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  • Viaggio in provincia: dal liquore al sogno della Serie A, ecco il Benevento

    Viaggio in provincia: dal liquore al sogno della Serie A, ecco il Benevento

    • Luca Bedogni
    Come si scelgono i colori sociali di una squadra? In tanti modi, naturalmente. Se andate a fare questa domanda in un bar di Benevento, per esempio, vi indicheranno una bottiglia di liquore: lo Strega. La cannella di Ceylon, l’Iride Fiorentino,  il ginepro dell’Appennino italiano, la menta del Sannio sono solo alcune delle 70 erbe e spezie che vengono selezionate da tutto il mondo per ottenere questo liquore, ma è soltanto grazie all’aggiunta del prezioso zafferano che il distillato assume il caratteristico colore giallo. Quel giallo che, in una partita giocata il 23 febbraio del 1947, servì ai beneventani per distinguersi dagli avellinesi, scesi in campo sfoggiando a loro volta il colore dell’Anthemis, il liquore rivale, vale a dire il verde. Il Benevento aveva appena rinunciato alla promozione in Serie B per problemi finanziari, i Lupi irpini, invece, non potevano nemmeno immaginare quanto sarebbe successo dopo, nel mitico decennio tra il 78 e l’ 88, gli anni della Serie A. 

    FINALMENTE LA B - Partendo da questo aneddoto, la storia del Benevento calcio potrebbe assomigliare a quella di tante altre città italiane: rinunciano alla B un anno, qualche stagione dopo ce la fanno, e chissà, magari in un punto a caso della cronologia trovi che hanno sfiorato pure la massima serie. No, dal 1929, anno della sua nascita, al 2016, niente di tutto ciò. Per quanto bella e famosa, la città di Benevento la Serie B l’ha vista solo quest’anno, dopo aver vinto il Girone C di Lega Pro nella stagione 2015/2016. Guidata dal tecnico siciliano Gaetano Auteri, fervente sostenitore del 3-4-3,  la società sannita ha raggiunto il primo posto (71 punti, 20 vittorie su 34 partite) e, così facendo, si è liberata una volta per tutte da quello che sembrava essere un vero e proprio sortilegio: la maledizione dei play-off. Negli ultimi dieci anni il Benevento aveva subito ben cinque eliminazioni tra C2 e Lega Pro. Anno 2007: sconfitto nella finale play-off contro il Potenza. Anno 2009, perde la finale con il Crotone. Anno 2010, perde la semifinale con il Varese. Anno 2011, perde la semifinale con la Juve Stabia. Anno 2014, perde la semifinale con il Lecce. 

    DOPO AUTERI, BARONI - Ora che la squadra è arrivata finalmente in B, sembra essersi sbloccato qualcosa. Sulla panchina non c’è più Auteri, che adesso sta cercando di ripetere il miracolo col suo Matera primo sopra Juve Stabia, Lecce e Foggia sempre nel Girone C di Lega Pro, ma è approdato un allenatore di categoria, l’esperto, benché più giovane di Auteri, Marco Baroni. Il 3-4-3 si è trasformato in un più equilibrato 4-2-3-1, sia per le idee differenti dell’ex compagno di squadra di Maradona, nonché ex allenatore di Novara e Pescara, sia per sfruttare al meglio l’arrivo in prestito dal Bologna di Filippo Falco, un trequartista rivelatosi decisivo in questo girone d’andata. Infatti se capitan Lucioni regge la difesa e Chibsah (4 gol) rafforza il centrocampo, in attacco, oltre alle giocate dello stratosferico Amato “Dragon Ball” Ciciretti (4 gol), Baroni può contare sul tempismo da attaccante vero di Ceravolo (6 gol) e sulla qualità di Falco (3 gol). Ad arricchire ulteriormente l’undici titolare giallorosso, in prestito dal Cagliari, è “sceso” Alessio Cragno, detto l’ ‘uomo Cragno’, per le sue notevoli abilità tra i pali. E’ anche merito di quest’ultimo se il Benevento di Baroni è la seconda miglior difesa della Serie B, con soli 14 gol incassati, 3 in più del Pisa di Gattuso che incontrerà stasera. Questa solidità, unita alle tante soluzioni che il Benevento può sfoderare in avanti, è stata certamente una delle cause del successo della squadra sannita in questo girone d’andata, tanto da far parlare di sé come della vera rivelazione del campionato, ancor più di Spal e Cittadella. 

    LA SITUAZIONE ATTUALE - A una partita dal giro di boa, il Benevento è quarto in classifica a 33 punti, distante solo cinque lunghezze dall’Hellas Verona e dal Frosinone, prime a  38 punti. Tra i campani e la vetta c’è però la Spal a quota 35, l’altra matricola terribile. Benché gli Stregoni siano alle prese con un calo di rendimento abbastanza evidente (solo 6 punti nelle ultime 5 partite), “coronato” oltretutto dagli infortuni di Ciciretti e del centrocampista De Falco (da non confondere con Falco) proprio nella partita di sabato scorso persa 3-2 a Frosinone, in loro resta ferma la convinzione di poter giocarsela fino in fondo. Se all’inizio della stagione questa consapevolezza, che si fondava unicamente sulla campagna acquisti, doveva essere trattenuta, oggi si basa anche sui fatti. Ma attenzione, non si parla solo di posizione in classifica o di  imbattibilità al Vigorito (nessuno è andato a vincere a Benevento), si parla di scontri diretti. A differenza delle concorrenti, il Benevento ha perso un solo scontro diretto: l’ultimo, col Frosinone. Qui non ci interessa tanto tornare sullo stato di forma attuale dei giallorossi, sugli infortuni che hanno condizionato quest’ultima gara, sul fuorigioco netto di Dionisi sul secondo gol dei ciociari o sull’ultima rete, ancora di Dionisi, avvenuta ben oltre lo scadere del quarto minuto di recupero assegnato; qui, per considerare l’impatto del Benevento sul campionato, bisogna portare alla luce le vittorie sulla Spal (1^ giornata), sul Verona (3^ giornata) e sul Cittadella (14^ giornata), senza trascurare i punticini importanti strappati qua e là nei 7 pareggi maturati finora.  Insomma, complimenti al pioniere dei parchi eolici e delle energie rinnovabili Oreste Vigorito, l’attuale presidente del Benevento che, da esperto di venti qual è, ha alzato in volo gli Stregoni.

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