CALCIO ALLA TV. Mourinho, Guardiola e il fascino dello schermo tv
Domenica sera, dopo la bella vittoria del suo Palermo contro la Roma, Delio Rossi si è presentato davanti ai microfoni della Domenica Sportiva (Rai 2, ore 22.30). Nonostante la vittoria, l'espressione del tecnico rosanero era seria: "Ma lei, Rossi, non ride mai?", gli è stato chiesto dallo studio. "Io sono fatto così, non riesco a cambiare espressione solo perché ho una telecamera davanti", è stata la risposta dell'ex allenatore della Lazio.
Questo siparietto ci dà il la per parlare del rapporto sempre più stretto che esiste fra il ruolo dell'allenatore e la televisione. Durante le partite, il calciatore è sempre sotto l'occhio della telecamera, mentre l'allenatore lo è un po' meno. E' nei momenti che precedono la partita (conferenze stampa della vigilia) e in quelli che seguono il match (conferenze stampa e, soprattutto, passaggi in tv) che, invece, l'allenatore è quasi sempre il protagonista numero uno.
Ed è in queste occasioni che, nel calcio moderno, il mister ha imparato ad essere un attore fondamentale dello spettacolo calcio. In passato, il Real Madrid delle cinque Coppe dei Campioni di fila ha avuto una serie di allenatori (Villalonga, Carniglia, Munoz, Fleitas) di cui nessuno o quasi oggi ricorda il volto, mentre ai nostri giorni anche i volti degli allenatori delle serie minori sono conosciuti da quasi tutti gli appassionati.
Lo schermo della tv è diventato, per i calciatori ma soprattutto per i tecnici, un megafono e uno specchio, uno specchio di fronte al quale alcuni (come Rossi) si presentano magari mal volentieri, ma di fronte al quale altri hanno saputo, con abilità, costruire il personaggio oltre che l'allenatore (o il personaggio che va oltre l'allenatore).
Lunedì sera, durante Barcellona-Real Madrid, abbiamo televisto il confronto fra quelli che sono, probabilmente, i campioni di queste due categorie: da una parte il timido e schivo Pep Guardiola, dall'altra l'istrionico José Mourinho, che, oltre alle indubbie capacità come allenatore in panchina, è stato bravissimo a utilizzare la tv per diventare un personaggio amato e odiato (perché c'è anche un prezzo da pagare) in tutto il mondo.