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    Calcetto e soldi, la strana passione di Fratelli d'Italia

    Calcetto e soldi, la strana passione di Fratelli d'Italia

    Uno scandalo rischia di travolgere il calcetto italiano. Dopo le dimissioni del presidente Andrea Montemurro coinvolto in un sexgate (accusato di aver fatto confidenze a un dirigente che gli prometteva di fargli incontrare una ragazza), Giuseppe Caridi è diventato commissario straordinario della divisione calcio a 5. 

    Quest'ultimo lo scorso 17 luglio si è presentato in procura a Roma con in mano una relazione dell'organo di vigilanza della Lega Nazionale Dilettanti, che denuncia varie irregolarità di gestione. Protagonisti: la Divisione calcio a 5 e l'ente di promozione sportiva Opes Italia (Organizzazione per l'educazione nello sport), fortemente permeato da Fratelli d'Italia, partito di cui è sostenitore Montemurro. Nel suo libro "Miracolo Islanda" per SportItalia Edizioni ci sono le prefazioni di Giorgia Meloni e Giovanni Malagò, numero uno del Coni. 

    In particolare, sempre secondo La Repubblica, sotto la lente c'è un progetto sociale chiamato: "In campo diversi ma uguali". Promosso dall'Opes, ente affiliato al Coni e guidato da Marco Perissa, ex presidente di Gioventù Nazionale (le "giovanili" di Fratelli d'Italia, ruolo che ereditò da Giorgia Meloni; oggi il presidente è Fabio Roscani, anche lui impiegato di Opes). Per questo progetto l'ente ha ottenuto un finanziamento pubblico fino a 125 mila euro dal Dipartimento alle Pari opportunità. Nell'aprile 2018 costituisce un'associazione temporanea di scopo con altri enti, tra cui la Divisione calcio a 5 che riceve una quota di spettanza di 40 mila euro. 

    Cifra iscritta a bilancio tra i ricavi, che però non entrerà mai nelle casse della Divisione.
    Nel 2019 l'allora presidente Montemurro chiede a Opes l'erogazione dei primi 19 mila euro (resteranno gli ultimi) come rimborso di tre fatture per lavori su questo progetto. La prima di 4 mila euro pagati per "consulenza, coordinamento e pianificazione degli eventi progettuali" a Marco Perissa (presidente di Opes), che emette la relativa fattura a novembre con una partita Iva risultata chiusa da tempo. 

    Anche le altre due fatture sono emesse da società riconducibili ai vertici di Opes: una da 5 mila euro pagati all'Agenzia Elite Social Media Teams (l'amministratore è Andrea Bigioni, uno dei vice presidenti di Opes, più volte nelle liste di Fratelli d’Italia, il socio di maggioranza all'80% è Juri Morico, segretario generale di Opes e braccio destro di Perissa); l'altra da 10 mila euro per materiale e gadget emessa da Sport Marketing Management che ha come socio al 50% Emiliano Lodi, anche lui dirigente di Opes. In sintesi: Opes accede a contributi pubblici in associazione con altri enti, ne gira una parte alla Divisione calcio a 5, e il Calcio a 5 li usa per pagare società riconducibili agli stessi vertici di Opes. 

    Tutto questo è oggetto dell'esposto presentato in procura da Caridi, che ipotizza reati dalla malversazione ai danni della pubblica amministrazione alla falsa fatturazione, dall'indebita percezione di erogazioni alla truffa aggravata. Come si legge nella denuncia querela, l'organo di vigilanza ritiene "oltremodo verosimile" che Perissa e gli altri "ottenessero grazie alla compiacenza di soggetti interni alla Divisione calcio a 5 il pagamento di somme non dovute, a fronte di prestazioni mai effettuate". 

    E non finisce qui: c'è il nodo delle tv. Dalla Rai il calcio a 5 incassa alcune decine di migliaia di euro all’anno dalla vendita dei diritti. Poi, però, paga un canale privato (SportItalia) per trasmettere due gare a settimana: 158.500 euro, in base all'accodo siglato da Montemurro, più altri 57 mila per due trasmissioni tv sul calcetto e 14.500 euro per gestire la comunicazione. In cambio SportItalia offre spazi pubblicitari "per un valore di 225 mila euro". Ma che alla Divisione non risultano aver fruttato un euro. L'anomalia è che per contratti sopra i 100 mila euro la Divisione avrebbe dovuto chiedere l'autorizzazione alla Lega Dilettanti. Ma al momento del rinnovo del 2019 la cifra è stata spalmata in due contratti con due soggetti giuridici, entrambi però riferibili alla stessa persona: Michele Criscitiello, direttore di SportItalia, la società che ha pubblicato il libro di Montemurro. 

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