Cagliarimania: Silvestrone all'attacco
Da diverse settimane si parla solo di lui: Luca Silvestrone è un nome ormai familiare ai tifosi rossoblù. Ed alla pari di Cellino sta suscitando in egual misura simpatie ed antipatie. I cagliaritani si stanno dividendo tra pro Silvestrone e contro Silvestrone. Ed anche da parte della stampa si sta sollevando qualche dubbio sulla trasparenza dell’operazione che dovrebbe portare all’acquisto del Cagliari calcio da parte del fondo di investimento statunitense di cui Silvestrone è portavoce. Il manager romagnolo questa mattina ha convocato giornalisti e tifosi per chiarire il suo ruolo nella vicenda e soprattutto per ribattere alle accuse che, a suo parere, gli sono state rivolte dal direttore e da alcuni giornalisti de L’Unione Sarda.
Ed partito proprio da qui, denunciando che si è scatenata una guerra di fango contro chi sta lavorando seriamente per ottenere un obiettivo e chiedendosi se c’è qualcuno che vuole mettere le mani sullo stadio, magari un editore che fa anche il costruttore. Parole dure che hanno già scatenato reazioni da parte dell’editore Sergio Zuncheddu e del direttore Anthony Muroni, che annunciano querele (così come farà il manager nei loro confronti). Battaglie legali a parte, Silvestrone difende a spada tratta il lavoro sin qui svolto, garantendo che entro pochi giorni sarà presentato un pre-contratto con tanto di firme che metterà la parola fine alla vicenda.
I nomi dei prossimi proprietari del club rossoblù? Chi si aspettava qualche rivelazione in tal senso è rimasto deluso; il gruppo di investitori è tutelato da un patto di riservatezza, che per contratto si deve rispettare, sinché non ci sono le firme. Così come è stato fatto per i potenziali acquirenti arabi che nei mesi scorsi si sono dimostrati interessati al Cagliari. L’unico nome certo è quello di Dan Meis, architetto di fama internazionale che sta già progettando il nuovo stadio della Roma e che sarà a capo del progetto di costruzione del nuovo Sant’Elia. Silvestrone ci tiene a precisare che quello degli americani è un investimento serio e a lungo termine: Cagliari fa parte di una ventina di stadi che il gruppo dovrà costruire (i contratti sono già firmati) entro il 2022. E soprattutto tiene a precisare che non è un ciarlatano, sottolineando la serietà e la passione che hanno caratterizzato il suo ruolo in questi sei mesi di trattativa: il mio lavoro è quello di portare i big ad un tavolo e concludere un affare. In teoria ora il suo lavoro dovrebbe essere finito, dopo l’incontro di martedì scorso a Miami tra il presidente Cellino e gli investitori statunitensi che ha sancito l’ufficialità dell’accordo, ma Silvestrone ha annunciato che non andrà via da Cagliari e che proseguirà la sua collaborazione con il club. Tanto ottimismo, ma i nodi da sciogliere rimangono. In primo luogo quello dell’agibilità del Sant’Elia per il prossimo campionato, condizione essenziale affinché l’affare vada in porto, e che non è del tutto scontata. E poi come non tenere conto che Cellino potrebbe cambiare idea da un momento all’altro? Soldi entro mercoledì o faccio saltare la trattativa, le parole del patron rossoblù che, se messe in atto, aprirebbero nuovi e inquietanti scenari.
Ed partito proprio da qui, denunciando che si è scatenata una guerra di fango contro chi sta lavorando seriamente per ottenere un obiettivo e chiedendosi se c’è qualcuno che vuole mettere le mani sullo stadio, magari un editore che fa anche il costruttore. Parole dure che hanno già scatenato reazioni da parte dell’editore Sergio Zuncheddu e del direttore Anthony Muroni, che annunciano querele (così come farà il manager nei loro confronti). Battaglie legali a parte, Silvestrone difende a spada tratta il lavoro sin qui svolto, garantendo che entro pochi giorni sarà presentato un pre-contratto con tanto di firme che metterà la parola fine alla vicenda.
I nomi dei prossimi proprietari del club rossoblù? Chi si aspettava qualche rivelazione in tal senso è rimasto deluso; il gruppo di investitori è tutelato da un patto di riservatezza, che per contratto si deve rispettare, sinché non ci sono le firme. Così come è stato fatto per i potenziali acquirenti arabi che nei mesi scorsi si sono dimostrati interessati al Cagliari. L’unico nome certo è quello di Dan Meis, architetto di fama internazionale che sta già progettando il nuovo stadio della Roma e che sarà a capo del progetto di costruzione del nuovo Sant’Elia. Silvestrone ci tiene a precisare che quello degli americani è un investimento serio e a lungo termine: Cagliari fa parte di una ventina di stadi che il gruppo dovrà costruire (i contratti sono già firmati) entro il 2022. E soprattutto tiene a precisare che non è un ciarlatano, sottolineando la serietà e la passione che hanno caratterizzato il suo ruolo in questi sei mesi di trattativa: il mio lavoro è quello di portare i big ad un tavolo e concludere un affare. In teoria ora il suo lavoro dovrebbe essere finito, dopo l’incontro di martedì scorso a Miami tra il presidente Cellino e gli investitori statunitensi che ha sancito l’ufficialità dell’accordo, ma Silvestrone ha annunciato che non andrà via da Cagliari e che proseguirà la sua collaborazione con il club. Tanto ottimismo, ma i nodi da sciogliere rimangono. In primo luogo quello dell’agibilità del Sant’Elia per il prossimo campionato, condizione essenziale affinché l’affare vada in porto, e che non è del tutto scontata. E poi come non tenere conto che Cellino potrebbe cambiare idea da un momento all’altro? Soldi entro mercoledì o faccio saltare la trattativa, le parole del patron rossoblù che, se messe in atto, aprirebbero nuovi e inquietanti scenari.