Getty Images
Calcagno, Assocalciatori: 'Non si può continuare a giocare così tanto. E meno partite non vuol dire meno guadagni'
Umberto Calcagno, presidente dell'Assocalciatori, si è espresso dalle pagine de Il Corriere della Sera in merito all'attuale calendario calcistico ricco di impegni: "Ci sono due direttrici. La prima è la tutela della salute dei grandi calciatori, con più di 70 partite a stagione, 50 delle quali con meno di 4 giorni di recupero: il punto fermo sul quale tutti i calciatori sono d’accordo è che non si può continuare a giocare così tanto. Le finestre Fifa ad esempio vanno riviste. Secondo: non contrastiamo la ricerca di nuove risorse, ma alle nuove competizioni ci si deve arrivare con il merito sportivo. Altrimenti c’è il rischio di svilire i campionati interni".
Sull'ipotesi di uno sciopero: "Con meno partite in competizioni più ricche non è detto che si debba guadagnare meno. Il top player si pone il problema di svolgere la sua attività professionale in maniera diversa, con meno partite e meno viaggi, per fornire prestazioni migliori".
Sull'ipotesi di uno sciopero: "Con meno partite in competizioni più ricche non è detto che si debba guadagnare meno. Il top player si pone il problema di svolgere la sua attività professionale in maniera diversa, con meno partite e meno viaggi, per fornire prestazioni migliori".