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Cagliarimania: un pareggio che sa di remi tirati in barca
E’ stato però un Cagliari poco lucido, se vogliamo quasi più sulle gambe rispetto a quello visto a Firenze; se c’era una squadra che ieri doveva vincere alla Sardegna Arena quella era il Lecce, che ha avuto più occasioni dei rossoblù, quantomeno occasioni vere, nitide e non i famosi “19 tiri in porta” di cui ha parlato Zenga nel post partita. Cragno è stato certamente il migliore in campo per i rossoblù, anche se, e qui diamo ragione all’allenatore milanese, non è detto che se il migliore in campo è il portiere poi per forza debba meritare di vincere l’altra squadra. Il portiere è in porta per parare e più è bravo più si hanno possibilità di vincere. Ecco, non è solamente il fatto che l’estremo difensore ex Brescia si sia distinto con delle ottime parate a far dire che se una squadra doveva vincere quella era il Lecce, ma è stato l’atteggiamento che avevano i giallorossi nei confronti della vittoria: c’è stata più cattiveria, più voglia di andarsela a prendere rispetto al Cagliari.
La squadra di Liverani si sta giocando la vita, quella di Zenga si sta giocando molto poco. Ogni anno questo è un discorso che viene tirato fuori più o meno in questo periodo (non a luglio ma ad aprile, che è il mese in cui saremmo se tutto non si fosse fermato), e pare che nemmeno Zenga, che si sta comunque giocando la riconferma sulla panchina rossoblù, lo possa interrompere. Mancano 6 partite da qui alla fine e il Cagliari avrebbe ancora dei mini obiettivi: i 47 punti di Rastelli, miglior performance in A dell’era Giulini, i famosi 53 punti del Cagliari Allegri, l’ottavo posto ora occupato dal Sassuolo o al massimo il decimo gradino della classifica che permette di rimanere nell’ormai famosa parte sinistra della graduatoria. Troppo poco? Forse, però in qualche modo bisognerà portare a casa le prossime partite a cominciare dalla trasferta di Genova di mercoledì, contro una Sampdoria che con la vittoria di ieri a Udine sembra ora navigare in zone più tranquille.