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  • Calciomercato, A. Morrone (pres. ADICOSP): 'La concorrenza degli sceicchi deve essere regolata dalla FIFA'

    Calciomercato, A. Morrone (pres. ADICOSP): 'La concorrenza degli sceicchi deve essere regolata dalla FIFA'

    • Tommaso Fefè
    Si chiuderà domani alle 20 la sessione estiva di calciomercato della stagione 2023/2024. Come già avvenuto a gennaio scorso, anche questa volta la sede dell’evento conclusivo sarà a Roma, presso l’Hotel Hilton “La Lama”, nel quartiere Eur. A curare l’organizzazione è ADICOSP, Associazione Direttori e Collaboratori Sportivi, che ha aperto i lavori aperti già da oggi, con una serie di incontri e conferenze che si svolgeranno in parallelo all’evento principale.

    E’ chiaro che in un epoca in cui non esiste quasi più nulla di cartaceo e dove non è più strettamente necessario come un tempo incontrarsi di persona, eventi come quello di oggi debbano fungere da catalizzatore per nuove forme comunicative attorno al contesto del calciomercato.

    Lo ha dichiarato il presidente di ADICOSP, Alfonso Morrone, in un intervista ai nostri microfoni.

    Tra i temi che saranno affrontati oggi nei vari convegni collegati a questo evento, ci sono anche le questioni legate alla lotta al disagio giovanile e al bullismo. Da cosa deriva la scelta di parlare di questi argomenti anche in un contesto legato più ad aspetti economici come il calciomercato?

    “Come ADICOSP abbiamo pensato di portare altri tipi di attenzione attorno all’evento che, insieme alle partite, attira le maggiori attenzioni. E l’impatto che il calcio ha su determinate tematiche è davvero importante. Noi, come operatori attivi in questo mondo dobbiamo cercare di trasmettere anche una forma di cultura in chi vive tutti i giorni da appassionato di calcio”.

    Questo vale a maggior ragione parlando della ancora troppo limitata presenza delle donne nelle dirigenze e nelle istituzioni che regolano il calcio e le sue dinamiche economiche, anche in sede di trattative tra società.

    “Si parla spesso di pari opportunità, ma secondo me in questo campi bisognerebbe più propriamente parlare di pari possibilità. Al livello professionale contano chiaramente anche le capacità, ma in contesti elettivi o dove comunque è necessario farsi strada da sé, purtroppo le donne non hanno pari possibilità degli uomini. Esiste ancora questo tabù per il quale una donna, per avere le stesse possibilità di un uomo deve lavorare il doppio, se non il triplo. E spesso contare anche su fortuna o altre concomitanze che possano facilitarle, magari contando sulla benevolenza di qualcuno, senza ce invece ne vengano considerate le reali capacità. Tutto questo avviene non solo nel mondo del calcio e dello sport e non è giusto. Anche questo è uno dei temi di cui si discuterà in questi gironi. Mi piace però sottolineare come esempio positivo il fatto che una delle migliori società calcistiche femminili che al momento c’è in Italia, cioè la Roma, abbia raggiunto grandi traguardi di recente con a capo una donna”.

    Altro argomento divenuto ormai centrale è il tema della sostenibilità del calcio, che si lega indissolubilmente a quello delle riforme. Ma come si concilia tutto ciò con quello a cui abbiamo assistito questa estate riguardo le spese spropositate degli sceicchi sauditi?

    “Da quest’anno la UEFA ha imposto a tutte le squadre che richiedono le licenze A e B l’obbligo di avere in società la figura del manager di sostenibilità. Il problema è che questa come altre regole introdotte nel calcio italiano ed europeo in questi anni non fanno i conti con la sostanziale assenza di regole che invece regna per realtà come quelle dei paesi arabi, in cui il calcio è in mano di fatto a fondi sovrani statali. Quest’anno hanno tolto al campionato italiano Milinkovic e Brozovic, ma io sono convinto che questo fenomeno non sia alla stregua di quello che fu per la Cina qualche anno fa: durerà molto di più e non sarà effimero ed episodico. E questo manda a farsi benedire tutti i discorsi su fair play finanziari e quant’altro. È un problema serio e bisogna iniziare a pensare come regolare la concorrenza a livello globale. La materia però deve passare in mano alla FIFA, non può essere limitato alle federazioni locali. Il rimedio può essere trovato solo da chi governa il calcio al livello mondiale”.

    Il presidente Morrone in chiusura ha soffermato inoltre l’attenzione su un altro aspetto: quello relativo al valore dei campionati.

    L’Arabia Saudita ha venduto i diritti televisivi del proprio campionato per 110 milioni di euro l’anno scorso. Sono curioso di vedere a quanto arriveranno quest’anno e quanto crescerà nei prossimi anni ancora.


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