questo obbligo, qualora ciò si rendesse necessario. Occorre, infatti, ricostruire la carriera del calciatore – attraverso un documento, il c.d. passaporto del calciatore – dall’età di 12 anni al massimo fino all’età di 23 anni. Dopo i 23 anni il contributo non è dovuto!
E se non fosse possibile ricostruire un legame tra il calciatore professionista e alcune delle società che lo hanno formato?
Nel caso in cui non sia possibile stabilire entro 18 mesi dal trasferimento la “storia” calcistica del calciatore, il contributo di solidarietà dovrà essere corrisposto alla Federazioni o alle Federazioni in cui il professionista ha ricevuto la sua formazione. Contributo che in tal caso dovrà essere destinato a programmi di sviluppo del calcio giovanile nella o nelle Federazioni in questione.
E se una società non dovesse pagare il contributo di solidarietà?
Sarà sanzionabile dalla Commissione Disciplinare, organo di giustizia sportiva della FIFA.