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Cagliarimania: vincere non è l'unica cosa che conta
"Vincere è l'unica cosa che conta", è stato a lungo il motto di Giampiero Boniperti, frase che "rubò" a Vincent Lombardi, storico coach del football americano. Nel calcio, però, non sempre è così. Vincere fa bene, i risultati positivi sono la vera benzina che serve per andare avanti e raggiungere gli obiettivi prefissati ad inizio stagione. Però - c'è sempre un però - salire sul gradino più alto del podio non è sempre sinonimo di appagamento. E la partita di ieri del Cagliari ne è l'esempio lampante: i tre punti sono una manna dal cielo, permettono ai rossoblù di riportarsi a distanza di sicurezza dalla zona rossa, ma la prestazione al limite dell'imbarazzante fornita dagli uomini di Lopez deve far suonare il classico campanello d'allarme. Vero, in Serie A non esistono partite semplici, anche quando si gioca con l'ultima in classifica. Ma quello che preoccupa maggiormente è la mancanza di idee, di personalità e di carattere in partite dove ci si aspetta il salto di qualità, dove ci si aspetta che il Cagliari prenda in mano le redini del gioco senza alcun timore, come aveva chiesto lo stesso tecnico uruguaiano alla vigilia della trasferta in Campania. Tutto questo non si è visto, se non negli ultimissimi minuti di gara. La sosta sembra arrivare al momento opportuno al fine di risolvere al meglio i problemi, rilanciando un Cagliari che ha l'obbligo di guadagnarsi la salvezza attraverso prestazioni di ben altra levatura. Perché vincere, spesso, non è l'unica cosa che conta.