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    Cairo: 'Il dissenso per me è uno stimolo. Longo è cuore Toro'. E su Mazzarri...

    Cairo: 'Il dissenso per me è uno stimolo. Longo è cuore Toro'. E su Mazzarri...

    • Andrea Piva
    A margine della conferenza stampa di presentazione di Moreno Longo, da neo allenatore del Torino, ha parlato anche il presidente Urbano Cairo: ”Per quanto riguarda Mazzarri abbiamo deciso insieme, è stata una decisione comune perché era il mie to di farlo. Lui stesso ne era consapevole. Era giusto prendere quel tipo di decisione. Longo è una vecchia conoscenza per me e per tutti i tifosi del Torino, lui ha esordito qui. Ha vinto un torneo di Viareggio, poi è tornato a un certo punto da allenatore. Con Bava si era già incontrato al Canavese, poi si sono ritrovati al Toro. Moreno ha allenato prima gli Allievi, poi la Primavera. Abbiamo tanto ricordi belli insieme: abbiamo vinto una finale scudetto contro la Lazio di Inzaghi a Chiavari, poi la Supercoppa sempre contro la Lazio. Nel giugno del 2016 ci siamo poi incontrati in un ristorante a Origlio, Longo aveva ancora un anno di contratto ma mi disse che voleva provare a cimentarsi con la Prima squadra, le chiedo se mi lascia libero. Io l'ho lasciato libero, perché aveva un'occasione. Io gli ho detto "Ti sto solo dando in prestito, so che tornerai". Voglio dare il benvenuto e il bentornato a Moreno Longo". 

    “Mi sono speso molto nelle difficoltà perché stimo Mazzarri, come professionista. Le cose lo scorso anno sono andate molto bene, con 63 punti fatti, un record da quando ci sono i tre punti. Un girone di ritorno eccellente: ma quest'anno le cose sono state diverse. Ci sono state tante sconfitte, troppe se pensiamo che lo scorso anno abbiamo perso 7 volte e adesso già 8. Questo ha dato un'immagine non positiva. Ad inizio anno c'è stata l'eliminazione dall'Europa League ma ce la siamo giocata, però questo aveva già portato problematiche. La squadra tre settimane fa ha fatto una grande prestazione a Roma, ha vinto col Genoa, ha battuto il Bologna con grande determinazione. La squadra aveva dato segnali forti solo due settimane prima, poi c'è stata l'implosione".

    Cairo ha poi parlato anche del mercato della scorsa estate - chiuso senza cessioni - e delle strategie per il prossimo. "Oggi per noi è importante ripartire con la squadra, partita per partita, a fine stagione faremo le considerazione. I giocatori che sono al Toro devono essere motivati, ma sono discorsi prematuri.  Non c'è rammarico per aver tenuto tutti anche se qualcuno poteva magari chiedere di essere ceduto, quello no. Non c’è un rammarico per non aver ceduto qualcuno in estate. Chi è rimasto che non era contento ha dato un contribuito positivo”.

    Il presidente Cairo si è soffermato anche sulla contestazione dei tifosi nei suoi confronti: “Io credo che il dissenso si possa capire perché c’era l’aspettativa di un campionato diverso, con risultati migliori. Anche se i numeri dicono che i punti dell’andata erano gli stessi dello scorso anno, ma erano inferiori a quelli del girone di ritorno. E’ comprensibile che ci sia malumore, purtroppo succede. In questo momenti bisogna avere la forza di accettare, capire il dissenso e prenderlo con uno stimolo. Magari si pensava di aver fatto le cose giuste, perché abbiamo tenuto tutti e investito l’ultimo giorno di mercato 22 milioni, ma solo perché prima non era possibile prendere Verdi. Io mi ricordo dopo la chiusura del mercato estivo che sono stato innondato di messaggi di complimenti, erano tutti felici. Ora invece c’è dissenso e questo per me deve essere uno stimolo, ma questo vale anche per i miei collaboratori”.

    Poi sul Filadelfia: “Per quanto riguarda il Filadelfia, io faccio un mestiere che è quello dell’editore, sono un editore che dà grande libertà ai suoi giornalisti. Nessuno degli 8.000 giornalisti si è mai lamentato che non avesse libertà. Io sono aperto a sentire tutte le voci, se Moreno lo vuole tenere aperto io sono felice. Fosse per me sarebbe sempre aperto, poi magari negli ultimi due giorni è meglio non tenerlo aperto perché si preparano le questioni della partita”. 

    Cairo è tornato anche sul caso ‘curva Primavera’: “L’ultima volta che io vorrei fare è mettere a rischio l’incolumità dei tifosi e a maggior ragione di quelli del Toro. Il numero di stewart che noi in tutti le partite ingaggiamo sono, negli ultimi due o tre anni, sono aumentati del 40%, questo perché ce l’ha chiesto la Questura. Per Torino-Napoli e Torino-Inter noi non avremmo mai venduti i biglietti alla curva Primavera se qualcuno avesse sollevato qualche questione di rischio”.

    Il presidente granata ha poi spiegato anche le strategie del mercato invernale: “Il mercato di gennaio? Parlando anche con Mazzarri, abbiamo deciso che era meglio mandare a giocare chi aveva fatto meno partite, Falque non aveva quasi mai giocato. Avendo noi in rosa Verdi, Berenguer, Millico e Edera al Torino avrebbe potuto avere meno continuità in campo. Un giocatore come lui, che ha bisogno di giocare molto, era giusto che trovasse quella continuità che non aveva. Parigini non ha mai giocato, Bonifazi aveva fatto tre partite e ci ha chiesto di andare via. Laxalt ce l’ha richiesto il Milan e abbiamo deciso di accontentarlo. Non abbiamo preso nessuno perché abbiamo scelto di accontentare il mister che chiedeva una rosa più corta, perché per alcuni non giocare non era accettabile. Per questo motivo abbiamo evitato di fare innesti, negli ultimi giorni c’era una possibilità di fare un’operazione ma poi non è andata in porta perché la squadra proprietaria non l’ha lasciata partire. L’anno scorso abbiamo fatto lo stesso e nel girone di ritorno è andata benissimo”. 

    Cairo ha poi parlato dei suoi 15 anni di presidenza: "Sono quasi 15 anni che sono presidente del Torino e ho dedicato una marea di tempo, emozioni, impegno, non considero gli investimenti fatti. Il Toro l'ho sempre sentito come una squadra per me speciale, era la squadra di mia mamma, lo presi anche perché lei mi spinse a prenderlo e a entrare in un mondo che non conoscevo. Questo è un mondo difficilissimo, in cui negli ultimi 27 anni hanno vinto sempre Juventus, Inter e Milan, una volta a testa Roma e Lazio. Ma la Lazio a causa degli investimenti ha avuto poi seri problemi economici, la Roma ha dovuto spendere cifre inenarrabile. Questo è un mondo pericolosissimo, io mi ci sono buttato con una passione e una voglia di fare bene incredibili. Io non prendo un centesimo dal Toro. Ho soltanto messo nel Toro, quanto? 60 milioni. Io non voglio dare il messaggio, le cose che vanno fatto è aprire le porte, essere più partecipativi. Al di là del dissenso io continuo con la stessa determinazione. Questa settimana si è fatto veramente male, ma io sono qua, ci metto la faccia dopo risultati che non voglio neanche dire. Se uno poi guarda il Toro degli ultimi sette anni, di vede che il primo anno ci siamo salvati, poi due settimo posto, tre noni, un dodicesimo. Quasi sempre dalla parte sinistra della classifica. Due volte siamo andati in Europa, c'è chi dice però per i problemi degli altri. Ma c'è un fair play finanziario che non ho inventato io, non credo che sia disdicevole essere andati in Europa perché qualcuno arrivato davanti a noi non rispettive le regole. Armostrong ha vinto sette Tour, poi lo hanno beccato dopato e glieli hanno tolti".

    Infine, Cairo ha si è soffermato sui paragoni con Lazio e Atalanta. ”Adesso si parla tanto di Lazio e Atalanta. Io faccio i complimenti a loro, ma l'anno scorso la Lazio è arrivata dietro di noi. L'Atalanta fino a quando non c'era Gasperini era arrivata dietro di noi, poi da quando hanno preso Gasperini, che qualche anno fa era vicino ad arrivare ad allenare da noi, stanno facendo prima. Ma i dirigenti sono gli stessi". 

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