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    Calcio a porte chiuse, il Codacons tuona: 'Subito rimborso biglietti o denuncia ai club per appropriazione indebita'

    Calcio a porte chiuse, il Codacons tuona: 'Subito rimborso biglietti o denuncia ai club per appropriazione indebita'

    Il Codacons minaccia azioni legali qualora non venga corrisposto immediato rimborso dei biglietti ai tifosi, a seguito del Decreto che impone di disputare le partite a porte chiuse fino al 3 aprile. Il comunicato:

    Dopo il Dpcm sul coronavirus varato ieri dal Governo, in base al quale partite di calcio e altre manifestazioni sportive si potranno disputare a porte chiuse senza la presenza di pubblico fino al prossimo 3 aprile, il Codacons scende in campo per tutelare i diritti dei tifosi, e pubblica alla pagina https://codacons.it/calcio-coronavirus/ il modulo attraverso il quale chiedere il rimborso integrale di biglietti e quello parziale per abbonamenti allo stadio.

    Tutti coloro che hanno in mano biglietti per partite di calcio o eventi sportivi coinvolti nelle limitazioni decise dal Governo, così come abbonamenti allo stadio, hanno diritto in base alle leggi vigenti al rimborso di quanto pagato – spiega il Codacons – Questo in virtù dell’art. 1463 del codice civile secondo cui “Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione, e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell'indebito”.

    Qualsiasi clausola applicata dalle società sportive che limiti tale diritto è vessatoria e, pertanto, nulla, e non a caso l’Antitrust sta indagando su diversi club di serie A che di recente hanno imposto unilateralmente limitazioni nella concessione dei rimborsi agli utenti.

    “Invitiamo tutti i tifosi ad attivarsi per tutelare i propri diritti, scaricando sul nostro sito il modulo di rimborso – afferma il presidente Carlo Rienzi – Avvisiamo fin da ora le società sportive che, in caso di mancato accoglimento delle richieste degli utenti, scatterà nei loro confronti una denuncia penale in Procura per il reato di appropriazione indebita, e una class action risarcitoria promossa dal Codacons per obbligarle alla restituzione di quanto incassato”.

     

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