Calcio fair play: 'Arbitro annulli il gol, la palla non è entrata'
L.C.
Dimenticate Calciopoli. Dimenticate lo scandalo scommesse. E pensate a un calcio pulito, sano e onesto. In cui i primi a essere eticamente impeccabili sono i giocatori. Perché a volte accade davvero. Periferia di Pisa, impianto sportivo di Riglione Oratoio. Campionato di Prima Categoria, girone D. Si affrontano i padroni di casa dell’Aquila Scintilla e il SelvaCapannoli. Gli ospiti stanno conducendo 2-0 un match corretto, come testimoniano le sole due ammonizioni nel tabellino finale. Al 90’ mancano 15’ e la formazione di mister Fabrizio Ticciati amministra il vantaggio senza papatemi. Sugli sviluppi di un lungo lancio il pallone arriva a Simone Di Grazia, attaccante del SelvaCapannoli, che ingaggia un duello con un difensore avversario involandosi verso la porta. Un paio di sportellate fra i due e la sfera s’impenna, colpendo la traversa prima di tornare sul terreno. Per l’arbitro il rimbalzo è avvenuto dentro la porta: gol. Il bomber degli ospiti però non esulta, ma ferma il gioco e si dirige verso l’arbitro: «Faccia riprendere l’azione con una rimessa a favore dell’Aquila Scintilla. La palla non ha oltrepassato la linea». Un velo di incredulità attraversa il rettangolo verde, poi Giacomo Pedrini mette in bocca il fischietto e annulla la rete. «Sono pisano, nato e cresciuto nel quartiere Cep. Conosco molti ragazzi dell’altra squadra – spiega Di Grazia al quotidiano Il Tirreno – e non volevo rubare un gol che in realtà non c’era». E la sportività del n.10 va oltre, coinvolgendo il portiere avversario, ammonito per proteste subito dopo il sigillo “fantasma”. «Ho chiesto al direttore di gara di non considerare valida l’ammonizione poiché il giocatore stava protestando per una giusta causa». Al fischio finale il SelvaCapannoli ha festeggiato la vittoria per 2-1, complice un gol, quello sì regolare, di Di Grazia. Negli spogliatoi strette di mano all’indirizzo del centravanti, che ha militato 7 anni nelle giovanili del Pisa.I complimenti per il gesto all’insegna del fair play sono arrivati da compagni, avversari e anche dall’arbitro: «Non credo di meritarmeli. Ho semplicemente detto la verità. Se dovesse ricapitarmi – chiude Di Grazia – agirei allo stesso modo».