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Cairo: 'Costruirò un Torino d'Europa con Mazzarri. Mihajlovic? Avrei dovuto cambiare prima'
LA PRESIDENZA - Al mio arrivo sono stato accolto in modo entusiastico, il salvatore della patria, l’uomo che salvava la società dal baratro: come potrei dimenticarlo? La situazione era critica, ma le difficoltà non mi hanno mai spaventato, in qualunque ambito sia sceso in campo. Tant’è vero che ho costruito la squadra in sei giorni e siamo tornati in serie A. Tutto quanto è venuto dopo lo sai: i due anni nel massimo campionato, la retrocessione, la risalita, la stagione europea con la vittoria di Bilbao, la speranza di acquisire una stabile dimensione continentale".
ASPETTATIVE - "Sono abituato ad affrontare ogni situazione con realismo e comprendo lo stato d’animo della nostra gente. Tutti noi che amiamo il Toro ci aspettavamo di più. Però, vorrei ricordare gli anni bui, gli anni durante i quali, novizio del calcio, anch’io ho commesso gli errori grazie ai quali, tuttavia, ho maturato l’esperienza necessaria per non ripeterli. Vorrei ricordare che, ad un certo punto, per un anno non ho più messo piede allo stadio, essendo diventato il bersaglio di insulti e contestazioni divenuti insopportabili".
FATTURATO - "Il fatturato non è un ritornello, ma un dato di fatto. Noi siamo il Torino, ma non siamo l’unica squadra di Torino: senza le plusvalenze, il nostro fatturato annuo si aggira attorno ai 70 milioni di euro; quello del Napoli, che ha tifosi non solo in Campania, ma in tutto il mondo, è due volte e mezzo il nostro.
DA MIHAJLOVIC A MAZZARRI - "Divido l’esperienza di Mihajlovic in tre gironi. Il primo è stato eccellente e ha scatenato un grande entusiasmo; il secondo è andato così così, il terzo molto male. Stimo sinceramente Sinisa che è un uomo vero e un ottimo allenatore. Ma visto come si stavano mettendo le cose, avrei dovuto cambiarlo prima. Mazzarri avrei voluto ingaggiarlo diverso tempo prima, ma andò al Watford. Mazzarri è il nostro punto di riferimento e insieme con lui, attorno a lui costruiremo il nuovo Toro. Voglio cambiare il Toro in meglio e lo farò con Mazzarri che non partirà a metà stagione, ma comincerà a lavorare con la squadra dal precampionato. Intendo rafforzare la rosa con giudizio e con ragionevolezza. Quando ho preso il Toro in serie B, ai tifosi ho detto che l’obiettivo sarebbe stato inserirsi stabilmente nella parte sinistra della classifica. Nelle ultime sei stagioni abbiamo inanellato un settimo posto, siamo andati in Europa League, poi un nono, un dodicesimo, un altro nono posto e ora siamo decimi. Avremmo potuto fare di più, non ne dubito, ma non dimentichiamo chi siamo, che cosa possiamo fare e dove vogliamo arrivare. Chi sottovaluta la mia ambizione commette un errore di valutazione, però, la dimensione di grande squadra si raggiunge passo dopo passo».