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  • Calcio femminile, Pennestri a CM: 'Milan, a breve un acquisto che può stravolgere la A! Inter, Moller unica'

    Calcio femminile, Pennestri a CM: 'Milan, a breve un acquisto che può stravolgere la A! Inter, Moller unica'

    • Angelo Taglieri
    Col campionato fermo, la Nazionale che si prepara in vista della sfida contro la Bosnia, il calcio femminile prende fiato prima di tuffarsi a capofitto nel prosieguo della Serie A, riprendendo dalle magie delle giovani, dall'Inter che ha raccolto i primi tre punti, dalle solite note che volano là davanti, dai gol di Girelli e Sabatino e da un mercato che può regalare ancora qualche sorpresa. E Calciomercato.com, oggi, ne ha parlato con Alessandro Pennestri, responsabile in Italia di LTA Agency, agenzia che cura gli interessi di tante calciatrici nel mondo.

    Partiamo dall’Youth Horizon Project, perché sempre dai giovani bisogna partire. Ci può raccontare come è nato questo progetto e di che cosa tratta? 

    “Da sempre ho inteso il mio lavoro nei confronti delle calciatrici, di supporto, sostegno, un aiuto concreto alla loro crescita. In Italia, questa idea, ha trovato ampio sviluppo, avendo realtà locali differenziate sul territorio nazionale, con esigenze e prospettive differenti. Quindi, questo progetto, che nelle mie idee è davvero un “orizzonte” nuovo per le giovani leve, consta nel tentativo di aiutare quelle calciatrici che non sono ancora in club strutturati, o hanno maggiori necessità ad essere seguite, affinché il nostro lavoro con professionisti di primo livello, le aiuti ed aiuti i loro attuali club a migliorarne le prestazioni. Questo in aggiunta e non in alternativa al lavoro svolto dai singoli club ed i loro tecnici. Abbiamo consulenze di professionisti riconosciuti dal maschile come i proff. Giannotti e Saccone, ex Napoli, Partizan Tirana e negli Staff di Benitez o Mazzarri, ma anche preparatori dei portieri come Luciano Tarallo, anch’egli ex Avellino e Napoli, oggi alla Casertana. Professionisti che queste giovani atlete non sarebbero mai riuscite a interagire se non per il tramite del nostro progetto”.

    E’ iniziata la Serie A femminile, con le solite note al comando. Chi l’ha convinta di più?

    “Il calcio femminile esprime un livello sempre più alto, anche se vediamo le “solite” 4/5 li in testa, il movimento sta crescendo si sta strutturando, e sta dimostrando di avere (ora) un obiettivo tecnico futuro chiaro, sempre più Europeo. Credo che sarà un bel campionato, avvincente, con più risultati incerti e qualche bella sorpresa, anche se vedendo il lavoro svolto in sede di mercato, molti hanno lavorato in modo lungimirante. Per me, un livello sulle altre per Milan, Juve e Fiorentina, ma le altre big compresa l’Empoli quest’anno hanno accorciato di molto il gap e quindi renderanno il tutto molto più imprevedibile”.

    Tra chi sta faticando c’è l’Inter, dove brilla però Moller, già nella storia del club nerazzurro come straniera con più di un gol realizzato. Come è nata la possibilità di portarla in Italia? 

    “Caroline è una giocatrice che una tecnica davvero impressionante, per la sua statura, è una giocatrice molto elegante nei movimenti e sa sempre quello che deve fare un attaccante per fare goal. Se gioca vicino alla porta, potrà fare sempre la differenza nel nostro campionato. Il direttore dell’Inter, Ilaria Pasqui, è molto esperta di calcio femminile internazionale, ed ha una buona struttura di scouting che le ha segnalato la ragazza molto tempo prima della fine (così particolare) della stagione. Lei come gli altri grandi club si muovono molto prima, hanno le idee chiare, e questo gli consente il tempo giusto per trovare e chiudere con calciatrici sempre molto interessanti”. 

    Il Milan è sempre più straniero, guarda sempre più all’estero. Fifì resta un punto fermo, può arrivare ancora qualcun altro magari da qualche altro campionato? 

    “Io ho profonda stima nei confronti del Milan, per come oculatamente sta facendo in fase di mercato. Fare scelte talvolta impopolari, è segno di grande autostima e convinzione, ed i fatti stanno dando ragione a tale gestione. Fifi è il prototipo della professionista nel calcio femminile, giocatrice integerrima, gran lavoratrice, tecnica e fisica, molto diligente e duttile, ottimo acquisto, sopratutto per chi erroneamente ad inizio della passata stagione l’aveva bollata come oggetto misterioso, solo per proprie lacune conoscitive. Poi credo che il Milan, seppur straniero abbia grandi nomi tra le proprie file di calciatrici italiane, Giacinti, Fusetti, Bergamaschi, Rinaldi e Tucceri, non sono proprio delle “seconde linee”, poi consideriamo le tante giovani che in modo silenzioso si stanno mostrando al grande pubblico giocando al loro fianco. Una buona straniera, forte, professionale è un grande esempio per le piccoline che ti crescono attorno, e sono convinto che ne stanno traendo vantaggio tutti. Per il prossimo futuro, ho la convinzione che il mercato in entrata del Milan non sia finito qui, anzi, che le attuali situazioni di classifica e di rendimento della squadra facciano ambire anche ad alti (altri) traguardi la dirigenza, e credo che a breve la Spina, tirerà fuori dal cilindro un colpo che può in prospettiva cambiare equilibri al campionato”.

    Scalpita invece Deborah Salvatori Rinaldi. Come sta? 

    “Rientrata in squadra, ha risolto gli ultimi postumi dell’infortunio patito ai tempi dell’Espanyol e che era in programma già da tempo. Il covid non ci ha aiutato in questo, ma ora sta bene e sarà in campo sicuramente nelle prossime partite, e contribuirà alla crescita tecnica della squadra. Lei è una predestinata, sono impaziente anche io di rivederla in campo”.

    Tante giovani si stanno mettendo in mostra in queste prime partite. Chi l’ha sorpresa maggiormente? E chi per lei è già una certezza? 

    “Sarebbe troppo semplice ora, dopo la sua ultima prestazione e per l’età, dire la giovane Bugeja del Sassuolo della quale sentiremo sicuramente parlare, ma vorrei soffermarmi sicuramente per le giovani dell’Empoli che a mio avviso, anche grazie alla loro giovane sfrontatezza non “le manderanno a dire a nessuna avversaria”. Tra loro scelgo Polli, sia perché sta facendo bene (vedi la convocazione in nazionale) sia perchè da troppi anni si parlava di lei come “prossima ad esplodere” e mancava sempre qualcosa, negli altri club seguirei sempre Glionna che deve confermarsi”.                                                                                                             

    Due parole su Haley Bugeja? Ha conquistato tutti: a star is born. 

    “Come detto anche sopra, troppo facile dopo una sola partita, e troppo poi pensando che molti come il Sassuolo l’hanno scartata solo perché maltese. Credo si debba confermare, e non vedo nulla perchè ciò non accada, ma gli stessi che oggi la “incensano”, dov’erano quando potevano prenderla? Il calcio deve crescere molto sotto questo aspetto”.

    Parlando del movimento femminile in generale, come sta il calcio femminile dopo il lockdown?

    “Il movimento, come del resto tutto il tessuto economico, ha subito un colpo dal lockdown e quindi sicuramente qualcosa si è perso. Vedo molti club impossibilitati, sia dalla complessità e costo dei protocolli, e sia dalle restrizioni economiche, hanno dovuto rinunciare ai campionati o addirittura chiudere la società, e questo è un problema perchè un movimento che non tutela le piccole realtà locali, non è pronto a fare il salto. Spero molto nei grandi club, ma che non si crei una “Elite” autoreferenziale, ma si guardi sempre al complesso delle società ed a creare un prodotto vendibile anche all’estero. Così forse si troveranno anche le risorse per dare una spinta ulteriore a tutti”.

    Come è considerato ora il campionato italiano all’estero?

    “Il nostro campionato ha acquistato molto interesse, non ancora prestigio, perché oltre i grandi nomi di club, non siamo ancora riusciti a dare un concreto assaggio del nostro calcio in ambito internazionale. La Nazionale è come sempre il giusto volano, sia per l’aumento delle tesserate, che per il movimento intero, ma attendo dal Governo, sia esso statale che sportivo, un contributo più reale e meno parole. In Italia si tende a parlare molto, a creare tante aspettative, ma poi le si delude costantemente; sarebbe apprezzabile parlare meno ed operare concretamente di più”.

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