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Cagliarimania: via gli imbecilli (pochi) dalla Sardegna Arena. Ma anche Kean ha sbagliato
Ora entriamo nel dettaglio: ci sono stati dei "buu" nei confronti di Kean e Matuidi, già prima della rete del 2-0 del giovane attaccante azzurro? Sì, e lo dimostrano alcuni video amatoriali girati in determinati settori della Sardegna Arena, nonostante in presa diretta non si fossero percepiti. Ecco, anche un solo “buu” va condannato, sempre. Ma non basta una condanna, per sconfiggere il razzismo ci vuole impegno, cultura e iniziative. Il razzismo si condanna, ma soprattutto si sconfigge. E per farlo occorre aggiungere fatti alle parole. L’unico modo per combattere i razzisti (o meglio, gli imbecilli), soprattutto se come nel caso della Sardegna Arena sono una risicata minoranza, è individuarli, segnalarli ed espellerli per sempre dagli stadi. La tecnologia c’è, bisogna diffonderla e usarla in maniera efficace.
E Kean, che colpe ha? Nessuna responsabilità sull'accaduto, ma la sua esultanza provocatoria non è comunque giustificabile. Un professionista non dovrebbe mai istigare i tifosi avversari, soprattutto in trasferta e soprattutto in un contesto simile. A maggior ragione se, dal campo, avesse sentito quei pochi "buu" nei suoi confronti: l'arma migliore, durante la gara, sarebbe stata quella dell'indifferenza. Poi, a match concluso, chi di dovere avrebbe dovuto prendere i giusti provvedimenti verso quei pochi imbecilli, in modo da non farli mai più entrare alla Sardegna Arena. Esporre se stesso alla curva avversaria, sia pure senza battere ciglio, non è il miglior modo di festeggiare un gol. Ecco perché Kean ha sbagliato e, per il bene suo e di tutto il calcio italiano, ci auguriamo che questa esperienza gli serva da lezione per crescere ulteriormente e non reagire - seppur in modo silenzioso come martedì sera - di fronte alle provocazioni dei tifosi. Con la speranza che il razzismo vada in pensione una volta per tutte.