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    Cairo: 'No a Tavecchio per la la Lega di A'. Poi la frase choc: 'Tebas franchista? Franco è morto, se ne parla solo qui'

    Cairo: 'No a Tavecchio per la la Lega di A'. Poi la frase choc: 'Tebas franchista? Franco è morto, se ne parla solo qui'

    Sono giorni caldissimi per il futuro del calcio italiano, ancora alla ricerca della figura migliore alla guida di Lega di Serie A e federazione per rilanciare un movimento rimasto scosso dalla clamorosa mancata partecipazione della Nazionale al prossimo Mondiale. L'ultima idea, fortemente sponsorizzata dalla nuova alleanza tra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello del Torino Urbano Cairo è di spingere per la nomina di Carlo Tavecchio come presidente della Lega di A, di cui è attualmente commissario. 

    L'ex numero uno della Federcalcio potrebbe essere affiancato nel ruolo di ad dallo spagnolo José Tebas, attuale presidente della Liga e dirigente con un passato in Mediapro, la società intenzionata a presentare un'offerta da oltre 900 milioni di euro per assicurarsi i diritti tv del prossimo campionato nel triennio 2018-2021 e che potrebbe far vacillare l'asse Sky-Mediaset. Tra le possibili innovazioni proposte da Tebas, quelle di puntare forte sul posticipo domenicale delle 18 e di coinvolgere maggiormente le big anche nella tradizionale finestra delle 15, come avviene con Barcellona e Real Madrid. Infine, multe per quei club che non riescono ad offrire una cornice di pubblico dignitosa in occasione delle proprie gare interne.

    Di questi scenari e della figura di Tebas ha parlato proprio Cairo in un'intervista concessa al collega Marco Mensurati per La Repubblica.


    Presidente Cairo, come si può ancora sostenere Tavecchio?
    "Non può essere vero, semplicemente perché Tavecchio, al momento, non è candidato. Il candidato di Lotito è un altro".

    Il generale Tullio Del Sette?
    "Non posso far nomi. Comunque non Tavecchio. Non so come sia nata la storia del mio appoggio: non penso che un ad si possa scegliere sulla base di un compromesso sulla nomina di un presidente".

    Ma lei Tavecchio lo voterebbe o no?
    "Non voglio parlare di una cosa che non c’è. Se si verificasse l’ipotesi, il Torino si esprimerà in chiaro".

    Però è vero che lei vorrebbe Tebas come ad.
    "Io ho partecipato alla commissione incaricata di trovare i candidati. Al termine del nostro lavoro avevamo una shortlist con tre nomi, uno è quello dell’ad di Infront, Luigi De Siervo, l’altro Sami Kahale già P&G, e il terzo è Tebas, che in Liga ha fatto cose eccellenti".

    Tebas il franchista?
    "Sinceramente non gliel’ho mai chiesto. Ma vorrei ricordare che Franco è morto 43 anni fa. Io vado in Spagna regolarmente e non ho mai sentito nessuno parlare di Franco. Strano che se ne parli in Italia... Se lui è bravo è bravo punto e basta. E solo questo dovrebbe guidare la nostra scelta. Abbiamo tre candidati, scegliamo quello che più si adatta al nostro progetto".

    Scegliere Tebas vorrebbe dire andare con decisione verso il canale della Lega per la distribuzione del calcio in tv.
    "Veramente in Spagna fanno un miliardo vendendo all’estero".

    Sì, ma hanno anche un canale della Lega. È vero che lei vuole Tebas perché punta a fare la raccolta pubblicitaria per la Serie A? Non le pare un conflitto di interessi?
    "Per prima cosa: io non sono favorevole al canale della Lega. Non ora. Il canale è una cosa seria e credo che questo non sia il momento di farlo. Quanto al conflitto la rassicuro. Una volta facevo il concessionario per conto terzi. Ma adesso raccolgo solo per le mie aziende: con La7, Cairo Editore e Rcs fatturiamo 420 milioni abbondanti. Raccogliere per terzi, col mercato in contrazione, non ci interessa".

    Se non si fa il canale, come pensate di fare un miliardo con Sky e Mediaset che hanno offerto 760 milioni?
    "Penso che Sky e Mediaset non possano perdere il calcio... In una trattativa, poi, c’è sempre un po’ di negoziazione, uno si tiene sempre in tasca qualcosa".

    Malagò, intanto, sembra procedere verso il commissariamento della Figc.
    "Dei commissariamenti non si parla. Si fanno. Se si deve e se ci sono gli estremi. Sennò è inutile".

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